Green Economy: la guida UNEP per imprese e governi
“Adapting for a Green Economy” è il titolo di una vera e propria guida per imprese e decisori politici che decidano di adattare i propri obiettivi strategici alla salvaguardia dell’ambiente e alla lotta contro i cambiamenti climatici. Un vademecum per l’implementazione della Green Economy elaborato dall‘UNEP, in collaborazione con il World Resources Institute, e Oxfam International, che si appresta a supportare l’idea alla base di Rio+20.
La guida si basa essenzialmente sui risultati di un’indagine qualitativa tra i leader economici che supportano l’iniziativa Caring for Climate, una piattaforma delle Nazioni Unite che coinvolge più di 400 imprenditori impegnati nella lotta al cambiamento climatico. L’indagine rivela che l’83% delle 72 imprese considerate, crede che gli impatti del cambiamento climatico pongano dei rischi per i propri prodotti o servizi. Inoltre, l’86% pensa che affrontare i rischi imposti dallo stesso cambiamento climatico, oppure investire in soluzioni per l’adattamento delle politiche d’impresa alla salvaguardia dell’ambiente, possa rappresentare un’opportunità di crescita per le aziende.
Nonostante questa consapevolezza, la maggior parte delle imprese ancora oggi stenta, di fatto, a intraprendere azioni concrete per affrontare le sfide ambientali, non cogliendo, così, le opportunità stesse derivanti dalla Green Economy. Il report mette in evidenza che si tratta soprattutto di un problema pratico: le imprese trovano difficoltà a “incorporare” i dati scientifici relativi al cambiamento climatico, che si riferiscono generalmente ad ampie aree geografiche e attraversano un periodo di tempo molto lungo. Per contro, nella concretezza del mondo degli affari, le azioni e le decisioni devono essere prese nel più breve tempo possibile e riguardare aree geografiche specifiche. Nell’elaborare le proprie analisi economiche, le imprese si trovano dunque a dover affrontare la completa mancanza di informazioni relative ai costi dell’adattamento e i benefici da esso derivanti. Questo rende estremamente difficile, per le aziende, fare dell’adattamento della propria strategia d’impresa al cambiamento climatico, una priorità strategica.
Del resto, al di là dei problemi di tipo pratico e organizzativo, va comunque riconosciuto che l’adattamento ai cambiamenti climatici della strategia d’impresa è ancora un obiettivo in fase embrionale e che, nella realtà, le imprese continuano ad essere ancorate a strategie “tradizionali”.
L”adattamento e la riconversione devono, cionondimento, essere processi concreti e continuativi – raccomanda la guida – e non occasionali. Ciò significa che dovranno progressivamente diventare una priorità nella politica d’impresa. Anche ai governi spetterà un ruolo, nel sostenere le imprese con politiche economiche adeguate all’abbattimento delle barriere per gli investimenti e sfruttando virtuosamente le risorse e l’innovazione del settore privato al servizio del bene pubblico.
Ma quali dovrebbero essere, in concreto, le misure di questa azione congiunta tra pubblico e privato? Per quanto riguarda le imprese, il report stila alcune linee guida. Prima di tutto bisogna fare in modo che le tematiche climatiche ed ambientali entrino nella cultura d’impresa, cercando di abbattere qualsiasi tipo di resistenza a politiche e strategie innovative. In questo modo si rende possibile l’integrazione dell’adattamento al cambiamento climatico nel processo di pianificazione economica dell’impresa. Un ulteriore misura è l’allineamento degli obiettivi economici con quelli dell’adattamento alle sfide imposte dal cambiamento climatico, coinvolgendo, nel caso delle grandi aziende, gli azionisti attraverso canali di comunicazione migliori rispetto a quelli esistenti.
Dal canto suo il settore pubblico ha un ruolo centrale nel fare da catalizzatore per il settore privato. Oltre agli accordi a livello internazionale, è molto importante il ruolo delle politiche nazionali e locali, in quanto le sfide e le soluzioni nel processo di adattamento sono specifiche per ogni luogo e situazione. L’ambito pubblico e politico non deve fare altro che stimolare quello privato attraverso la riduzione dei rischi finanziari, la promozione di incentivi e il coinvolgimento diretto nelle pianificazioni ed implementazioni delle nuove politiche aziendali.
A quanto emerge dalla pubblicazione, la crescita della green economy per i prossimi anni richiederà dunque un elevato livello di cooperazione, collaborazione e mobilitazione delle risorse tra i governi, le imprese e la società civile. La chiave, infatti, risiede nel trovare un interesse condiviso, in cui gli incentivi economici si allineino con i bisogni di adattamento della società.
Donatella Scatamacchia