“Green Cut”, moda e cinema interpretano i materiali sostenibili Made in Italy
Chi l’ha detto che la moda è un mondo frivolo e impegnato solo nella rincorsa dell’ultima tendenza? Al contrario, è uno specchio sociale e culturale attento, sublimazione di sogni, aspettative, paure e tensioni. Da cui ovviamente non possono esulare anche le riflessioni sulle problematiche ambientali. Infatti, sempre più spesso in passerella, insieme alla ricerca dell’eleganza, sfila anche la sensibilità alla sostenibilità ecofriendly. E fra le tante manifestazioni di interesse a questo tema, Green Cut è uno dei progetti di maggiore risonanza.
Presentato il 14 settembre, presso la sede del British Fashion Council di Somerset House a Londra, Green Cut chiama a raccolta moda e cinema per unirsi alla causa del rispetto per l’ambiente. L’iniziativa è promossa da Green Carpet Challenge®, un progetto dinamico fondato da Livia Firth, moglie dell’attore Colin, e dalla giornalista Lucy Siegle, in collaborazione con American Express, con l’obiettivo di coniugare glamour ed etica per evidenziare il profilo dello stile sostenibile in occasione dei più alti eventi “red carpet” al mondo. Tramite Green Cut, Green Carpet Challenge® unisce per la prima volta British Fashion Council (BFC) e British Film Institute (BFI) presentando il lavoro di otto stilisti d’eccezione che interpretano con i loro abiti otto film icona del cinema britannico. È la prima iniziativa di questo tipo in grado di coinvolgere un numero così cospicuo di designer di alto profilo. La collezione degli otto abiti è stata lanciata ufficialmente durante la London Fashion Week e mostrata al pubblico a Somerset House. Il progetto culminerà poi con la proiezione in anteprima del video Green Cut al BFI London Film Festival e con un grande party il 19 ottobre, cui seguirà una mostra allestita presso gli spazi di Harrods di Londra dal 22 ottobre al 5 novembre.
Gli stilisti coinvolti nel progetto – Tom Ford, Stella McCartney, Antonio Berardi, Jonathan Saunders, Marios Schwab, Roksanda Ilincic, Alice Temperly e Stephen Jones - hanno seguito i criteri di sostenibilità sviluppati dalla piattaforma di Green Carpet Challenge®. Per realizzare le loro creazioni, infatti, hanno utilizzato i tessuti provenienti dalla Green Carpet Challenge Fabric Library, un contenitore di materie prime che GCC mette a disposizione per lavorare con i designer in tutto il mondo, stabilendo insieme a loro i criteri della moda sostenibile. Nella realizzazione di questo importante bacino di risorse, GCC è stato supportato da CLASS (Creativity Lifestyle and Sustainable Synergy), un’eco-piattaforma internazionale di origine italiana fondata nel 2007 che sostiene e promuove prodotti eco-sensibili per la moda, casa e design attraverso una vasta gamma di eco-tessuti, filati, processi e servizi. Class coordina una rete globale di showroom che dispongono di una vasta libreria di materiali – messi a disposizione di imprese, operatori di settore e buyer – così come alcuni esempi di capi di abbigliamento finiti di alta qualità, accessori, prodotti per la casa e relativi prodotti eco-lifestyle.
Giusy Bettoni, cofondatrice di Class e convinta sostenitrice del valore dell’iniziativa Green Cut, spiega a Greenews.info che questo progetto è anche una vittoria del Made in Italy. “La maggior parte dei tessuti utilizzati per questa iniziativa sono italiani e provengono tutti dalla piattaforma Class , il cui dna è totalmente italiano e si sta diffondendo nel mondo. Siamo arrivati a 4 show rooms: Londra, Helsinki, Madrid e Milano”.
D) Sappiamo che fra questi tessuti c’è anche il Newlife, di cui Greenews.info ha parlato recentemente, in occasione dei convegni Smart Actions…
R) Sì, Newlife™ è stato davvero apprezzato e interpretato magistralmente da alcuni degli stilisti del Green Cut . La sua storia e soprattutto l’aspetto, le mani dei tessuti che si ottengono con questo materiale, sono davvero straordinariamente innovativi e d’appeal.
D) Quale è stato il parere degli stilisti?
R) Il feedback degli stilisti del Green Cut sui materiali utilizzati è stato davvero entusiasmante. E le loro creazioni sono lì a dimostrarlo! Per quanto riguarda Newlife in particolare, Berardi , Mario Schwaab e Stephen Jones – per il suo meraviglioso cappello – sono stati alcuni degli stilisti che l’hanno scelto.
D) Quali prospettive introduce l’attuazione di questo progetto nel settore moda?
R) Apre tante porte importanti, ma una in particolare , quella che testimonia che con i nuovi materiali tecnologici e responsabili si può volare alto nei cieli della creatività, del glamour, del design senza nessun tipo di sacrificio o compromesso. Anzi con un grande valore aggiunto.
D) Secondo la vostra esperienza, che tipo di sensibilità c’è nel settore fashion rispetto alle tematiche ambientali?
R) Diventa sempre più consistente. È ovviamente un work in progress, che va di pari passo con un offerta di materiali che diventa sempre più competitiva e interessante rispetto al passato. Stiamo vivendo veramente un momento importante!
Daniela Falchero
Le pellicole che hanno ispirato il progetto sono state scelte da Amanda Nevill, ceo di BFI, mentre responsabile delle accoppiate film/designer è stata la giornalista di Vogue.com, Sarah Mower.
- “Evergreen”, diretto da Victor Saville (1934) – Re-interpretato da Antonio Berardi
(tessuti utilizzati: Newlife™)
- “Darling”, diretto da John Schlesinger (1965) – Re-interpretato da Tom Ford
(tessuti utilizzati: mischia di lana italiana e Mikado. Perline ricamate a mano)
- “It’s Love Again”, diretto da Victor Saville (1936) – Re-interpretato da Roksanda Ilincic
(tessuti utilizzati: seta organica)
- “My Fair Lady”, diretto da George Cukor (1964) – Cappelli re-interpretati da Stephen Jones
(tessuti utilizzati: Newlife™)
- “Accident”, diretto da Harold Pinter, (1967) – Re-interpretato da Stella McCartney
(tessuti utilizzati: seta organica, pizzo in cotone organico)
- “The Red Shoes”, diretto da Michael Powell e Emeric Pressburger, (1948) – Re-interpretato da Jonathan Saunders
(tessuti utilizzati: seta organica)
- “Things to Come”, diretto da William Cameron Menzies, (1936) – Re-interpretato da Marios Schwab
(tessuti utilizzati: Newlife™)
- “Velvet Goldmine”, diretto da Todd Haynes, (1998) – Re-interpretato da Alice Temperley
(tessuti utilizzati: seta organica, pizzo in cotone organico)