Giornalisti nell’Erba: voci dall’informazione ambientale del futuro
Andrea, 19 anni, è già stato nominato Alfiere della Repubblica per il suo impegno nell’informazione ambientale e Paola, di 12, da qualche anno organizza giornate dedicate alla pulizia del suo quartiere. Eric, che di anni ne ha solo 9, mi ha aperto gli occhi sulla biomimesi, e Martina, 22 e una laurea in Beni Culturali in tasca, è già pronta per fare della sua passione un lavoro. Non tutti i 5.000 bambini e ragazzi coinvolti in Giornalisti nell’Erba da grandi continueranno questa strada, ma è anche grazie a loro se chi ha a cuore l’informazione ambientale in Italia può dormire sonni più tranquilli.
Tutto nasce nel 2006, quando a Paola Bolaffio, giornalista che fino a quel momento si era occupata di cronaca giudiziaria, viene l’idea di creare un progetto nazionale e internazionale di giornalismo e comunicazione ambientale, articolato in un premio, eventi, formazione, laboratori e un giornale on line. Giornalistinellerba.it vede la luce a maggio 2011: dietro c’è una rete di giovani e giovanissimi reporter di tutta Italia, più diversi corrispondenti europei, coordinati e aiutati da un gruppo di giornalisti ed esperti, oltre che da genitori e insegnanti.
Ogni giorno i redattori in erba scrivono di paesaggio, casi di inquinamento e violazioni ambientali, ma anche delle buone idee della green economy e di ciò che avviene all’estero. “GNE è un progetto di sensibilizzazione alla tutela ambientale e alla sua efficace comunicazione, è una palestra, un laboratorio permanente. Non esiste una selezione, perché anche il Premio Nazionale di Giornalismo Ambientale non è selettivo: chi vuole entrare in rete lo fa e basta”, racconta la Bolaffio, direttore della testata. E oltre a insegnare ai ragazzi un giornalismo sano, rigoroso, in grado di scovare notizie interessanti, si ottengono altri ottimi risultati: “Sensibilizzazione ambientale, stimolo della curiosità, acquisizione di sicurezza in se stessi – al giornalista è permesso fare ogni tipo di domanda e a chiunque, senza timore di non esser presi sul serio –, esercizio di una lingua più sintetica ma completa ed efficace. Molti insegnanti ringraziano per questa idea, perché usano ‘la curiosità del giornalista come metodo didattico’”.
Tanti hanno cominciato l’avventura perché sono appassionati di ambiente e sono attratti da una professione affascinante. Quasi per scherzo hanno partecipato al concorso giornalistico e poi hanno deciso di far parte della rete: “E’ una redazione , ma anche una grande famiglia”, racconta Martina Cavallaro, oggi corrispondente dalla Lombardia, che ha iniziato a collaborare con GNE sei anni fa: “Allora non avevo ben chiaro cosa volessi fare da grande, ma in quel periodo si era riacceso il dibattito sulla riapertura delle centrali nucleari, e il tema mi interessava molto. Scrivere mi sembrava l’unico modo per dare il mio piccolo contributo. Dopo essere stata premiata con il mio lavoro sull’energia atomica, ho continuato a scrivere e mi si è aperto un mondo. Questo progetto mi ha cambiato la vita: ho imparato a non essere timida, ma anche a informarmi prima di parlare e fare domande”.
Ci si diverte, e si impara molto. Eric Barbizzi, 9 anni, è stato nominato, un anno fa, Responsabile della sezione Esteri del giornale (il più giovane al mondo!): “E’ un onore. Mi permette di contattare molte persone straniere e di entrare in contatto con grandi organizzazioni internazionali”. Lavorando per GNE ha scoperto la biomimesi: “Riguarda come le persone costruiscono macchine per risolvere problemi imitando gli animali. E’ un settore che ho scoperto facendo il primo video per il concorso: l’idea da cui ero partito era che la terra non ci dà solo il cibo e le risorse, ma anche idee geniali”, racconta scegliendo le parole con cura nonostante l’età.
E grazie alla conoscenza si diventa più consapevoli. Claudia Cusimano, per esempio, fa ancora la seconda media ma è in prima linea per rendere più verde il quartiere Uditore a Palermo, dove vive: “Ho seguito la nascita del parco Uditore, che poche settimane fa ha compiuto un anno”. Insieme alle amiche, Claudia ha fondato l’associazione Natura Rispettiamola, che una volta al mese organizza iniziative per pulire le strade della zona: “Il quartiere era molto degradato, per questo la gente ha aderito. E con il mio impegno sono riuscita anche a coinvolgere le mie compagne di classe”. Sì, perché spesso, oltre che giornalisti, i giovani reporter di GNE diventano anche ottimi ambasciatori. Andrea Sorrentino, oggi vicedirettore del giornale, ha partecipato al concorso nel 2011 con un’analisi della percezione delle questioni ambientali da parte dei suoi coetanei: “I risultati erano stati un po’ sconcertanti. Ma negli ultimi anni sta cominciando a cambiare qualcosa. I miei compagni di classe, leggendo i miei articoli, sono diventati un po’ più responsabili”, racconta. Intanto lui si divide tra la facoltà di Economia – “l’ho scelta per approfondire i temi della green economy” – e il sogno di fare il giornalista. Non tutto è perduto, dunque, in questa Italia allo sfascio. L’informazione ambientale di domani ha già qualche giovane promessa.
Veronica Ulivieri