Contadini per passione. Il boom degli “hobby farmer” in fiera a Montichiari
Presidi ambientali e di biodiversità, custodi del paesaggio agrario, veicoli di una nuova rete sociale che ruota intorno alla passione dell’orto familiare. Sono questi gli aspetti che caratterizzano l’hobby farmer, il contadino hobbista, un universo che va dal proprietario di un piccolo appezzamento lavorato nel tempo libero allo sperimentatore dell’orto in terrazzo. Perché, quel conta, che siano piante aromatiche sul balcone o piccoli frutteti nel brolo della casa di campagna, coltivare sta appassionando milioni di italiani.
A loro è dedicata la “Fiera di vita in campagna”, collegata all’omonima rivista, che fino a domenica 23 marzo anima, nella sua quarta edizione, i padiglioni della Fiera di Montichiari (Brescia). Nella passata edizione i visitatori sono stati 34.000, oggi si è registrato un incremento del 50% delle presenze rispetto alla giornata inaugurale dello scorso anno.
La nuova edizione, ampliata nelle dimensioni per un totale di 24mila metri quadri espositivi, offre oltre cento corsi pratici gratuiti in una fattoria costruita dal vivo, mostra mercato per hobbisti dell’agricoltura e un intero padiglione dei quattro, l’ottavo, destinato al “Salone di origine – Prodotti tipici & territorio”. «La fiera è nata nel 2011 per andare incontro ai nostri 83mila lettori che ci chiedevano di trasportare dalla carta a un luogo fisico ciò di cui si scriveva nel giornale per incontrarsi. Dietro a loro esiste però un mondo articolato», racconta Giorgio Vincenzi, direttore del mensile Vita in campagna.
E Nomisma insieme a Vita in campagna ha provato a quantificarlo questo mondo, con dati e tendenze (indagine del 2012, unica al momento disponibile sul fenomeno). Un milione e 200mila (il 2,4% della popolazione con più di 18 anni) sono infatti in Italia gli agricoltori hobbisti, ovvero coloro che coltivano almeno un ettaro di terreno a uso familiare o per avere un piccolo reddito integrativo. Molti di più gli amanti del verde che non rientrano in questa categoria: 2,7 milioni (5,3% della popolazione over 18) i fautori di orti domestici e 3,5 milioni gli entusiasti di giardinaggio (6,9% della popolazione).
Un movimento ampio e diffuso in tutto il Bel Paese. La prima regione per numero di hobby farmers è l’Umbria (4,4% sul totale della popolazione regionale) seguita da Basilicata (4,2%), Sicilia (4%), Lazio (3,7%). Se il Centro-sud è primo nella classifica, al Nord in testa c’è l’Emilia Romagna (2,2%), seguita da Liguria (2,1%), Friuli Venezia Giulia (1,9%), Veneto (1,7%), Trentino Alto Adige (1,6%), Lombardia e Valle d’Aosta (entrambi 1,4%). I coltivatori di orto vedono invece in testa la Valle d’Aosta (12,1% sul totale della popolazione regionale), seguita da Friuli Venezia Giulia e Umbria (9,6%), Trentino Alto Adige (8,2%), Toscana (7,7%), Veneto (7,4%) e Lombardia (7,3%).
Interessanti le motivazioni che portano gli italiani a coltivare in modo amatoriale. Il 60,2% degli orticoltori lo fa per mangiare prodotti genuini, il 54,9% per rilassarsi e stare all’aria aperta e un 20% per risparmiare sulla spesa. La destinazione della produzione è quasi interamente destinata alla famiglia (96,7%) o regalata a parenti e amici. Anche nel caso degli hobby farmers la spinta a coltivare viene da un’esigenza di rilassarsi e recuperare tradizione familiari perdutesi nel tempo (29,6%) ma soprattutto per assicurarsi alimenti sani (44%). Infatti il 70% degli agricoltori per passione è impegnato in attività di piccola trasformazione come olio, conserve, vino consumati per la quasi totalità in famiglia. Oltre alla produzione di frutta e ortaggi, il 26% alleva anche animali di bassa corte, in particolare galline, oche e anatre.
«Il dato interessante è che questi agricoltori per hobby, concentrati per il 62% in aree collinari o montane, rappresentano un fondamentale presidio ambientale e sociale di zone a rischio spopolamento – commenta Vincenzi – Inoltre coltivano varietà e allevano razze di animali solitamente non commerciali, garantendo la biodiversità e la sopravvivenza di varietà antiche e di animali in pericolo di estinzione. Si aggiunga che sono tutori del paesaggio agrario in cui vivono e il loro modo di coltivare, senza la necessità di produrre in modo intensivo, non deturpa la natura».
I corsi pratici sono lo specchio di alcune necessità espresse dai visitatori che vengono da una tradizione agricola familiare ma hanno perduto le conoscenze dei nonni. Tra i più richiesti ad esempio i corsi di potatura e innesto delle piante, due delle tecniche agronomiche più difficili e importanti per la produttività del frutteto. Altri incontri sono focalizzati sulla difesa delle piante da frutto e dell’orto, sulla coltivazione del castagno e sulla produzione di vino, sull’allevamento di animali da cortile, sull’imparare a degustare olio d’oliva e miele. Altri ancora, di carattere seminariale, indagano invece alcuni fenomeni in aumento.
Sabato 22 marzo alle 11 (Centro Congressi, sala A) nel convegno “Gli orti comunali: un fenomeno sociale in continua espansione” saranno forniti numeri e testimonianze, attraverso il confronto con esperti a livello nazionale. Al di là di produrre ortaggi, gli orti urbani sono catalizzatori di socialità, «un elemento che nelle nostre comunità non è molto presente», come spiega Cristina Bertazzoni dell’Università di Brescia e consulente per Slow food. L’orto, comunale o scolastico o nel parco che sia, «è attivatore di processi, di relazioni e scambio di conoscenze ed esperienze tra generazioni, etnie e professionalità diverse, aumentando il cosiddetto empowerment comunitario, primo passo per diventare cittadini proattivi nei confronti di vari aspetti che coinvolgono la città – commenta la docente – Un fenomeno, questo, che le amministrazioni comunali dovrebbero accompagnare a livello di team building, una sorta di start up dell’orto, per garantire la capacità di fare rete».
Sempre sabato, infine, si parlerà di fattorie sociali (Centro Congressi, Sala B, ore 15.30), piante aromatiche e alimenti nella dieta e nella cucina per la salute (Sala A, ore 14.30). Tutti i giorni invece si potrà visitare il padiglione 5 che ospita idee per la casa in campagna, dal fai-da-te al riscaldamento domestico a basso impatto ambientale.