Cheese 2009 fa scuola
All’interno della Settimana Europea per la Riduzione di Rifiuti si è svolto, giovedì 26 novembre, presso il Teatro Politeama “Boglione” di Bra, il convegno dal titolo “Cheese 2009: le forme del latte”, incentrato sull’analisi dell’evento internazionale dedicato al formaggio organizzato, con cadenza biennale, da Slow food.
Se la città di Bra ha da pochi giorni guadagnato il riconoscimento nazionale di Comune a 5 Stelle grazie alle politiche di sensibilizzazione e di sostegno alle “buone pratiche locali” (realizzate attraverso un articolato progetto che investe la gestione del territorio, l’impronta ecologica della macchina comunale, i rifiuti, la mobilità sostenibile e i nuovi stili di vita), Cheese si inserisce perfettamente in questo filone, con una manifestazione che ha saputo promuovere un più corretto e consapevole comportamento verso l’ambiente sia da parte degli espositori che dei consumatori.
Dal convegno – a cui hanno preso parte, di fronte a un numeroso pubblico di cittadini e scuole superiori, il sindaco, Bruna Sibille, l’ assessore all’ambiente della provincia di Cuneo, Luca Colombatto, il Segretario nazionale di Slow Food, Silvio Barbero, il responsabile di area Novamont, Albero Castellanza, e il presidente del Consorzio albese-braidese servizio rifiuti (Coabster), Anna Bechis – è emerso che grazie al lavoro coordinato dell’amministrazione comunale, delle aziende produttrici di bioplastiche, delle imprese di raccolta e smaltimento dei rifiuti e, soprattutto, dei volontari che hanno presidiato le 39 postazioni di raccolta differenziata è stato possibile riutilizzare ben il 51% dei rifiuti prodotti.
Ciò significa che su 100 kg di rifiuti raccolti, più della metà hanno trovato un nuovo impiego con un risparmio, in termini di emissioni di CO2, pari a quello che avrebbero prodotto 350 automobili percorrendo la distanza di 100 km.
“La realizzazione di un evento a impatto zero non è semplice”, spiega Maria Luisa Cappellino di Slow Food, “ma è una questione di coerenza. La nostra associazione promuove il cibo buono, sano e pulito, il che significa che oltre alla garanzia del gusto dobbiamo fornire anche quella del rispetto dell’ambiente in cui il cibo è stato prodotto e consumato. Nell’organizzare una fiera di queste dimensioni [l’ultima edizione di Cheese ha registrato oltre 160.000 presenze, n.d.R.] occorre considerare le conseguenze della manifestazione, ciò che resta alla fine dell’evento e dunque occorre attuare tutte le misure necessarie affinchè ciò che resta possa essere recuperato e riutilizzato”.
Occorre cioè trovare un metodo. “La principale linea guida”, spiega Cappellino, ”è stata il buon senso. Abbiamo cominciato a pensare che gli scarti possono essere una risorsa, invece che un problema. Che avremmo dovuto promuovere relazioni e cercare la cooperazione di altri enti (pubblici e non) che si occupano concretamente dello smaltimento dei rifiuti. Che il materiale utilizzato per l’evento doveva essere biodegradabile al 100% e dunque, una volta ridotto a rifiuto, invece di inquinare sarebbe dovuto servire come nutrimento per la Terra. Tutte queste considerazioni ci hanno portato a contattare l’amministrazione del Comune di Bra, l’azienda leader nella produzione di mater-bi, Novamont, il Coabster, l’impianto di compostaggio ubicato presso Acea Pinerolese Industriale – realtà con e grazie alle quali Cheese 2009 è stato possibile”.
I risultati sono stati notevoli. Ma come ci ricorda Roberto Cavallo, membro del consiglio direttivo dell’ACRR (Associazione Comuni e Regioni per il Recupero e la Gestione Sostenibile delle Risorse) e moderatore del convegno, migliorabili. “Affinché le nostre città smettano di assomigliare a tante Leonia” ammonisce citando Calvino “è necessario uno sforzo da parte di tutti, ogni giorno. E’ necessario un cambiamento radicale di mentalità supportato dalle best practices dei comuni in cui viviamo, in modo da poter raggiungere in un futuro non troppo lontano quel 65% di recupero dei rifiuti che la nostra legge prevede già oggi”.
Elena Marcon