Annuario “TuttoBio 2015″: il settore si rinnova verso nuove forme di commercializzazione
Un mercato dinamico, con una domanda che, maturando, si sposta anche sui prodotti non food e un’offerta in evoluzione, per rispondere alle domande di consumatori sempre più preparati ed esigenti. È questa l’immagine del settore biologico delineata da TuttoBio 2015, l’annuario curato da Achille Mingozzi e Rosa Maria Bertino che raccoglie 11.000 indirizzi di produttori, strutture ricettive e punti vendita reali e virtuali, giunto, quest’anno, alla ventunesima edizione. A vincere sono da una parte i cosmetici e i detergenti biologici certificati, dall’altra le nuove forme di commercializzazione (vedi il boom dei siti di e-commerce), mentre i modelli più tradizionali, che hanno segnato la crescita del biologico dall’inizio – dagli agriturismi ai mercatini, fino ai gruppi d’acquisto solidali – sembrano aver esaurito le proprie potenzialità, almeno momentaneamente.
Osservando i dati relativi al 2014, la maggiore percentuale di crescita si rileva per le bioprofumerie (+114%), passate da 49 a 105: “L’interesse per l’apertura di questo tipo di attività è elevato e attira soprattutto un pubblico giovane e femminile. E pur essendo negozi specializzati con una storia recente, si sono già formate le prime reti” di franchising, spiega il rapporto. Numeri ancora piccoli, è vero, ma che rendono l’idea di una domanda di prodotti biologici diversi da quelli alimentari in rapido aumento. Tendenza testimoniata anche dalla crescita di quasi il 50% degli e-commerce di cosmetici, passati dai 70 del 2013 ai 104 l’anno scorso. Nello stesso periodo, le aziende di cosmetici e detergenti certificati sono salite da 215 a 250.
Se i siti web di vendita di creme, profumi e detersivi bio hanno registrato performance positive, non vanno male neanche i negozi on line di alimenti organici, passati da 210 a 241 siti web dal 2013 al 2014, con un aumento del 15%. In parallelo, anche se su scala più bassa, si osserva la crescita di negozi (+6%): “La sfida sul territorio si sta giocando sulla piazza di Milano, dove hanno aperto i punti vendita pilota di nuove catene”, si legge nell’annuario. Si conferma inoltre “un’elevata incidenza delle varie forme di aggregazione, che raggiunge il 58% dei negozi”. Crescono anche i prodotti bio a marchio nei supermercati, passando da 1.742 referenze nel 2013 a 1.858 nel 2014. In lieve aumento i gruppi d’offerta: ai 25 rilevati nel 2013, l’anno scorso se ne sono aggiunti altri 4. Dinamiche segno di un’offerta in evoluzione, per rispondere a una domanda sempre più ampia, ma anche esigente e articolata. E un’evoluzione simile, già iniziata da alcuni anni, è ancora in corso nelle aziende agricole, dove all’aumento della vendita diretta (+2,5%) si accompagna un’ulteriore crescita delle fattorie didattiche (+4%), risultato di quella multifunzionalità sempre più comune nelle imprese agricole biologiche.
Altrettanto positivo è l’aumento dei locali di ristorazione, soprattutto se si considera la situazione generale del comparto convenzionale, che nel 2013 ha registrato una diminuzione di 9.000 unità. Bar, trattorie, bistrot e gastronomie biologiche sono aumentate nel 2014 del 16%, lo stesso tasso di crescita già registrato l’anno precedente. “Il segmento trainante è sicuramente quello vegetariano e vegano. Come dimostra l’avvio della catena Veggy Days, la prima rete in franchising di ristorazione biologica e vegana in Italia”, spiega l’annuario, in cui si rileva anche che “da tempo la ristorazione bio è in sala d’attesa per una regolamentazione europea o nazionale”. In leggera crescita anche le mense che servono prodotti biologici: nel 2014 se ne registrano 13 in più.
Sono invece in stand by i settori in cui il biologico ha messo prima le radici e che hanno spinto la sua crescita in passato. In lieve flessione gli agriturismi biologici (-1%), in diminuzione i mercatini (-4%), stabili i gruppi d’acquisto solidali, che dal 2004 al 2013 erano invece esplosi facendo segnare un +508%. Modelli organizzativi e forme di business che hanno fatto il loro tempo o forse, più probabilmente, ambiti da ripensare e reinventare, con molti spazi per un ulteriore sviluppo.
L’edizione numero 21 di TuttoBio, accompagnata dal rinnovamento del relativo sito web Biobank.it, è dedicata a quanti hanno scelto il biologico per iniziare una vita diversa: “Per alcuni la molla è il ritorno alla natura, come un bisogno essenziale, insopprimibile, che richiede però un cambio radicale di vita. (…) Per altri a muovere tutto sono le passioni, intese come talenti, coltivate negli anni, che si trasformano in una reale opportunità di lavoro”, scrivono nell’introduzione i curatori del volume, Mingozzi e Bertino. Ci sono la bella storia di Martina Olivieri, 33 anni, che ha lasciato un lavoro nel marketing a Parigi per sviluppare nelle Marche un progetto di produzione di superfood crudo, biologico e vegano, e quella altrettanto coraggiosa di Daniela Pascucci, industrial designer e oggi titolare di una biscotteria naturale nel ravennate. E ancora, ci sono la storia di Osvaldo De Falco, giovane manager tornato in Calabria per investire in un progetto di e-commerce 2.0 di agrumi biologici, e quella di Caspar Vrensen e Annemieke Kranendonk, che hanno lasciato l’Olanda e due lavori di consulenza e pubbliche relazioni per dedicarsi alla coltivazione di zafferano biologico nelle Marche.
Veronica Ulivieri