Zaia apre a McDonald’s ma blocca gli OGM
Dopo il noto (e contestatissimo) morso al panino della McDonald’s interamente Made in Italy, il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia torna alla difesa del suolo nazionale e sceglie questa volta la via dura contro la liberalizzazione agli Organismi Geneticamente Modificati voluta dalla Commissione UE, che lo scorso 2 marzo ne ha autorizzato la coltivazione, dopo 12 anni di moratoria. “Sono certo di riuscire ad interpretare il volere del 75% degli italiani”, ha detto. “Fino a quando sarò ministro in Italia non passeranno”.
Venerdì 19 il passaggio dalle parole ai fatti: Zaia ha firmato, davanti alle telecamere, un decreto che blocca ogni coltivazione del mais Ogm, in deciso contrasto con le decisioni della Commissione, che invece autorizzava il transgenico della Monsanto in Italia. Le strade per opporsi erano due: esercitare la clausola di salvaguardia che spetta di diritto a ogni membro della UE, per svincolarsi rispetto alle direttive centrali, o fare un gesto plateale, in questo caso un decreto, non strettamente necessario, ma altamente dimostrativo.
“L’Italia è la culla della biodiversità, con 4500 prodotti tipici frutto di secoli e secoli di storia – ha affermato Zaia. “E poi non è dimostrato che i coltivatori guadagneranno di più vendendo Ogm, che coprono l’1% della produzione in Europa, e sono prodotti per l’80% in Spagna”. Il Ministro ha infine aggiunto: “che utilità hanno? Non servono mica per decreto a sfamare i paesi poveri del mondo? L’Italia, con un loro ingresso, sarebbe presto in preda alle multinazionali, che speculano sui brevetti, anziché sulla coltivazione”.
La posizione del Belpaese sembra chiara ed omogenea, fedele agli umori interni. C’è però un punto che resta ancora poco chiaro: perché il Ministro Zaia non interviene sull’uso della farina di mais geneticamente modificata, impiegata per produrre ogni anno 14 milioni di tonnellate di mangime, con cui si sfamano i bovini e i suini che finiscono sulle nostre tavole? Quelli, per intenderci, che saranno i prosciutti e i salami (e non solo) dell’eccellenza gastronomica italiana. In qualche modo, si può dire, gli Ogm escono dalla porta ma rientrano dalla finestra delle nostre più tradizionali diete alimentari.
Letizia Tortello