World Political Forum (prima parte)
La sala Kyoto di Torino Esposizioni, gremita, ha invano atteso l’arrivo di Mikhail Gorbachev: il Presidente del World Political Forum non si è presentato all’‘incontro sulle energie rinnovabili e ha inviato il suo discorso, che è stato letto dal moderatore Maurizio Molinari, corrispondente dagli Stati Uniti de La Stampa, volenteroso, ma privo del necessario carisma per dare anima alle parole di un gigante della politica e della storia mondiale.
Il testo parlava il linguaggio spoglio della verità: l’attuale crisi – scrive Mikhail Sergeevič - è figlia della mancata comprensione del messaggio che lui stesso lanciò quando era Segretario Generale dell’Unione Sovietica: la perestrojka non era una iniziativa politica sovietica a uso interno, bensì una svolta radicale nella gestione della cosa pubblica, un invito rivolto a tutto il mondo per cambiare direzione, radicalmente.
Ancora oggi invece il blocco occidentale vede in quella assai coraggiosa decisione una occasione di giubilo per la resa del nemico sovietico. Ne seguirono i tentativi, che conosciamo bene, di esportare i propri modelli politico-economici, a volte anche con la violenza e con esiti poco onorevoli.
Per questo ora, per uscire dalla crisi, occorre rivedere profondamente il nostro stile di vita, intervenendo sui disequilibri economici della popolazione mondiale e rivedendo il rapporto fra noi e la natura, passando non al 20 o al 50%, ma al 100% di produzione di energia da fonti rinnovabili, presupposto indispensabile per un mondo senza guerre. Un messaggio inequivocabile.
Roberto Camatel