Un capitale naturale speso troppo in fretta: la strategia Ue per la biodiversità
Il patrimonio naturale del pianeta e le risorse naturali, dalle singole specie a ecosistemi complessi come le foreste, le barriere coralline, i bacini idrici e i suoli, si stanno riducendo ad un ritmo allarmante. La perdita di biodiversità costa ogni anno miliardi all’economia mondiale, danneggia le singole economie, compromette le prospettive economiche e le possibilità di combattere la povertà.
In Europa, la perdita di biodiversità è dovuta principalmente a cambiamenti nell’utilizzo del territorio, all‘inquinamento, allo sfruttamento eccessivo delle risorse, alla diffusione incontrollata di specie non autoctone e ai cambiamenti climatici. La pressione esercitata da tutti questi fattori è costante o in aumento. Solo il 17% degli habitat e delle specie esaminati godono di uno stato di conservazione soddisfacente e la maggior parte degli ecosistemi non riesce più a fornire in quantità e qualità ottimali i servizi da cui dipendiamo, come l’impollinazione delle colture, aria e acqua pulite, il controllo delle inondazioni o dell’erosione.
Il ritmo attuale a cui le specie si estinguono sul nostro pianeta è mille volte superiore a quello naturale, a causa soprattutto delle attività umane. Nell’UE circa il 25% delle specie animali europee, tra cui i mammiferi, gli anfibi, i rettili, gli uccelli e le farfalle, sono a rischio di estinzione, mentre l’88% degli stock ittici sono troppo sfruttati o molto depauperati.
Nell’ambito di questo contesto piuttosto allarmante, il 3 maggio la Commissione UE ha presentato una nuova strategia per proteggere e migliorare lo stato della biodiversità in Europa nel corso del prossimo decennio. La strategia prevede sei obiettivi che hanno l’obiettivo di ridurre la pressione che i principali fattori responsabili della perdita di biodiversità esercitano sulla natura e sui servizi ecosistemici nell’Unione Europea. Tutte le principali politiche settoriali del’UE dovranno, di conseguenza, essere vincolate a obiettivi relativi alla biodiversità.
Sono stati tuttavia presi in considerazione anche aspetti di portata mondiale, in modo che l’UE possa contribuire a contrastare la perdita di biodiversità sull’intero pianeta. La strategia è in linea con gli impegni assunti dall’UE l’anno scorso a Nagoya, in Giappone, durante l’ultima conferenza dell’ONU relativa alla biodiversità.
Il Commissario Europeo per l’ambiente, Janez Potočnik, ha dichiarato che “gli esseri umani, oltre ad essere parte integrante della biodiversità, dipendono da essa per procurarsi cibo, acqua e aria pulite, e un clima stabile. È il nostro capitale naturale, che stiamo spendendo troppo in fretta. Dovremmo – continua Potočnik - riconoscere la gravità della situazione e l’incapacità finora dimostrata di risolvere il problema”.
Come sottolinea il Commissario, la situazione in Europa non è delle più rosee. Sul territorio europeo infatti, la biodiversità è a un punto critico con l’estinzione delle specie che aumenta a ritmi mai registrati prima. Il degrado di molti ecosistemi ha raggiunto un’entità tale per cui essi non sono più in grado di fornire l’ampia gamma di servizi da cui dipendiamo, dall’aria e acqua pulite, all’impollinazione delle colture, alla protezione dalle inondazioni. Tale degrado si traduce in enormi perdite socioeconomiche per l’UE. Si stima, ad esempio, che l’impollinazione ad opera degli insetti, in netto calo in Europa, abbia un valore economico di 15 miliardi di euro all’anno nell’UE.
La nuova strategia adottata dalla Commissione prevede sei obiettivi prioritari e azioni d’accompagnamento per ridurre in modo sostanziale le minacce che incombono sulla biodiversità. Tra le azioni, sono previste la piena attuazione della normativa vigente in materia di protezione della natura e della rete di riserve naturali, onde apportare ingenti migliorie allo stato di conservazione di habitat e specie; il miglioramento e la ripristinazione degli ecosistemi e dei servizi ecosistemici laddove possibile, in particolare aumentando l’uso delle infrastrutture verdi; la garanzia della sostenibilità delle attività agricole e forestali; la salvaguardia e la proteggere degli stock ittici dell’UE; il contenimento di specie invasive, sempre più spesso causa della perdita di biodiversità; e l’aumento del contributo dell’UE all’azione concertata internazionale per scongiurare la perdita di biodiversità.
L’intera strategia è in linea con due grandi impegni assunti dai dirigenti europei nel marzo del 2010, ossia porre fine alla perdita di biodiversità nell’UE entro il 2020 e proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici dell’UE, attribuirvi un valore e ripristinarli entro il 2050. Va anche di pari passo con gli impegni internazionali assunti a Nagoya nell’ottobre del 2010, nell’ambito della convenzione sulla diversità biologica, in occasione della quale i leader mondiali hanno adottato una serie di misure per far fronte alla biodiversità a livello mondiale nei prossimi dieci anni.
Parte integrante della strategia Europa 2020, la strategia sulla biodiversità contribuirà a far sì che l’UE raggiunga non solo gli obiettivi che si è data in fatto di efficienza delle risorse, garantendo una gestione sostenibile del proprio capitale naturale, ma anche quelli in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai medesimi, migliorando la resilienza degli ecosistemi e i servizi da essi forniti.
Donatella Scatamacchia