Tavolo dei sindaci antismog: Provincia e Comune di Milano si dividono
Nulla di fatto, per adesso, per le attese misure antismog proposte dalla Provincia di Milano. A sorpresa, ieri sera, dopo quasi 4 ore di tavolo, il “patto tra i sindaci“ (presenti una cinquantina, su 134) non è stato sottoscritto. Si tratta di un protocollo, attraverso il quale Palazzo Isimbardi intende trovare misure condivise, sul territorio, per l’ambiente e contro l’inquinamento. Seppur condividendo le proposte, i sindaci hanno preferito non votarle, preoccupati per l’impatto sui mezzi pubblici. Intanto, è di nuovo polemica tra la Provincia e il Comune di Milano, con l’assessore comunale all’ambiente che accusa: “La Provincia non sa coordinare il piano antismog”, e l’assessore provinciale Cristina Stancari, che ci ha concesso un’intervista, che ribatte: “ Palazzo Marino non fa gioco di squadra e spara a zero alla prima difficoltà. Ancora una volta, il Comune ragiona in una prospettiva milanocentrica”.
D) Assessore, cosa prevedeva la bozza del protocollo di collaborazione che avete presentato?
R) Palazzo Isimbardi ha lavorato per offrire misure condivise e strategie comuni immediatamente attuabili, con il sostegno di tutti gli attori coinvolti. In pratica, dopo una settimana di Pm10 oltre i 75 microgrammi di media in tutta l’area metropolitana o dopo dieci giorni di valori medi sopra la soglia di 50 microgrammi, erano previsti interventi straordinari.
D) Quali ad esempio?
R) Nei momenti di emergenza scatta il divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 3 senza filtro antiparticolato, in determinate fasce orarie; si è inoltre proposta la riduzione della temperatura di 1°C, per due ore, e l’invito alla chiusura delle porte dei negozi, per ridurre le dispersioni termiche.
D) Come giudica la riunione di ieri sera?
R) Si è trattato di un incontro positivo, che finalmente ha prodotto una base condivisa su cui potremo lavorare insieme.
D) Cosa avverrà ora?
R) Ogni sindaco si confronterà con la propria giunta e il proprio consiglio comunale e presenterà le sue osservazioni. Mercoledì si terrà la prima riunione della cabina di regia, a cui in molti hanno chiesto di partecipare e che potrà portare a un protocollo con regole definite e accolte da tutti.
D) Lei è assessore da appena un mese, eppure ha già promosso il “tavolo dei sindaci” della provincia di Milano per l’ambiente. Qual è l’obiettivo che vi proponete?
R) Secondo noi è fondamentale, soprattutto quando si parla di ambiente e di territorio, proporre delle misure condivise e attuare delle strategie comuni immediatamente attuabili, con il sostegno di tutti i Comuni dell’area metropolitana. Del resto, questo è l’unico modo per rendere efficaci le misure. Il nostro metodo è orientato alla massima trasparenza e chiarezza, anche verso i cittadini. Questa è sicuramente una strada più lunga, ma è l’unica che alla fine porterà a misure concrete.
D) Lavorare insieme, dunque…
R) Sì. Come Provincia siamo convinti che per migliorare la qualità dell’aria, e quindi diminuire le emissioni inquinanti, è necessario, da parte nostra, garantire il coordinamento delle iniziative adottate dai singoli Comuni del territorio attraverso la convocazione di tavoli istituzionali, assemblea dei sindaci e tavoli tecnici per la qualità dell’aria.
D) Un’aria che nel territorio provinciale non è affatto buona, nonostante le misure prese finora. Perchè?
R) Le emissioni di PM10 e di NO2 sono inferiori alla media europea, tuttavia le concentrazioni di queste inquinanti permangono al di sopra dei livelli fissati dalle Direttive Europee vigenti. Il motivo è anche dato dalle peculiari condizioni orografiche e meteoclimatiche del bacino padano e dalla densità abitativa e lavorativa.
D) Secondo lei, le misure antismog messe in atto dal Comune di Milano sono efficaci? Perché?
R) Come Provincia abbiamo fortemente criticato il blocco del traffico, non come misura ma come metodo. Avevamo intrapreso un percorso unitario per tutte le amministrazioni comunali, che andava rispettato. Certe fughe in avanti non sono positive…
D) Quali sono le iniziative della Provincia per stimolare una più diffusa e penetrante cultura dell’ambiente tra i cittadini?
R) Quello della formazione dei cittadini è un impegno che ho molto a cuore. Credo che la cultura dell’ambiente inizi da piccoli. Per questo, abbiamo proposto nelle scuole il Progetto Pegaso, che invita i bambini ad adottare un albero. È un piccolo passo, che però crea già nei più piccoli un’attenzione all’ambiente.
D) Avete intrapreso anche altre azioni?
R) Ovviamente, reputiamo molto importante la fase di monitoraggio della qualità dell’aria. Per valutare i costi e l’efficacia di possibili interventi, la Provincia ha contribuito finanziariamente a un progetto di ricerca proprio sull’aria, avviato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, in collaborazione con le Università di Milano Bicocca e Bocconi.
D) In un momento in cui si parla di abolizione delle Province, qual è l’importanza di questo ente proprio nel settore dell’ambiente e del territorio?
R) Parlare di smog o di altri problemi legati all’ambiente significa ragionare in termini di area metropolitana, di un territorio cioè più vasto di quello comunale. Credo che se non ci fosse la Provincia, non ci sarebbe nessun ente, oggi, in grado di coordinare misure congiunte e prospettive che vadano al di là del singolo comune.
Agnese Pellegrini