Soros propone di attingere al FMI e la proposta piace a Greenpeace
Il finanziere miliardario George Soros ha suggerito ieri a Copenhagen di usare le risorse del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) per aprire i rubinetti dei finanziamenti per la lotta al cambiamento climatico, in discussione in questi giorni. Secondo Soros, le nazioni sviluppate potrebbero investire una parte dei loro 283 miliardi di dollari di diritti speciali di prelievo del Fmi in progetti per il taglio delle emissioni nei paesi emergenti. Con questi progetti si pagherebbero gli interessi sui 100 miliardi di dollari (proposti) da spendere nel prossimo decennio. Le riserve di oro del Fmi garantirebbero capitale e interessi. Soros ha tuttavia affermato di essere consapevole dei tanti ostacoli alla sua proposta, compresa l’approvazione del congresso Usa e quella del direttore del Fmi.
Il vertice Onu in corso nella capitale danese per trovare un accordo sul clima che sostituisca il protocollo di Kyoto è infatti bloccato sulle ripartizioni dei costi per ridurre le emissioni e rischia l’empasse a causa dell’irrigidirsi della contrapposizione tra i paesi industrializzati e gli emergenti, capitanati da India, Cina, Brasile e Sud Africa.
La proposta di Soros ha ottenuto un riscontro positivo dall’associazione ambientalista Greenpeace: “Il denaro – ha detto il direttore generale di Greenpeace internazionale, Kumi Naidoo – è una delle chiavi per un buon risultato a Copenaghen. Ma il denaro da solo non basta. Abbiamo bisogno di volontà politica per aggiudicarsi il trattato, ambizioso e giuridicamente vincolante, necessaria per evitare i cambiamenti climatici catastrofici”.