“Salva ILVA”: secondo la Corte il decreto del 2015 è incostituzionale
La Corte Costituzionale, con la sentenza numero 58 depositata il 23 marzo, ha sancito l’illegittimità del decreto “Salva-ILVA” del luglio 2015, il nono di una lunga serie emanata dai Governi in carica. In particolare si tratta del decreto con cui, di fatto, si aggirava il provvedimento di sequestro dell’altoforno n. 2 all’indomani dell’ennesima morte sul lavoro, quella dell’operaio Alessandro Morricella. Un provvedimento che, ancora una volta, secondo i comitati locali e le associazioni ambientaliste, mise il Governo “dalla parte della produzione e del profitto a danno delle persone”.
La Corte ha evidenziato come nel decreto non fosse prevista alcuna prescrizione stringente per evitare che una simile tragedia si potesse ripetere, mantenendo inalterato il rischio per altri operai nel medesimo posto di lavoro. “Al di là di quanto questa sentenza potrà prevedere in termini pratici per la fabbrica – scrive in una nota stampa il comitato Giustizia per Taranto – registriamo la conferma di quanto la città ripete da anni: ai governi non importa proprio nulla dell’occupazione e della sicurezza dei lavoratori, ancor meno dell’ambiente. Tutti i decreti sono serviti unicamente a garantire la produzione e, con essa, le banche in credito col siderurgico”.
Per questo motivo le associazioni locali, a seguito del provvedimento della Corte, chiedono alla Procura di Taranto, di ricorrere anche contro il decreto del 2012, “quello da cui tutto ebbe inizio”, ovvero il provvedimento che consentì agli impianti sequestrati di continuare la propria attività senza le dovute tutele ambientali e di sicurezza. La Procura tarantina già a fine 2012 ricorse alla Consulta, ma questa allora lo respinse concedendo tempo all’ILVA per adeguarsi alle prescrizioni previste dalla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. Il tempo per intervenire concesso all’azienda finì nel 2015 senza che si ottemperasse, in realtà, a quanto previsto.
“L’illegittimità però – spiegano da Giustizia per Taranto – non interviene in automatico e può essere sancita solo da un nuovo ricorso della Procura; che è esattamente quanto ci aspettiamo che avvenga adesso, per un’autentica tutela dei lavoratori e degli abitanti della città.”
Redazione Greenews.info