Rifiuti campani: Bruxelles chiede una soluzione entro giugno
“L’Italia non ha ancora applicato la sentenza della Corte di Giustizia Europea sui rifiuti in Campania. La situazione non è ancora stabile, dunque l’Unione Europea non sospende alcuna procedura”. Lo ha riferito, senza mezzi termini, il Commissario Europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, dopo un incontro con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini svoltosi a Bruxelles ieri pomeriggio, a cui hanno partecipato anche le massime cariche istituzionali campane, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il presidente della Provincia Luigi Cesaro e il governatore della Campania Stefano Caldoro.
La sentenza a cui fa riferimento il Commissario Potocnik è quella della Corte di Giustizia Europea che, nel marzo del 2010, ha condannato l’Italia per non essere riuscita a creare una rete di impianti adeguati a garantire lo smaltimento dei rifiuti, mettendo così in pericolo la salute umana e l’ambiente in Campania.
L’incontro, però, come hanno sottolineato gli stessi protagonisti, non è stato del tutto negativo. Potocnik e quindi l’UE, infatti, concedono all’Italia altri cinque mesi di tempo per dimostrare che il nuovo piano di gestione dei rifiuti in Campania è operativo e funziona concretamente. Si tratta del piano approvato dalla Campania lo scorso 30 dicembre e inviato a Bruxelles il 16 gennaio, il quale è stato definito dallo stesso Commissario come “un passo avanti importante”.
Da questo momento, la situazione in Campania sarà “una lotta contro il tempo”, ha continuato Potocnik, “un tempo non illimitato”, in quanto se entro giugno il calendario di attuazione delle diverse misure del piano, il cosiddetto cronoprogramma, non verrà attuato puntualmente, l’Unione Europea non rinuncerà a portare avanti la procedura d’infrazione che sta preparando contro l’Italia in ordine alla non esecuzione della sentenza del 4 marzo 2010. D’altronde, come ha sostenuto Clini, l’Italia ha tutto l’interesse affinché la Campania attui in maniera corretta il cronoprogramma. Il nuovo ricorso dell’UE, infatti, comporterebbe la richiesta di cospicue multe giornaliere, circa mezzo milione di euro al giorno, da pagare per tutta la durata della violazione del diritto comunitario, fin dalla prima sentenza.
L’unione Europea, dunque, seppur rigida nelle sue posizioni, si dimostra comunque fiduciosa nei confronti dell’Italia e della Campania in particolare. Questa fiducia viene dimostrata con lo sblocco di una parte dei fondi UE di coesione per lo sviluppo regionale che erano stati congelati proprio in attesa del nuovo piano campano. Anche in questo caso, il Commissario ha tenuto a puntualizzare che Bruxelles manterrà uno stretto controllo sull’utilizzo dei finanziamenti, che dovrà essere coerente con quanto richiesto dalla Direttiva europea 2008/98/EC riguardante la gestione dei rifiuti. Sulla base della Direttiva, qualsiasi programma di gestione dei rifiuti in territorio europeo dovrà rispettare delle priorità ben precise stabilite da una chiara “gerarchia” fra le diverse modalità di gestione dei rifiuti stessi: in primis, la prevenzione, poi il riuso, quindi il riciclaggio compreso il compostaggio, seguito dall’utilizzo degli inceneritori con il recupero di energia e, solo come ultima ratio, la messa in discarica dei rifiuti.
Effettivamente il programma campano, racchiude in sé le priorità europee. D’altronde le autorità locali della regione stanno attuando, da mesi, campagne di promozione e programmi di attuazione della raccolta differenziata porta a porta, ottenendo tra l’altro un notevole successo. Basti pensare che nella sola Scampia si è ottenuto il 65% di differenziata. A sottolinearlo è lo stesso De Magistris in una nota al termine della conferenza stampa del Ministro Clini e del Commissario Potocnik, affermando che “l’Europa ha riconosciuto all’amministrazione di Napoli l’aver avviato un nuovo corso in materia di rifiuti. In particolare, continua De Magistris, l’estensione della raccolta differenziata porta a porta e il trasferimento transfrontaliero, via nave, dei rifiuti secchi verso l’Olanda”. Ovviamente, allo stato attuale dei fatti, le autorità campane auspicano che si sblocchino proprio i fondi per il potenziamento della raccolta differenziata.
Si è trattato, dunque, di un incontro ricco di argomentazioni importanti dove sono state stabilite e precisate le posizioni degli attori in campo. Il punto decisivo è che tutti si sono trovati d’accordo sulla modalità di gestione dei rifiuti e su quelli che sono gli obiettivi dell’UE a medio e lungo termine. Come è stato più volte sottolineato, anche dallo stesso Potocnik, i rifiuti devono essere considerati una vera e propria risorsa. D’altronde, secondo uno studio della Commissione Europea pubblicato lo scorso 13 gennaio, una piena attuazione della legislazione UE sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l’anno, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore che gestisce i rifiuti e del settore del riciclaggio, creando oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020.
Donatella Scatamacchia