Passo corto e passo lungo per gli sherpa di Cancun in Cina
Il 4 ottobre si apre a Tianjin, in Cina, il quarto round di negoziati straordinari sul clima nell’ambito della Convenzione Onu sui Cambiamenti Climatici.
Cinque giorni di prove d’intesa, fino al 9 ottobre, tra i governi del mondo per tentare, in extremis, di preparare la miglior base d’accordo alla Conferenza Mondiale sui Cambiamenti Climatici (la sedicesima Conferenza delle Parti, Cop16) che si terrà a Cancun, in Messico, dal 29 novembre al 10 dicembre.
L’appuntamento cinese è un banco di prova decisivo per i delegati dei diversi Paesi, i cosiddetti “sherpa” (circa 2.500 rappresentanti di oltre 160 nazioni) che lavoreranno in parallelo su due binari distinti. Il primo gruppo (Awg-Lca) con il compito di fornire una soluzione globale a lungo termine. Il secondo gruppo (Awg-Kp) impegnato invece sulle più urgenti modifiche da attuare nel post-Kyoto, cioé oltre il 2012, con particolare attenzione agli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra dei 37 Paesi industrializzati che hanno ratificato il Protocollo.
Nel corso dell’anno, osserva il segretario esecutivo UNFCCC, Christiana Figueres, “i governi sono stati convergenti sulla necessità di istituire un’azione per il clima globale. A Tianjin, si dovrà ridurre il numero di opzioni sul tavolo, e capire cosa è realizzabile a Cancun“.
Niente più di questo, come conferma oggi il China Daily, che smorza in partenza le aspettative titolando “No binding deal expected” (Non si attendono accordi vincolanti). Il quotidiano cinese riporta l’intervista all’alto funzionario della Commissione per le Riforme Xie Zhenhua, che conferma la volontà comune, a Tianjin, di lavorare per ”ridurre le differenze e cercare compromessi“, in vista di un futuro accordo vincolante che non arriverà comunque prima della Conferenza del 2011 in Sud Africa (Cop 17).
“Per poter mandare avanti le negoziazioni”, precisa Xie con una buona dose di realismo politico, “tutti i paesi dovrebbero adottare un atteggiamento più flessibile sui punti principali e accettare qualche compromesso per raggiungere un risultato che potrebbe non soddisfare tutti, ma che sia accettabile per tutti. Questo sarà il nostro accordo finale”. “La Cina – conclude Xie – come paese in via di sviluppo si trova ad affrontare una sfida più difficile dei paesi sviluppati nel ridurre le emissioni di gas serra, perchè il nostro paese deve spingere la creescita economica, garantire migliori condizioni di vita e proteggere l’ambiente al tempo stesso.”
I dettagli di come ottenere questo risultato verranno forniti dal Governo cinese alle aziende e alle autorità locali in occasione del prossimo piano quinquennale 2011-2015.
Redazione Greenews.info