Parola agli amministratori, quinta puntata: Pierfrancesco Maran, Assessore all’Ambiente di Milano
Proseguono le conversazioni di Greenews.info con gli amministratori locali delle principali città italiane. Oggi Ilaria Donatio dialoga con l’Assessore all’Ambiente di Milano, Pierfrancesco Maran: classe 1980, una laurea in Scienze politiche, per due mandati, è stato consigliere di zona occupandosi principalmente di tematiche legate alla sosta e ai parcheggi, ai servizi ai cittadini e alla difesa e sviluppo del territorio. Tutte le interviste saranno pubblicate sulla pagine Twitter e Facebook di Greenews.info, dove chiunque potrà commentare o integrare le informazioni ricevute.
D) Assessore Maran, a parte le misure contingenti che l’Amministrazione assume tutte le volte in cui avviene l’esondazione del fiume Seveso, esiste una strategia complessiva contro gli allagamenti e i disagi provocati dalle piogge torrenziali?
R) Le esondazioni del Seveso avvengono da più di cinquant’anni: finalmente, oggi, esiste un piano condiviso da Comune, Regione e Governo sia per la costruzione di vasche di laminazione che conterranno il fiume entro i suoi argini, sia per la depurazione delle acque, che sono tra le più inquinate d’Italia. Il dato più rilevante è che questo piano, oltre ad essere condiviso dai tre enti, ha anche le risorse necessarie per essere realizzato integralmente in tre anni. Ora bisogna superare tutti gli ostacoli e le opposizioni che esistono alla sua realizzazione – tutti sono d’accordo finché le opere non sono costruite vicino a casa propria o al proprio Comune – e rispettare la tabella di marcia, perché non si può più attendere anche in considerazione del fatto che le precipitazioni non diminuiranno di certo. Una delle cose positive dello Sblocca Italia è anche il fatto che di fronte a progetti contro il dissesto idrogeologico, vi sono semplificazioni a favore della realizzazione dell’opera, anche nei ricorsi…
D) Qualità dell’aria: secondo i dati pubblicati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente nel rapporto “Air Quality 2014”, l’Italia è il Paese con il più alto numero di morti premature dovute all’inquinamento: si tratta di un problema che affligge tutta la pianura padana. Lei ritiene si possa arrivare a misure concertate per tutta l’area?
R) Per vent’anni si è pensato che il problema fosse solo delle città e non di tutta la Pianura Padana. Ma mentre nelle aree urbane – Milano, Torino ecc. – si sono presi, nel tempo, provvedimenti per la riduzione del traffico e dunque dell’inquinamento, fuori si è pensato si trattasse di una questione che non li riguardava. Bisogna sottolineare che i dati relativi al biennio 2013-2014, anche per ragioni meteorologiche, sono i migliori dell’ultimo ventennio: ma non solo non dobbiamo abbassare la guardia, occorre anche intensificare le azioni perché si tratta di questioni non ancora superate. Noi abbiamo messo a punto un programma intenso che ci ha consentito di ridurre il traffico urbano e sta migliorando l’efficienza energetica del riscaldamento domestico, però questi risultati hanno bisogno di maggiore determinazione, ad esempio, delle regole regionali: pensiamo al tema della limitazione dei veicoli diesel o al fatto che il trasporto merci possa essere meglio orientato su ferro e non su gomma.
D) A questo proposito, le politiche dell’Amministrazione per la mobilità hanno portato il bike sharing a buoni risultati: per quello che riguarda i servizi del moto e del car sharing, cosa ci può dire?
R) Nel 2011, Milano è stata definita dal TomTom Europe la “decima città più congestionata d’Europa“: oggi è molto lontana dai primi posti ma, nel frattempo, le nostre politiche hanno impresso una direzione decisa oltre che a decongestionare il traffico, anche a diminuire il numero di auto per abitante, un dato tipico dell’anomalia italiana nel contesto europeo. A Milano ci sono 55 auto per 100 abitanti che è poco rispetto alla media nazionale (65-70) ma è molto rispetto alle città europee con cui ci confrontiamo che sono scese a 30 auto per 100 abitanti. In buona sostanza, questo significa che noi usiamo il doppio dello spazio degli altri per parcheggiare, rinunciando ad avere piste ciclabili, corsie riservate e isole pedonali. Il car sharing, in particolare, è certamente il metodo più efficace per convincere i cittadini a fare a meno della seconda o della terza auto. E infatti è quello che è accaduto nel 2013, quando a fronte di duemila auto di car sharing le auto private si sono ridotte di 16mila. In generale, i sistemi di sharing possono essere un futuro della mobilità nelle grandi aree urbane: e Milano, da questo punto di vista, ha aperto il mercato a tutta Italia.
D) Il moto-sharing sarà elettrico?
R) Sarà anche elettrico, proprio come il car sharing: noi poniamo alcune regole a cui gli operatori privati si dovranno attenere, proponendo vantaggi per l’offerta di mezzi elettrici…
D) Passiamo ad un altro aspetto importante, la riqualificazione energetica degli edifici…
R) Al 2014 tutti gli edifici pubblici del Comune di Milano hanno ottenuto i certificati verdi perché riscaldati tramite fonti rinnovabili. Inoltre abbiamo un piano di sostituzione delle vecchie caldaie e la crescita del teleriscaldamento consentirà, l’anno prossimo, di collegare alcuni edifici storici del centro città, anche pubblici, che sono tra i più energivori. La vera sfida, oggi, è consentire un miglioramento sul lato dell’efficienza energetica negli edifici privati e per questa ragione abbiamo avviato un programma di lavoro – “Patti chiari per l’efficienza energetica” - con le banche e con gli amministratori di condominio per favorire la crescita di questi investimenti, che oltre ad essere una scelta green potrebbero far ripartire l’economia edile.
D) L’Italia non ha rispettato la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 2007, che ha constatato l’inadempimento alle direttive sui rifiuti. Per questo, la notizia è di pochi giorni fa, il nostro Paese è stato condannato a pagare 40 milioni di euro ogni sei mesi, fino all’esecuzione della sentenza. Qual è lo stato dell’arte nel capoluogo lombardo?
R) Intanto, non condivido questa visione che spesso all’estero hanno dell’Italia, dovuta ad alcune pessime gestioni ben localizzate… Al Nord come al Sud, invece, ci sono tantissime eccellenze dalle quali paesi che prendiamo come esempio avrebbero tutto da imparare: Milano è la prima grande città in Europa ad avere la raccolta dell’organico sul 100% della città. Questo ci ha consentito di superare il 50% di raccolta differenziata: tra le città sopra il milione di abitanti, in Europa, solo Vienna viaggia su percentuali analoghe. Dunque, oltre a segnalare le criticità che esistono nel Paese, vanno anche segnalate le eccellenze che ci sono. Oltre tutto investire nei rifiuti, significa far crescere un’economia che resta sul territorio perché molte materie sono smaltite e valorizzate nel raggio di 100 km rispetto a dove sono state raccolte.
D) Come procedono i programmi di educazione ambientale nelle scuole?
R) Ora che abbiamo toccato il 54% di raccolta differenziata, dal punto di vista industriale sono pochi i miglioramenti che in questa fase possiamo fare, ma ce ne sono di qualificanti che possiamo realizzare dal punto di vista culturale. Due su tutti legati al mondo della carta: in queste settimane, a Milano e a Torino, sono in corso le Cartoniadi che sono un modo per coinvolgere tutti i quartieri della città in una sana competizione che darà un premio alla scuola vincente. Nel mese di gennaio, inoltre, tutte le classi delle scuole milanesi saranno dotate di un contenitore per la raccolta della carta che oggi viene fatta a livello di edificio e non ancora di classe…
Ilaria Donatio