Obiettivo defiscalizzazione e riconversione del territorio. Intervista a Angelo Bonelli
In vista delle elezioni 2013 di febbraio proseguono le interviste di Greenews.info a politici e amministratori, per cercare di comprendere, quali siano i programmi più concreti e credibili a favore dell’ambiente e della green economy.
“Prendiamo atto della pressoché totale espulsione degli ecologisti dall’alleanza Pd-Sel, a partire dalle candidature che il maggior partito del centro-sinistra ha presentato”. Angelo Bonelli, presidente della Federazione dei Verdi Italiani, è lapidario nel ribadire la tesi già formulata, pochi giorni fa, di fronte al Consiglio Federale Nazionale, occasione in cui è stata ufficializzata l’adesione al movimento Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.
La relazione di Bonelli è stata votata all’unanimità dal Consiglio, insieme alle seguenti richieste: quella di sostituire il colore nero della scritta “INGROIA” con il colore verde; quella di integrare il programma del procuratore aggiunto di Palermo (in aspettativa per motivi elettorali) con l’idea di una conversione ecologica complessiva della società; infine, quella di costruire liste equilibrate, formate da persone competenti provenienti dalla “società civile” e dalle forze politiche, e caratterizzate dalla parità di genere.
Oggi sappiamo che almeno l’ultima delle tre proposte avanzate dai Verdi è rimasta inevasa, considerata la prevalenza, nella lista arancione, di candidati indicati da partiti, tutti a rischio estinzione o già estinti (i comunisti di Diliberto, l’Idv di Di Pietro, i rifondaroli di Prc). Per usare le parole di Luigi De Magistris, il sindaco di Napoli (che comunque continua ad appoggiare Rivoluzione Civile), “la lista non è stata rivoluzionaria”.
D) Bonelli, accanto all’assenza di candidati provenienti dalla tradizione ambientalista (escluso Realacci), cosa non le va a genio delle scelte fatte dal Partito Democratico e dal centro-sinistra in vista dell’appuntamento elettorale?
R) Certamente l’impostazione generale, di non aver voluto aprire il confronto sullo stop al cemento e sulla lotta al consumo del suolo e al dissesto idrogeologico, sull’archiviazione di opere inutili che producono debito come la Tav in Val di Susa per aumentare il trasporto pubblico nelle città e per i pendolari, sulla lotta all’inquinamento e la conversione ecologica dell’economia. In sintesi, Pd e Sel hanno scelto di escludere la questione ecologica dalla loro agenda.
D) Non è un po’ presto per stabilirlo?
R) Affatto, osserviamo i fatti: il Pd ha compiuto scelte politiche che vanno nella direzione dell’assoluta eco-indifferenza. Anche l’apertura ai centristi di Monti è significativa: perché dovrebbero allearsi dopo e non l’hanno fatto, invece, prima? Io leggo in quest’impostazione una logica sviluppista che è la stessa che privilegia scelte energetiche del passato – quelle che ancora contemplano carbone e petrolio e marginalizzano le fonti rinnovabili – quelle che ignorano i processi di innovazione di processo e di prodotto su cui gli altri paesi, oramai, puntano da anni…e poi c’è l’affaire Ilva, occorre aggiungere altro?
D) Nel 2012, lei si è candidato a sindaco di Taranto, arrivando al terzo posto dopo il sindaco uscente e il candidato del centrodestra e prendendo il 12% di preferenze: come se lo spiega?
R) Sono comunque consigliere comunale a Taranto e capogruppo dei Verdi: in una delle città più inquinate d’Europa, ha molto senso. La tragedia di Taranto, dove, come si legge nelle carte della Procura, ci si ammala e si muore a causa dell’inquinamento non interessa a questa politica e i Verdi non possono stare in silenzio e non far nulla. Sull’emergenza sanitaria e ambientale di Taranto stiamo assistendo alla fiera dell’ipocrisia della politica, che in questi anni e’ stata in silenzio e connivente con chi ha inquinato. Il governatore Vendola è colui che in Puglia non ha fatto nulla su Ilva: lui ha gravi responsabilità. Possibile che ci fosse bisogno dell’intervento della magistratura per portare a galla cose che lui in 10 anni alla presidenza della Regione non ha visto?
D) E’questa la ragione per cui ha avviato un processo politico di creazione di un nuovo movimento ecologista in Italia? Lei è stato il primo proponente della Costituente Ecologista, sentiva il bisogno di un soggetto “alternativo”?
R) Assolutamente sì. La cultura ecologista, quella che contraddistingue i Verdi, è sì vicina alla sinistra, ma se questa sbaglia, non possiamo non denunciarlo, perché attiene alla stessa visione strategica della società e dell’economia che vorremmo costruire. La vicenda di Taranto, in fondo, cosa ci suggerisce? Che in questo Paese non c’è una cultura ecologista, non esiste una strategia di cambiamento dei processi industriali: quella che c’è in Germania, ed è stata evidente per la trasformazione del bacino Ruhr; che c’è a Bilbao dove un polo industriale e inquinante è stato poi riconvertito ed è diventato uno snodo turistico fondamentale; che c’è in Pennsylvania, ex città dell’acciaio e ora della new economy.
D) Quali sono le priorità dei Verdi all’interno della proposta politica di Rivoluzione Civile?
R) La nostra è una scelta civica che riguarda tutti e che mette al centro legalità, lotta alla corruzione e al professionismo della politica, e il nostro ruolo è in chiave di modernizzazione e di cambiamento. I primi obiettivi sono la defiscalizzazione e la creazione di “aree no tax” e una riconversione territoriale e urbanistica.
D) Alcuni giorni fa il decreto del ministro Clini ha stabilito che i rifiuti di Roma devono essere trattati dagli impianti del territorio. È possibile? Cosa pensa di questa decisione?
R) Penso che fino a quando il governo non farà investimenti in raccolta differenziata, non realizzerà impianti di compostaggio che separino il secco dall’umido, non compierà scelte per la riduzione dei rifiuti, a Roma la situazione non cambierà. Il problema delle risorse che mancano esiste ma è secondario, perché innanzi tutto manca la volontà politica: anche quando le risorse c’erano, non è stato fatto nulla e infatti l’unico che si è avvantaggiato da questo immobilismo della politica è stato il monopolista della gestione rifiuti.
D) Mi dica come possono tradursi le priorità dei Verdi in concrete politiche sul territorio.
R) Innanzi tutto, l’economia deve essere reimpostata in rapporto ai temi ecologici, devono essere fatti investimenti in trasporti pubblici, occorre dichiarare guerra al consumo del suolo, prendere le risorse dalle opere inutili, dire un no definitivo alla Tav in Val di Susa e al ponte sullo Stretto di Messina. E poi convincersi che non c’è ecologia se non c’è ecologia sociale, un cambiamento interiore che si traduce all’esterno in politiche concrete.
D) Cos’è per Angelo Bonelli la “green economy”?
R) È una visione di società diversa, all’interno della quale ci siano più democrazia, una redistribuzione delle risorse, una migliore qualità della vita, un lavoro duraturo e la totale assenza di fonti fossili.
Ilaria Donatio