Morgan Stanley: in Italia crescono i rischi normativi sulle rinnovabili
In Italia “crescono drammaticamente i rischi normativi“. E’ questo, in estrema sintesi, il contenuto di un report della banca d’affari Morgan Stanley destinato agli investitori stranieri. Un messaggio che mette il dito nella piaga e contribuisce a minare ulteriormente la già scarsa fiducia nelle opportunità di business offerte dal nostro paese ai capitali esteri.
Secondo gli analisti il fotovoltaico italiano rischia infatti ”di subire a brevissimo (nella prima metà del 2012) nuovi tagli alle tariffe. E addirittura un nuovo intervento retroattivo per ridisegnare profondamente il sistema“. Un timore suscitato dall’inusuale iter che, nei mesi scorsi, ha portato le aziende a doversi confrontare, in pochissimo tempo, con l’inaspettato passaggio dal II al IV Conto Energia voluto dal Decreto Romani.
Lo spettro di iniziative retroattive - incomprensibili negli ordinamenti stranieri – è quello che pesa maggiormente sulla credibilità del paese. “E’ importante, soprattutto in un periodo di grandi incertezze come questo, fugare i dubbi degli investitori internazionali“, ha commentato Massimo Sapienza, presidente di Assoenergie Future, secondo cui “é necessario dare certezze: ci aspettiamo che il governo rassicuri gli investitori internazionali sulle prospettive del settore”.
Dal rapporto emerge inoltre che, sulla base degli ultimi dati sulle installazioni, il trend estivo 2011 è stato ben più forte del previsto: ma questo dato, di per sè positivo, alla luce della riduzione progressiva dei tagli prevista dal IV Conto Energia, significa, secondo Morgan Stanley, che il nostro paese “rischia di veder aprirsi, l’anno prossimo, ‘uno iato’ nel mercato, con conseguenze sui volumi e sulle tariffe“. Secondo i calcoli dell’agenzia, la soglia di finanziamenti messi in campo dal governo per il fotovoltaico, “a questi ritmi di crescita, sarà raggiunta nella prima metà del 2012“. E poi? A quel punto “un taglio delle tariffe è probabile per la prima metà dell’anno”. Ma, insistono gli analisti, “vediamo anche il rischio di una ristrutturazione molto più profonda delle tariffe, per riportare il mercato sotto controllo“. Eppure, continua il report con una nota preoccupante, ”la politica italiana potrebbe non agire subito, viste le altre priorità in campo“.
Benedetta Musso