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Meno 2.700 MW di rinnovabili = meno 3.100 posti di lavoro

gennaio 27, 2011 Nazionali, Politiche, Rassegna Stampa

Un impianto su serra, Fotografia di Diego Enrico, Courtesy of Consorzioingauno.orgL’impatto dei tagli agli incentivi per le energie rinnovabili potrebbe causare al nostro Paese fino a 2.700 MW di potenza energetica pulita in meno, equivalenti a 3.100 posti di lavoro nell’attività di produzione e manutenzione.

E’questa la stima fornita da Althesys (la società di ricerca e consulenza che cura l’Irex, l’indice di Borsa delle energie rinnovabili) in fase di approvazione della bozza di Decreto Legislativo sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili, attualmente in discussione alla Commissione Industria del Senato.

“Abbiamo stimato – osserva Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys – gli impatti a breve termine e due diversi scenari che si possono aprire con l’ approvazione di un provvedimento che arriva in un momento di relativa stabilità del sistema delle rinnovabili“.

In un primo scenario, si è considerato solo quanto previsto dall’Articolo 23 comma 5 dello schema di decreto legislativo, in cui il GSE ritira annualmente i certificati verdi per le produzioni dal 2011 al 2015 e il prezzo di ritiro è pari al 70% del prezzo indicato al comma 148 articolo 2, (Legge 244/2007). La riduzione degli incentivi stimata, in questo caso, dal decreto, corrisponde a quasi 1.000 MW di impianti di energia rinnovabile. Una capacità produttiva che occupa tra i 700 e i 1.000 addetti nei processi di esercizio e manutenzione.

In un secondo scenario si è considerata l’applicazione del decreto legislativo congiuntamente ai vincoli di spesa del GSE contenuti nell’articolo 45 della Legge 122/2010. In quest’ipotesi, la stima della riduzione totale degli introiti derivanti dai certificati verdi corrisponderebbe a 2.700 MW, equivalenti a più di 3.100 posti di lavoro nell’attività di produzione e manutenzione.

Se la riduzione degli incentivi è un passaggio inevitabile – conclude Marangoni – è però necessario che le forme di sussidio siano il più possibile certe e ancorate agli effettivi costi di produzione degli impianti”.

Fonte: Ansa

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