Lord Stern e la Prestigiacomo ospiti di “Otto e Mezzo”
Nella puntata di ‘Otto e mezzo’, in onda ieri sera su La7, il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha dovuto fronteggiare, in collegamento da Londra, l’ex vice-presidente della World Bank Lord Nicholas Stern, autore del rapporto sulle problematiche ambientali sconfessato pochi mesi fa dal Senato Italiano.
La discussione entra subito nel vivo: secondo Lord Stern il vertice di Copenhagen sarà “la riunione più importante dalla seconda guerra mondiale in poi” e se si raggiungerà un accordo, sarà l’inizio di un periodo economicamente dinamico”. Apprezzando la decisione del Premier Silvio Berlusconi di partecipare alla Conferenza, Stern aggiunge che “l’Italia è in una posizione per avere un grande ruolo in questa rivoluzione” dove potrà continuare ”a esprimere la sua leadership”.
La provocazione della conduttrice Lilly Gruber sull’affermazione del Presidente del Consiglio, “Parlare di emissioni in un periodo di crisi economica è come uno che ha la polmonite e pensa di fare la messa in piega”, non viene dunque raccolta, né dall’inglese, né dalla Prestigiacomo; anche se la connessione tra crisi e tematica ambientale non si esaurisce in poche battute.
La crisi economica ha costretto i vari governi ad effettuare forti tagli e questo rischia di rallentare gli sforzi in materia ambientale. In Italia i tagli derivanti dalla finanziaria di Tremonti incideranno certamente sulle politiche ambientali del Ministero, che dovrà operare delle scelte. La priorità, rassicura la Prestigiacomo, sarà la difesa del suolo, per il quale saranno stanziati 11 miliardi di euro. Ciò che urge è ”finanziare investimenti in tecnologia” – attraverso la cooperazione – con cifre che corrispondono ad uno 0,1% del Pil mondiale. Un piccolo sforzo che permetterebbe di avviare “una nuova rivoluzione industriale”. “L’’Italia –aggiunge Stern- è in una posizione per avere un grande ruolo in questa rivoluzione: l’Italia è culla di tecnologia e di grandi imprenditori” e poi “non é altamente inquinante, si trova in una via di mezzo in Europa”.
Una via di mezzo che è tuttavia costata al nostro paese pesanti sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto. Ma queste cifre, ci si chiede, dovranno essere effettivamente versate nelle casse dell’Unione Europea? Il Ministro Prestigiacomo aggira parzialmente la domanda ricordando che il debito che l’Italia dovrebbe pagare si è assottigliato: nella penisola, infatti, si è registrata un’inversione del trend (le emissioni non aumenterebbero più al crescere del Pil), grazie ai cospicui investimenti nel campo dell’energia pulita e della sostenibilità.
L’ultima spinosa questione resta legata alla legge (approvata due settimane prima del G8 a l’Aquila) con cui il Senato svincola il Governo dalle “teorie catastrofiste” raccolte nel Rapporto Stern del 2006. La mozione “negazionista” del Senato non sembra tuttavia scomporre il suo autore che, pur riconoscendo un valido operato del governo in materia ambientale, aggiunge, con malcelato sorriso, che le nozioni “bocciate” dal Senato godono di una base scientifica conclamata.
Ilaria Burgassi
Il video della puntata: