Italia e Germania: prove di intesa sull’ambiente
“Fra Germania e Italia esiste un’ampia convergenza di posizioni e di interessi sui temi ambientali”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo al termine dell’incontro del 12 gennaio tra il Ministro dell’Ambiente italiano e quello tedesco Norbert Roettgen, a Berlino.
I due ministri hanno una visione comune su alcune delle priorità della politica ambientale europea; ma in realtà, nonostante le dichiarazioni, sembrano ancora molti i punti di distanza tra la il programma ambientale tedesco e quello italiano.
I due paesi concordano sulla valutazione della Conferenza di Cancun sui cambiamenti climatici dello scorso dicembre, considerata positiva per il passo avanti nei negoziati e per le basi poste al raggiungimento di un accordo globale per il clima nel round negoziale del 2011, a Durban. In quella sede, l’Europa dovrà avere un ruolo importante per giungere a un trattato globale. La posizione all’interno dell’Europa è in realtà un pò diversa: mentre la Germania, insieme a Danimarca, Francia, Gran Beretagna e altri Stati membri, chiede, da più di un anno, il passaggio a un impegno di riduzione delle emissioni di CO2 dal 20% al 30% entro il 2020, l’Italia tende a frenare, chiedendo una valutazione dei costi per singolo Stato, come ribadito ancora una volta dal Ministro Prestigiacomo durante l’incontro di Berlino.
Entrambi gli Stati sottolineano l’impegno allo sviluppo delle energie rinnovabili, che dovranno rappresentare una parte sempre più importante del mix energetico nazionale ed europeo, come peraltro già deciso tramite direttiva europea 20-20-20, che obbliga l’Europa a raggiungere il 20% di energia prodotta da fonte rinnovabile entro il 2020. La Germania e l’Italia hanno obiettivi simili al 2020 (18& per la Germania, 17% per l’Italia); ma la Germania si sta impegnando a superare il target assegnato, mentre l’Italia viaggia al momento con un ritardo che difficilmente riuscirà a recuperare.
Sul piano europeo, un altro aspetto di convergenza tra i Ministri riguarda la volontà di dare continuità al Sesto Programma Europeo di Azione Ambientale, il piano decennale dell’Unione Europea per uno sviluppo ambientalmente sostenibile, che scadrà a luglio 2010. “Riteniamo opportuno – ha spiegato la Prestigiacomo – che la Commissione Europea operi in ambito ambientale all’interno di un Piano Strategico i cui principali elementi sono stati indicati nel Consiglio Ambiente del 20 dicembre 2010 . Si dovrà puntare in particolare su una maggiore integrazione dell’ambiente nelle politiche di settore, sullo sviluppo dell’economia verde e disarticolando il binomio crescita economica-degrado ambientale; puntare sulla promozione di eco-innovazione, ricerca, competitività, porre maggiore attenzione all’ambiente urbano e alla lotta all’inquinamento”.
Sulla governance ambientale mondiale, i Ministri Prestigiacomo e Roettgen trovano un altro punto di comune: entrambi appoggiano la proposta di trasformare l’UNEP, il Programma Ambientale delle Nazioni Unite, in un’agenzia vera e propria. Dichiarano che lavoreranno insieme in questa direzione in vista della prossima riunione dell’UNEP in febbraio a Nairobi.
In chiusura del vertice bilaterale è stato infine affrontato lo spinoso argomento dello smaltimento dei rifiuti, in particolare le problematiche legate al collegamento fra il sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi, il SISTRI, avviato in Italia da poco, e il sistema vigente in Germania: la Germania infatti importa e smaltisce circa un milione e 400 mila tonnellate di rifiuti pericolosi l’anno, dei quali 300 mila tonnellate provenienti dalla Campania.
Veronica Caciagli