Il G20 chiude con un timido riferimento all’ambiente
Si è chiuso ieri sera a Toronto, in Canada, il G20, il summit mondiale dei paesi più industrializzati, che rappresentano il 90% del PIL della Terra.
Nonostante gli auspici delle associazioni ambientaliste di tutto il mondo, che avevano invocato, nei giorni precedenti il vertice, una presa di posizione forte sulle questioni climatiche e ambientali, il comunicato finale, incentrato sulle misure per la ripresa economica e il rigore sui deficit pubblici, si è chiuso con un generico proposito, ”di rito”, a non dimenticare i problemi legati ai cambiamenti climatici e alle loro ripercussioni.
Un riferimento più specifico è stato fatto all’incidente della marea nera in Louisiana, che spinge – recita il comunicato - a “riconoscere la necessità di condividere best practises per proteggere l’ambiente marino, prevenire incidenti collegati allo sviluppo e all’esplorazione off shore, così come al trasporto, e affrontare le relative conseguenze“.
Secondo Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia di Wwf Italia, un vero indicatore di successo per il più ristretto gruppo del G8 (che ha preceduto il G20 a Huntsville, in Ontario) sarebbe stato il proseguimento “sull’impegno finanziario a breve termine assunto a Copenhagen, per sostenere lo sviluppo a basso consumo di carbonio e l’adattamento climatico nei Paesi in via di sviluppo“. “Un’opportunità ideale”, continua Midulla, ”per dimostrare che l’Accordo di Copenaghen non è solo aria fritta“. Anche perché l’accordo, firmato da tutti i paesi aderenti al G8, li impegna a indirizzare, tra il 2010 e il 2012, 30 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo, per sostenere interventi prioritari di riduzione dell’impatto climatico e ambientale.
Il prossimo appuntamento per il G20 (che nelle intenzioni di molti dovrà sostituire il troppo limitato G8), sarà a Seoul, in Corea del Sud, a novembre. Nel frattempo il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, dopo aver scritto, alla vigilia del summit di Toronto, una lettera ai leaders dei paesi partecipanti per invitarli a concentrarsi su “sviluppo, crescita verde e necessità dei più vulnerabili”, ha convocato, per settembre a New York, un vertice per sensibilizzare il raggiungimento dei cosiddetti Millenium Development Goals del 2015, sempre più lontani a causa della perdurante crisi nei paesi industrializzati.