Dopo Ischia la Prestigiacomo presenta il decreto sui dissesti
Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo presenterà oggi in Consiglio dei Ministri un decreto legge contenente un piano straordinario per la difesa del suolo dal dissesto idrogeologico. Un primo passo verso la semplificazione e la razionalizzazione del sistema dei bacini idrogeologici (30 ad oggi fra nazionali, interregionali e regionali) che saranno sostituiti con un numero più limitato di Distretti Idrogeologici.
A quanto si legge nel comunicato del Ministero sono state le calamità delle ultime settimane a rendere urgente un intervento in materia, anche a causa dei lavori non realizzati da parte dei comuni in cui gli interventi erano già stati programmati e finanziati. “E’ accaduto a Giampilieri” si legge nel comunicato ”ma è accaduto anche ad Ischia dove era stato finanziato nel 2006 un intervento per la stabilizzazione del costone tufaceo in località Castiglione e Cafiero per l’importo di 259 mila euro. Lavori che non sono stati mai avviati”.
Secondo quanto riferito poco fa dal sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia nel corso di una informativa del governo sulle politiche relative all’assetto idrogeologico (nella quale ha riferito anche sulla frana di Ischia), il fabbisogno necessario per sistemare le aree soggette al rischio idrogeologico - il 9,8% del territorio nazionale, corrispondente a oltre 302 mila chilometri quadrati – è di ben 44 miliardi di euro: 27 miliardi per il centro-nord, 13 per il Sud e 4 per il recupero e la tutela delle coste.
Il sottosegretario ha anche ricordato che già nel 2008 il Ministero dell’Ambiente ha assegnato ai piccoli comuni 407 milioni ed oggi sarebbero pronti altri 254 milioni per la difesa del suolo nazionale. “Per scongiurare altri eventi drammatici” ha detto Menia ”è improcrastinabile un programma straordinario di prevenzione e manutenzione del territorio”. Bisognerà ora individuare gli interventi più urgenti e le risorse a copertura, previste dal ministero attraverso 900 milioni dei fondi FAS (Fondi Aree Sottoutilizzate) e 100 milioni dal cosiddetto ‘Fondo Letta’ creato per la gestione delle emergenze.
Resta il fatto che la spesa dello Stato per gestire le emergenze dovute ai danni idrogeologici ammonta ogni anno a 2-3 miliardi e mezzo e i fondi necessari per gestire le maggiori urgenze sarebbero pari a 5 miliardi di euro. I conti dunque non tornano ancora.