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Copenhagen: la parola ai leader rischia di non emozionare più

Gordon Brown, Courtesy of Futilitymonster.comAlle ore 12.00 di oggi si apre al Bella Center, con l’intervento del Primo Ministro etiopico Meles Zenawi, in rappresentanza dell’Unione africana, la maratona delle dichiarazioni in sessione plenaria della Conferenza ONU di Copenhagen. I leader iscritti a parlare, da oggi fino a tutta la notte tra giovedì e venerdì, sono moltissimi e il calendario sta subendo continue modifiche, in parte dovute agli esiti non particolarmente felici delle trattative preliminari, in parte ad eventi contingenti, come l’incidente occorso al Premier Berlusconi, che ha dovuto cancellare la sua presenza, prevista inizialmente per giovedì.

Sempre nella mattinata di oggi interverrà Andreas Calgren, Ministro per l’Ambiente della Svezia, paese che ha la presidenza di turno europea,mentre nel pomeriggio sono previste le dichiarazioni del presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso e del primo ministro britannico, Gordon Brown, il quale, questa mattina ha confessato alla BBC di ritenere “molto difficile” un accordo sul clima, pur dicendosi “determinato a lavorare con tutti i Paesi” nel tentativo di arrivare ad un’intesa, “nonostante le numerose questioni che restano da risolvere“.  

I negoziati tenutisi nella notte a Copenaghen sono stati infatti particolarmente travagliati. La seduta, cominciata alle 22:00 di ieri, è stata ripetutamente sospesa e il pessimismo prevale tra i delegati. “Si sono fatti alcuni progressi sui capitoli agricoltura e deforestazione, ma non sufficienti per giustificare un vertice tra capi di Stato e di governo”, riferiscono fonti vicine ai negoziatori riportate dall’Ansa. Nessun passo avanti comunque circa gli impegni di riduzione dei gas ad effetto serra dopo la scadenza del Protocollo di Kyoto nel 2012, principale oggetto del contendere, giunto ad un binario morto a causa dell’immobilismo di Usa e Cina (che non arretrano dalle posizioni iniziali) e della debole ambizione dell’Unione Europea a fare da apripista.

Il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha commentato pesantemente l’esito delle trattative. Se il vertice di Copenaghen non si chiuderà con un “accordo vincolante”, ha detto il Ministro, sarà ” una disillusione per tutto il mondo“. Tanto sarebbe valso, ha concluso Frattini, “non farlo affatto questo summit“.

Andrea Gandiglio

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