Codice dell’Ambiente: prevista la depenalizzazione degli illeciti ambientali “minori”
Probabili modifiche all’orizzonte per il Codice dell’Ambiente: lo prevede il nuovo disegno di legge Semplificazioni approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 19 giugno. Prevista, tra le altre, una delega al Governo al fine di adottare entro i successivi 24 mesi uno o più decreti legislativi per la correzione e il completamento del quadro normativo in materia di tutela ambientale.
Il Codice Ambientale ha avuto il merito di uniformare e razionalizzare la normativa riguardante le valutazioni ambientali: Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA); tuttavia non si è affatto salvato dagli effetti dall’agire a volte troppo “rapido”, quando non degno di Penelope, del nostro Legislatore.
Il Codice, infatti, in appena sette anni da cui è entrato in vigore, ha già beneficiato di tre correttivi, con i quali sono state introdotte sostanziali modifiche nel testo originario. A questi si aggiungono interventi più puntuali, nonché un infruttuoso tentativo di un’ampia e strutturale riforma della materia tentato nella passata legislatura. Va detto però che lo spettro di azione abbracciato dalle norme del Codice è davvero ampio.
Nelle intenzioni del nuovo Governo, dovrà essere proprio rivista l’organizzazione complessiva del Codice in vista di una risistemazione organica e coordinata con la giurisprudenza nazionale ed europea e con le discipline specialistiche di tutela dei singoli beni ambientali: necessaria, a tal fine, una (migliore) ripartizione del Codice in più libri, di cui il primo dedicato alla parte generale e gli altri a una trattazione omogenea degli specifici settori.
Andranno inserite e riordinate, inoltre, le fonti primarie vigenti e quelle cosiddette «extravaganti» – testualmente dal testo licenziato dal Consiglio del Ministri – che sorreggono l’impianto normativo del Codice Ambientale e che ne regolando i principi fondamentali e le attribuzioni dei diversi organi amministrativi competenti, ma anche, a tre anni dall’ultimo correttivo, il Dlgs 128/2010, i meccanismi della VIA e della VAS, l’iter per il rilascio dell’AIA e dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) e i sistemi di tutela dell’ambiente, della fauna e del territorio.
Forse anche più incisive e sostanziale le modifiche previste in ambito sanzionatorio. Prevista, infatti, l’introduzione di una depenalizzazione degli illeciti ambientali che sono attualmente puniti fino a un anno di reclusione: questi non saranno più considerati reati, ma semplici contravvenzioni amministrative, estinguibili con il pagamento di una sanzione pecuniaria. Da questa trasformazione, resterebbero comunque esclusi gli illeciti per i quali, secondo l’ordinamento europeo si deve avviare la procedura penale. Saranno delitti, invece, gli illeciti puniti ad oggi con la detenzione per un periodo pari a o superiore a due anni, sia esso in via esclusiva o in aggiunta all’ammenda.
Certamente quello delle sanzioni sarà un lungo capitolo. È, appunto, auspicata una razionalizzazione e semplificazione degli organi competenti alla loro irrogazione e accertamento nonché un ripensamento nelle forma, e forse anche nelle funzione, delle sanzioni che dovranno essere proporzionate, efficaci ed effettive, ma anche riparatorie, inibitorie e interdittive; già ipotizzata la possibilità di ampliamento fino al triplo del loro valore di partenza, a seconda della gravità dell’illecito commesso.
Ultimo, ma non per importanza, l’impegno del Governo nella razionalizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi: senza nessun passo indietro nel livello di tutela ambientale, il Consiglio dei Ministri crede necessaria la riduzione e la riorganizzazione delle fasi procedimentali per il rilascio delle diverse autorizzazioni. In ogni caso, dovranno essere assicurati la congruenza dei tempi alla complessità dell’istruttoria e al bilanciamento degli interessi e il coordinamento tra le diverse autorità competenti, al fine di un rapido raggiungimento degli accordi e delle intese necessarie. Il tutto permesso da un profondo rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza a cui devono conformarsi i rapporti tra le varie pubbliche amministrazioni.
Tema particolarmente caro agli operatori del settore è quello della velocizzazione delle tempistiche autorizzative, giudicata un freno agli investimenti ed uno specifico ostacolo per l’arrivo di investitori esteri. E proprio tale questione aveva rappresentato il minimo comune denominatore su cui si era raccolto un certo interesse nella passata legislatura. Già nel “decreto Semplificazioni bis“, infatti, si disponeva l’accelerazione del procedimento dell’AIA, la semplificazione in materia di VIA e di bonifiche e di messa in sicurezza.
Ma il disegno di legge, imbarcatosi nelle navette parlamentari nel novembre 2012, naufragò insieme al gabinetto Monti. Al governo presieduto da Enrico Letta – anch’esso patrocinato dal presidente Giorgio Napolitano, anch’esso sostenuto da una larga, straordinaria, maggioranza – sarebbe da augurare miglior fortuna. Tuttavia anche per l’attuale esecutivo la via più che essere stretta è breve; e, come per il governo Monti, anche se con qualche speranza in più, non paiono esserci alternative alla urne. Insomma l’aspettativa di vita di questa legislatura non pare adeguata ai tempi necessari per correggere il quadro normativo in materia di ambiente. E proprio il maggior pregio della riorganizzazione del Codice: la (meritoria) trattazione organica, unitaria e coordinata della materia ambientale, giocoforza bisognosa di tempi non brevi, rischia di essere un limite all’approvazione.
Antonio Sileo* e Manuela Mischitelli**
*Ricercatore IEFE Bocconi e I-Com
**Ricercatore I-Com