Cambiamenti climatici ed eventi meteo estremi: “in un giorno caduti tanti alberi quanti se ne tagliano in un anno”
A seguito dei disastrosi eventi meteorologici che hanno colpito molte regioni italiane negli ultimi giorni, il WWF ha chiesto al governo di convocare con urgenza una conferenza nazionale sul cambiamento climatico, coinvolgendo tutte le regioni e le istituzioni interessate alla riduzione delle emissioni climalteranti e alla prevenzione attraverso la cura e la messa in sicurezza del territorio.
Il moltiplicarsi degli eventi metereologici estremi rappresenta infatti una tendenza che i climatologi avevano previsto come effetto del riscaldamento globale e non può più essere ignorato dai decisori politici. Gli effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti e hanno provocato morte e devastazione su tutta la penisola, dalla Sicilia al Veneto dove, nell’ultimo fine settimana, si sono registrate altre vittime.
Secondo il WWF non c’è dunque altro tempo da perdere: è necessario varare un “Piano di Adattamento al Cambiamento Climatico” e, in quel quadro, predisporre di conseguenza un piano nazionale per mettere in sicurezza il territorio. Proprio alla fine di quest’anno, del resto, il Governo dovrà predisporre la prima bozza del “Piano Nazionale Energia Clima“, nel quale occorrerà dare avvio a un vero e proprio cambiamento sistemico in tutti i settori per la decarbonizzazione dell’economia.
Arrivano intanto, anche da AIGAE, l’Associazione delle Guide Ambientali Escursionistiche, le testimonianze scioccanti delle guide locali che hanno verificato le devastazioni sui territori di Sicilia, Veneto e Trentino, le regioni più colpite negli ultimi giorni.
“Ho attraversato dai Nebrodi fino alla Valle del Simeto e c’è fango, le strade sono piene di detriti – racconta Violetta Francese, Coordinatrice AIGAE della Sicilia – I terreni non riescono ad assorbire acqua anche perché in questa zona hanno una percentuale argillosa e la quantità di acqua è stata tanta. Nel territorio etneo ancora sta piovendo ed i muri a secco, in pietra lavica cedono, crollano. Nei giorni scorsi abbiamo dovuto comunicare alle nostre guide di valutare con attenzione il territorio e di evitare luoghi come le Gole dell’Alcantara. Per i 350 soci del coordinamento regionale delle guide ambientali escursionistiche della Sicilia, AIGAE ha ritenuto comunque di avviare corsi di formazione con la Protezione Civile regionale sui rischi idrogeologici legati al territorio. I nostri associati potranno così valutare meglio le condizioni e i rischi idrogeologici legati ad alcuni territori”.
“In Veneto – aggiunge il collega Andrea Gelmetti – ci sono ben due luoghi naturalistici di alto valore, quali la Gola dei Serrai di Sottoguda e la Valle di San Lucano che sono stati praticamente cancellati. La Valle di San Lucano ha un valore geologico importante ed ora tutte le sue caratteristiche ambientali sono state completamente cancellate. Rocca Pietore, uno dei borghi più belli d’Italia è stato durissimamente colpito. Ben 3 milioni di piante abbattute, 100.000 gli ettari segnati per almeno un secolo. Migliaia di metri cubi di acqua e detriti si sono riversati nel Garda dall’Adige con non pochi problemi per il delicato ecosistema del Lago. Parliamo inoltre di circa 10.000 famiglie isolate soprattutto nelle zone del Feltrino e dell’Agordino, ma anche il Comelico e l’Ampezzano, Alpago, l’altipiano di Asiago ed il Cansiglio. Tutti luoghi che rappresentano alcune tra le principali peculiarità naturalistiche e tradizionali del Veneto. Il rischio ora è che alcune frane possano riattivarsi”.
Conclude l’inquietante quadro Linda Tambosi, Coordinatrice delle guide AIGAE del Trentino: “Un disastro umano, naturale e paesaggistico. Alcune nostre guide raccontano di come abbiano visto volare i tetti delle case, in Valsugana o Val di Pejo, tante strade inagibili per frane ed alberi tranciati dal vento, dal Passo del Tonale alle Dolomiti di Fassa e al Lagorai. Carrarecce forestali e sentieri di alcune zone sono completamente scomparsi: abeti rossi spezzati come fiammiferi e valli rase al suolo, ad esempio la Val Calamento. Si calcola che in un giorno siano caduti tanti alberi quanti ne vengono tagliati in Italia in un anno. Ci vorranno anni per ripristinare e pulire i sentieri e strade forestali, ci sono ancora zone isolate e senza luce, è stato come tornare al medioevo di colpo, una buona occasione per riflettere su quanto siamo dipendenti dall’elettricità… La nostra socia Michela Luise ci ha raccontato che si sente disorientata da questo paesaggio mutato: i boschi e le zone che conosce fin da bambina, punti di riferimento da sempre, semplicemente non esistono più. Un tale cambiamento paesaggistico ci ricorda la situazione di 100 anni fa, durante la Grande Guerra…”.