Assovetro chiede maggior rigore sull’inquinamento acustico
L’inquinamento acustico è, per chiunque abiti in città, una fastidiosa esperienza quotidiana. Il tema torna tuttavia raramente d’attualità. Di solito quando è in discussione qualche nuova normativa.
In questo caso agli onori della cronaca sono giunte le perplessità di Assovetro, l’Associazione degli Industriali del Vetro aderente a Confindustria, che ha espresso i propri dubbi circa i criteri di classificazione acustica degli edifici avanzati dal Ministero dell’Ambiente, nella bozza di decreto nota come “norme taglia-decibel“.
Le nuove norme, che prevedono la suddivisione degli edifici in classi, rischierebbero, infatti, secondo l’Associazione, di non fornire, all’acquirente di un immobile, informazioni chiare, complete e comprensibili circa le reali prestazioni antirumore. Assovetro fa notare infatti come “sia fuorviante attribuire una classificazione acustica ad un edificio, facendo una semplice media aritmetica fra i cinque elementi maggiormente responsabili del comfort acustico dell’appartamento (isolamento della facciata, isolamento verticale fra le varie unità immobiliari, isolamento dei pavimenti dai rumori del calpestio, rumore degli impianti a funzionamento continuo e a funzionamento discontinuo). Dare a tutti gli elementi lo stesso peso potrebbe, infatti, far inserire un edificio con un ottimo isolamento degli impianti e dei pavimenti ed un pessimo isolamento delle facciate in una classe ‘molto buona’, quando in realtà non offre alcun comfort contro i rumori da traffico“.
La proposta è dunque di abbinare ”una rigorosa classificazione acustica a ciascuno dei cinque elementi, che consenta all’utente di valutare in modo trasparente e diretto la corrispondenza dell’isolamento ai requisiti richiesti, evitando il ricorso a medie, che potrebbero andare a detrimento della chiarezza e, forse, anche della rispondenza del reale grado di isolamento alle aspettative dell’utente”.