A Siviglia la UE riapre le danze del dopo-Copenhagen
Si riapriranno domani a Siviglia, capitale dell’Andalusia, le danze del dopo-Copenhagen con la prima riunione dei Ministri UE responsabili per l’Energia e l’Ambiente sotto la presidenza europea della Spagna, che ha voluto simbolicamente convocare in parallelo le riunioni dei due consigli informali per sottolineare l’ importanza della nuova strategia di sviluppo sostenibile.
L’Italia sarà rappresentata dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e, in sostituzione del ministro Claudio Scajola, dal sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia.
Già questa sera è prevista una cena di lavoro dei ministri, che aprirà la sessione formale del meeting. La riunione dei ministri per l’energia sarà prevalentemente dedicata all’esame del Programma d’Azione UE 2010-2014, che dovrà integrare le misure per uno sviluppo durevole, il ricorso alle fonti rinnvoabili e la sicurezza degli approvvigionamenti alla lotta contro il cambiamento climatico, sulla base del Piano Strategico per le Tecnologie Energetiche preparato dalla Commissione di Bruxelles.
I ministri dell’ambiente, come rivelato dal Segretario di Stato spagnolo al Cambiamento Climatico Teresa Ribera, discuteranno invece delle misure da adottare per realizzare i 12 obiettivi fissati a Copenaghen e di questioni di “governance ambientale”.
Aggiornamento 18.01.2010:
“L’Europa è divisa“. E’ quanto ha affermato, alla conferenza di Siviglia, il Ministro dell’Ambiente italiano Stefania Prestigiacomo, che ha richiamato ad “una seria autocritica“, che consenta di raggiungere “un accordo globale” durante il prossimo summit in Messico di fine 2010. L’Italia oggi non è favorevole a continuare con il metodo di Kyoto, la cui formula del “mettere tutto sopra il tavolo subito e unilateralmente“, si è rivelata, secondo il Ministro, ampiamente fallimentare.
La strategia UE di annunciare, con un anno di anticipo, la riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020, ha continuato Prestigiacomo, ”non ha avuto alcun peso a Copenaghen” e ”non è servita per nulla a convincere i grandi Paesi come Usa, Cina e India, che non hanno assunto impegni“.
L’Italia, dunque, “non è d’accordo di assumere impegni vincolanti internazionali unilaterali in pochi” – una “contraddizione interna” dell’Europa che, se non risolta, rischia “di ripetere il fallimento di Copenaghen”. Posizione che rispecchia, per altro, le dichiarazioni rilasciate da Connie Hedegaard, l’ex ministro danese in corsa come Commissario UE al Cambiamento Climatico, nel corso dell’audizione al Parlamento Europeo che ha preceduto l’incontro di Siviglia.
Il Ministro Prestigiacomo ha poi definito “assolutamente non realistico” un obiettivo del 30% di riduzione UE entro il 2020, proposto da Spagna, Germania, Francia e Gran Bretagna, qualora non sia condiviso anche da Usa o Cina.
Parlando infine del nucleare Il Ministro ha ribadito che “é una energia pulita, sicura” ed è dunque “assurdo che l’Italia ne sia rimasta fuori”. Ora, tuttavia, ha precisato la Prestigiacomo ai cronisti durante una pausa dei lavori, ”l’Italia ha fatto una scelta molto chiara”, decidendo “di investire anche sul nucleare“, sulla base di una valutazione più ampia che tenga conto ”delle esigenze dell’ambiente, del cambiamento climatico ma anche della competitivita’ della propria economia”.
Diversa la posizione dei Paesi sostenitori dell’impegno del 30%, che sottolineano invece l’impatto positivo (a medio termine) che una rivoluzione tecnologica verde più rapida potrebbe produrre sull’economia europea.
La presidenza di turno UE in Messico sarà però affidata al ministro belga Paul Magnette, il quale concorda con gli scettici: ”Il fatto che l’Ue riduca al 30% non impressionera’ cinesi o indiani”, anche se, rivelandosi un esempio buono per l’economia, potrebbe “spingere gli altri a fare di piu”. Intanto pero’, ha precisato, Magnette, l’impegno vincolante UE che sara’ formalizzato a Bruxelles entro il 31 gennaio dagli ambasciatori dei 27 Paesi memebri, ”rimane al 20%”.