Una verità chiara come il sole: meno di due euro al mese
Meno di due euro al mese, un caffè e un cornetto. Gli incentivi per il fotovoltaico costeranno ogni mese alle famiglie italiane, da qui al 2020, quanto una colazione al bar. Quegli incentivi, pari a 34 miliardi di euro, frutteranno 30 miliardi di investimenti in parchi fotovoltaici e, di conseguenza, una ricchezza per il Paese di 110 miliardi, che ritorneranno in parte allo stato sotto forma di entrate fiscali per 50 miliardi. Saranno creati 210.000 nuovi posti di lavoro e si ridurranno le emissioni di Co2 del 5%.
Sono alcuni dei chiarissimi dati contenuti nel dossier “Verità solare: i numeri del fotovoltaico in Italia”, elaborato da Asso Energie Future, un’associazione che raccoglie gli operatori delle energie rinnovabili, e presentato ieri al Senato in collaborazione con Grid Pariety Project, altra associazione che si occupa di misurare periodicamente la competitività degli impianti.
Scopo dello studio, spiega il presidente di Asso EF Massimo Sapienza, è quello di fare chiarezza su aspetti di solito poco chiari e diffondere dati corretti. I Megawatt di pannelli fotovoltaici installati in Italia e che saranno allacciati alla rete elettrica entro giugno 2011, per esempio, non sarebbero 7.000 come affermato dal Gse, ma 4.700. Una stima che, secondo Sapienza, «è confermata da ricerche indipendenti di Credit Suisse, Morgan Stanley, Jefferies e Assosolare». Per raggiungere la quota prevista dal Gse bisognerebbe infatti supporre, sottolinea Sapienza, che quasi tutte le richieste già presentate per ottenere gli incentivi 2010 si trasformino in impianti operativi al 30 giugno 2011.
Cosa è successo, allora? «Una parte delle richieste di incentivi è stata probabilmente avanzata da chi non aveva il diritto di farlo. Inoltre, la confusione è stata massima, soprattutto negli ultimi giorni: ci sono domande che sono arrivate e sono state registrate numerose volte. Anche il Gse sta rivedendo le stime, ma intanto il danno è fatto».
C’è poi la questione, molto dibattuta, delle speculazioni. Ma in realtà, secondo Asso EF, lo sviluppo del solare è in mano alle famiglie e non alla grande industria, e dunque l’incentivazione del fotovoltaico significherà promuovere la produzione di energia diffusa. «I dati presentati da Asso EF e GPP dicono che il residenziale, cioè i pannelli sulle nostre case installati per iniziativa di cittadini, pesa per circa il 34 per cento con 1.566 Mw stimati su un totale di 4.700. Il settore intermedio dei privati che hanno investito su terreni o capannoni di proprietà (impianti tra 51 Kw e 600 Kw per un investimento massimo compreso tra 150.000 euro e 2 milioni di euro) pesa per il 38 per cento con 1.786 Mw. Gli operatori finanziari e industriali pesano per il 28 per cento del totale, con 1.316 Mw», spiega Sapienza.
Il fotovoltaico non è un settore che esporta all’estero la propria ricchezza. In Italia, continua Sapienza, «ci sono 11 società quotate, con una capitalizzazione di circa 9 miliardi di euro. Sono stati creati 15.000 posti di lavoro, lo stesso numero dei dipendenti della Barilla per capirci». Anche sui costi del fotovoltaico Asso EF ci tiene a fare chiarezza: «Sono state diffuse cifra sbagliate, in realtà gli incentivi al solare costeranno 1,70 euro al mese a famiglia, meno di una colazione al bar». E anche gli obiettivi per il 2020 sarebbero da rivedere: «Non limitiamoci al traguardo riduttivo degli 8.000 Mw, possiamo arrivare a 20.000. Basta pensare che la Germania, un paese che non ha certo più sole dell’Italia, si è data come target, per la stessa data, 52.000 Mw e ne ha installati ad oggi 18.000».
Nel dossier di Asso EF sono presenti anche altre proposte per la politica energetica dei prossimi anni: sviluppare una filiera italiana del fotovoltaico, stabilire tempi certi per le autorizzazioni, garantire una tariffa stabile ma decrescente in linea con i miglioramenti tecnologici e tenere fuori la criminalità dal settore. «Una cosa è certa: le rinnovabili vanno difese dalle speculazioni e da chi ne vuole fermare lo sviluppo. In questo periodo è in atto una vera e propria campagna di discredito verso il solare, condotta da chi ha a cuore lo sviluppo del nucleare» ha commentato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, presente alla presentazione del dossier.
Nello studio sono contenute infine alcune proposte concrete per il decreto legislativo rinnovabili, in discussione in questi giorni in Parlamento: destinare terreni agricoli marginali a impianti fotovoltaici e salvaguardare i progetti in corso, abbandonare le aste, garantire autorizzazioni semplificate per installazioni sotto il Mw, tempi certi e requisiti di professionalità e serietà per chi decide di investire nel settore.
Veronica Ulivieri