UE: stop al commercio di legname illegale
Nella seduta di ieri il Parlamento Europeo ha votato con piena convinzione, (644 voti a favore e 25 contrari) una legge per escludere dal mercato europeo legno e prodotti derivati di origine illegale.
“Un passo importante”, l’ha definito con soddisfazione il WWF, ”per frenare i processi di deforestazione a cui l’Europa, con il suo mercato, tra i più importanti al mondo, contribuisce sensibilmente”.
Perché questa legge entri definitivamente in vigore a settembre toccherà ancora votare al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea. Nel caso in cui venga adottata, dal 2012 tutto il legname di origine illegale, insieme ai suoi prodotti, saranno messi al bando dal mercato europeo e le società che importano questi prodotti in Europa saranno obbligate a fornire tutte le informazioni necessarie sui paesi di origine del legname, creando una tracciabilità completa della filiera, come già succede per altri prodotti di origine alimentare.
“Un’azione concreta”, ha commentato Massimiliano Rocco, responsabile TRAFFIC e Timber Trade di WWF Italia, ”che pone un freno a quel mercato del legname insostenibile finora sviluppatosi in Europa, corresponsabile della distruzione delle più importanti aree forestali della Terra, dal Bacino del Congo all’Amazzonia, dalle isole di Sumatra e del Borneo, alle lussureggianti e ancora inesplorate foreste della Papua Nuova Guinea, e allo stesso tempo riduce la nostra consumistica impronta sulle risorse del pianeta.”
Lo sfruttamento illegale delle foreste aggrava infatti il problema del cambiamento climatico, minaccia la biodiversità accrescendo le specie in via di estinzione e mina la legittima attività commerciale offrendo prezzi inferiori a quelle aziende del legname che, con comportamenti irresponsabili, aumentano i conflitti sociali tra le popolazioni locali, generando perdite finanziarie per i paesi in via di sviluppo, ricchi di tali risorse. Come evidenziato dall’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine: “Invece di promuovere il progresso economico, gestire male la ricchezza naturale può divenire causa di malgoverno, corruzione o addirittura conflitto violento“.
Il disboscamento illegale è spesso legato al crimine organizzato, al riciclaggio di denaro e alle guerre civili, tanto che il Ministero Indonesiano della Silvicoltura ha recentemente quantificato le perdite finanziarie per l’Indonesia in almeno 3 miliardi di dollari all’anno, a causa di processi di deforestazione selvaggia che stanno compromettendo interi ecosistemi sulle isole di Sumatra e del Borneo..
Ma il disboscamento illegale avviene anche all’interno dell’Unione Europea. Il numero di alberi tagliati illegalmente è in aumento in Bulgaria, dove il capo di una banda mafiosa coinvolta in attività di disboscamento illegale è stato recentemente arrestato con l’accusa di acquisizione illegale di proprietà e sottrazione di fondi comunitari.
Secondo il rapporto congiunto delle Nazioni Unite e dell’Interpol, il disboscamento illegale è inoltre uno dei fattori che potrebbero portare all’estinzione, nei prossimi 15 anni, dei gorilla in Africa e ad una sensibile riduzione degli esemplari delle altre scimmie antropomorfe, come gli scimpanzé ed i bonobo.
Ma la relazione chiede anche un maggiore controllo sull’attività delle imprese europee e asiatiche per l’estrazione del legname e minerali dell’Africa Centrale, dove diversi milioni di ettari di foreste sono dati in concessione ad imprese europee, tra cui alcune imprese italiane.
Il rapporto UNECE/FAO Forestry & Timber Section stima invece la quota totale del disboscamento illegale al 20-40% della produzione totale mondiale di legname commerciato a livello industriale, mentre il volume di legno di provenienza illegale (350-650 milioni m3/anno) risulta sostanzialmente pari al volume di legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile (385 milioni di m3/anno).