Decreto rinnovabili: la voce degli “stranieri”. Intervista a Andrea Sasso, Edf Enr Solare
Con il Decreto Romani, il settore fotovoltaico ha ricevuto una pesante battuta d’arresto dal governo, seminando incertezza tra gli investitori e tra gli operatori. Abbiamo chiesto l’opinione di Andrea Sasso, amministratore delegato di Edf Enr Solare, joint venture italo-francese, nata da E++, storica azienda di proprietà della famiglia Sasso, e Edf Enr, la società del colosso francese che si occupa di energie rinnovabili.
D) Ing. Sasso, come valuta il decreto Romani? C’è uno scollamento tra la politica e la realtà di quanti si occupano concretamente di rinnovabili?
R) Diciamo che su quest’ultimo decreto è scappata un po’ la mano al governo… La politica in Italia ha questo brutto vizio: di essere completamente staccata dalla realtà. Ricordiamo che il fotovoltaico ha generato nel solo 2010 40 miliardi di Euro, un settore in crescita in tempo di crisi. Lo scorso anno il fotovoltaico ha prodotto qualcosa come 2 punti di PIL: senza il fotovoltaico avremmo avuto un PIL negativo.
D) Anche Confindustria però ha dato una valutazione positiva al decreto…
R) Confindustria ha fatto un grosso errore nelle sue prime comunicazioni di appoggio al decreto. Dopodichè paghiamo lo scotto di essere un mercato giovane, quindi non è stato ancora possibile posizionarsi su dinamiche serie di lobbying. Il fotovoltaico è cresciuto in maniera molto veloce, gli operatori sono stati molto più impegnati nel business che nelle relazioni con il mondo politico, che comunque sono importanti. Chiaramente da quest’esperienza si imparerà molto. Tra l’altro la GIFI ha chiesto a Confindustria di rivedere la sua posizione sul decreto, richiesta che, se disattesa, porterebbe sicuramente all’uscita del mondo fotovoltaico da Confindustria, in quanto non rappresentativa del settore.
D) Berlusconi ha affermato che “gli incentivi alle energie rinnovabili devono adeguarsi all’andamento degli altri paesi europei“. Pensa che gli incentivi italiani necessitino effettivamente di un adeguamento?
R) Le strumentalizzazioni non fanno bene, c’è una grossa disinformazione sulla materia. E’ chiaro che Paesi come la Germania, in cui tutti i processi legati al fotovoltaico sono già stati ottimizzati e efficientati, sono già riusciti a creare delle economie di scala. Questo in Italia avverrà nei prossimi anni, ma non ci siamo ancora arrivati. Non possiamo avere gli incentivi della Germania perché non siamo la Germania. Ogni Paese ha una sua specificità. E’ importante che gli incentivi non vengano interrotti e che non ricevano una riduzione troppo pesante prima che lo sviluppo di nuove tecnologie sia maturo.
D) Se l’incertezza permarrà, quali pensa che possano essere le conseguenze sugli investimenti esteri per il settore e per la credibilità del sistema Italia?
R) Beh, sono conseguenze importanti, che potrebbero portare anche a “marce indietro” se dovesse perdurare questa situazione di incertezza. Edf ha una quota estera e una italiana, della mia famiglia. L’alleanza ci ha portato a poter sviluppare le nostre attività in un modo a cui non avremmo potuto aspirare come azienda familiare. Un danno è già stato fatto: non si può cambiare una legge emanata ad agosto dello scorso anno ed entrata in vigore dal 1 gennaio, non ha senso!
D) Che cosa spera che avvenga nei prossimi giorni?
R) Mi auguro che ci siano delle modifiche secondo quelle che sono anche le richieste del GIFI. Questo è il mio auspicio. Siamo fiduciosi e ottimisti rispetto a quello che accadrà.
Veronica Caciagli