Progetto Guarene: l’avventura di una ristrutturazione in bioedilizia ai tempi della crisi
Un progetto “dimostrativo” di ristrutturazione in bioedilizia certificata che durerà un anno, forse più (mi auguro meno). L’esperienza diretta di un committente privato che decide di “cambiare vita” – coerentemente con la propria professione e per esigenze famigliari – e si avventura (in un periodo sicuramente non fiorente per l’economia) nella selva delle agenzie immobiliari, dei rogiti notarili, dei mutui bancari, dei regolamenti edilizi, degli incentivi fiscali, della scelta di progettisti, imprese, fornitori e materiali. Sarà questo “Progetto Guarene“, l’avventura per il trasferimento della redazione di Greenews.info e degli uffici del network Greengooo! dalla metropoli torinese alla nuova sede di Guarene, lo stupendo paesino di 3.457 abitanti sulla collina che domina Alba, al confine tra le Langhe e il Roero, i territori piemontesi candidati a diventare, dal 2014, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, insieme al Monferrato.
Racconteremo questa esperienza – appassionante ed ansiogena al tempo stesso – attraverso il magazine e i social networks, partecipando a fiere e convegni, come pochi hanno fatto prima in Italia, un paese dove, troppo spesso, le cose si fanno e non si dicono – o si dicono diverse da quelle che si fanno, per timore delle conseguenze (legali, fiscali, economiche) e per non condividere pienamente con gli altri il proprio “know how”. Soprattutto in un mondo ancora “oscuro” ai profani come quello dell’edilizia, pieno di luci ma anche di tante ombre e oggi vittima di una crisi senza precedenti, che sta decimando le imprese al ritmo di un’epidemia. A stupirsi della nostra scelta, ma anche ad incoraggiarci nell’intraprendere questa strada di fedele documentazione, sono stati proprio i primi operatori del settore con i quali abbiamo parlato, che hanno colto l’importanza, in termini di comunicazione, di far toccare con mano, al possibile committente, sia le opportunità che le difficoltà di un progetto di ristrutturazione secondo i criteri del “green building” e, più nello specifico, della bioedilizia.
Il nostro viaggio sarà lungo e particolareggiato, per restituire, nella maniera più completa possibile, l’esperienza concreta che altri cittadini e imprenditori potrebbero trovarsi a intraprendere, nella speranza di offrire loro un utile vademecum pratico. Partiremo dai preliminari di individuazione dell’immobile giusto per le proprie esigenze (che anche noi abbiamo affrontato nei mesi scorsi) in rapporto con le agenzie immobiliari del territorio, per passare attraverso le fasi del compromesso con “la parte venditrice”, la richiesta di mutuo alla banca, i costi da sostenere, l’atto notarile, le tasse, e poi la scelta dei progettisti e dell’impresa, la stesura del progetto e la presentazione agli uffici comunali, fino alla tanto agognata partenza dei lavori, l’allestimento del cantiere, l’avanzamento passo dopo passo, i materiali, le tecniche di posa, il recupero e la trasformazione dell’esistente e, infine, la consegna delle chiavi, l’arredamento e l’ingresso nella nuova casa e nei nuovi uffici. Un percorso apparentemente lineare che tuttavia – ci hanno avvertiti – proprio del tutto lineare e liscio non lo è mai, con imprevisti e varianti in corso d’opera che devono essere prontamente gestite, tenendo bene a mente l’obiettivo finale che si desidera ottenere.
Sullo sfondo di questa avventura il fantasma della scelta di fondo: stiamo facendo la cosa giusta? Facciamo bene a trasferirci in “campagna” fuggendo dalla metropoli che ambisce a diventare smart city? O dovremmo invece ascoltare gli avvertimenti di quel David Owen che con “Green Metropolis” ha cercato di scardinare il mito della comunità rurale tutta relax e aria pulita a favore della grande città? E ancora, sono maturi i tempi per il telelavoro con i propri collaboratori e per il ritorno a una casa-bottega di ispirazione medievale ma supportata dalle nuove tecnologie o si tratta di un’utopia romantica destinata al naufragio? Ovviamente io, i miei collaboratori e la mia famiglia siamo oggi convinti della bontà della nostra scelta e dell’opportunità di “prendere due piccioni con una fava”, migliorando la qualità della propria vita e del proprio lavoro. Ma vogliamo essere onesti e, se avrete la pazienza di seguirci, tra un anno (o più) vi confermeremo se il risultato sarà quello atteso, se l’ADSL nell’ex fienile funzionerà, se i cellulari schermati dalla collina “prenderanno”, se riuscirò a restare fermo nel mio intento di non riacquistare una seconda auto, ma muovermi solamente (anche in inverno) con una bicicletta elettrica a pedalata assistita, ricaricata con il fotovoltaico di casa, da e verso la stazione dei treni di Alba, per andare ovunque. Ma soprattutto vi diremo se la vista, al mattino, di questo panorama, che abbraccia le vigne e le Alpi Marittime, sarà stata capace di far dimenticare il colossale lavoro e gli investimenti.
Andrea Gandiglio