La cura della “casa comune” secondo Papa Francesco
Nel vuoto desolante della politica (oggi anche europea), è dovuto, di nuovo, intervenire lui, l’uomo che ormai anche i non credenti invidiano alla Chiesa e che vorrebbero capo di Stato, presidente del Consiglio, presidente della Commissione Europea (imperatore del mondo?), perché è l’unico dei “potenti” che ha dimostrato di capire la contemporaneità e i suoi problemi e avere la sensibilità, l’autorità, l’umiltà e il polso per agire. Papa Francesco ha studiato, nei mesi scorsi, il problema dell’ambiente, della “casa comune“, e ne ha compreso pienamente l’urgenza (non ulteriormente procrastinabile) e l’ampiezza (è un problema di tutti, non solo degli “ambientalisti”), tanto da scrivere un’enciclica dedicata, che verrà presentata ufficialmente stamattina alle 12. “Rivolgo un invito urgente – scrive Bergoglio nell’introduzione – a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”. Non c’è più alibi per nessuno, insomma.
Dopo aver riconosciuto l’impegno e il lungo cammino del “movimento ecologico mondiale“, Francesco non fa sconti e richiama alle responsabilità non solo dei governanti, ma anche del cittadino comune, cristiani compresi: “purtroppo – scrive – molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche”. Stoccata, dunque, anche agli “scientisti” che pensano di risolvere il problema delle malattie delle piante con gli OGM, ridurre le emissioni CO2 con il nucleare e cose abominevoli di questo genere.
“Laudato sì” – titolo suggestivo, che richiama il Cantico delle Creature di San Francesco – è un’enciclica di quasi 200 pagine, con un’introduzione e sei capitoli: i primi tre per inquadrare la situazione, dal punto di vista scientifico (“Quello che sta accadendo alla nostra casa”), religioso (“Il Vangelo della Creazione”) e antropologico (“La radice umana della crisi ecologica”), gli altri tre per proporre soluzioni (“Un’ecologia integrale”, “Alcune linee di orientamento e di azione”, “Educazione e spiritualità ecologica”).
Papa Francesco parla esplicitamente di “sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi” e avverte: “La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di molto serio, non solo perché Dio ha affidato il mondo all’essere umano, bensì perché la vita umana stessa è un dono che deve essere protetto da diverse forme di degrado”. Il primo paragrafo del Capitolo I è infatti dedicato a “Inquinamento e cambiamenti climatici” e apre subito connettendo ambiente e salute, un binomio troppo spesso negato da chi difende interessi non certo collettivi, ma anche da quegli scienziati che rimandano il giudizio con la perenne giustificazione che non ci sono mai abbastanza evidenze per provare la “correlazione”. “Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone – scrive il Papa - l’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provoca milioni di morti premature“. Constatazione chiara, lineare, evidente, suffragata ormai da dati medici, che dovrebbe servire da punto di partenza per qualsiasi concreta azione politica, invece di generare distinguo, cautele pelose e “ridimensionamenti” del problema, come troppo spesso accade.
Oltre a constatazioni, in linguaggio semplice e immediato ed appelli, molte frasi dell’enciclica papale denotano l’accuratezza con cui Francesco ha voluto documentarsi sul problema. Questa, ad esempio, è in piena sintonia con quanto, da anni, dicono i medici ambientali dell’ISDE, e non solo: “Tanto i rifiuti industriali quanto i prodotti chimici utilizzati nelle città e nei campi, possono produrre un effetto di bio-accumulazione negli organismi degli abitanti delle zone limitrofe, che si verifica anche quando il livello di presenza di un elemento tossico in un luogo è basso. Molte volte si prendono misure solo quando si sono prodotti effetti irreversibili per la salute delle persone.”
E’un enciclica da leggere tutta, dalla prima all’ultima pagina, credenti o non. E’avvincente, picchia duro, ma offre prospettive percorribili. L’appello del Papa è ricco di speranza e pragmatismo: “ La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare“.
Papa Francesco, con la sua proverbiale umiltà, non manca di ringraziare e incoraggiare tutti quelli che noi di Greenews.info chiamiamo i “campioni della green economy“, della sostenibilità e della solidarietà: “Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo“. Da imprenditore che si occupa, da anni, di questi temi e porta avanti le sue piccole battaglie quotidiane (pur da non credente) è la prima volta che mi sento ringraziare da qualcuno!
Andrea Gandiglio