Flower Power, ditelo con i fiori di stagione
Dove non arriva la parola, da sempre, può arrivare un fiore. L’usanza di comunicare messaggi e sentimenti con i fiori è nata, a quanto pare, nell’Ottocento. All’epoca, invece di inviare un sms o una lettera, si potevano spedire fiori in numero pari all’ora in cui si desiderava ottenere un appuntamento ed attendere (fiduciosi) la persona amata. La simbologia poteva poi essere più raffinata e includere colori e varietà differenti che, grazie ad una cultura del verde e della biodiversità mediamente più diffusa e sviluppata di quanto lo sia oggi, potevano essere facilmente interpretati.
La viola, ad esempio, racconta il sito Giardinaggionline, “è un fiore che inneggia all’amore, così come vuole la leggenda della freccia di Cupido, la quale, si narra, cadde su di una viola del pensiero”. Per questo, se qualcuno vi regala una viola, potrebbe voler esprimere un messaggio di stimolo alla vostra memoria, del tipo “Non dimenticarti mai di me” o “Tienimi sempre nei tuoi pensieri”. Ma la viola esprime anche un’istintività primordiale che si riflette nella ricerca dell’amore per la natura. “L’altezza di pochi centimetri – spiegano ancora gli esperti – porterebbe di nuovo a pensare alla sua volontà di conservare ancora un rapporto stretto con la terra, di non erigersi troppo“.
A ricordare all’uomo le leggi della natura ci pensa anche la gerbera, i cui fiori si aprono con la luce del giorno e si chiudono al tramonto. Il giglio piace invece per veicolare le leggi degli uomini, tanto da ricorrere negli stemmi di molti comuni italiani (tra cui Firenze). Ma il lilium (come già lo chiamavano i romani) è anche simbolo associato alla Madonna, in quanto rappresentazione di castità e purezza. Il giglio di San Giovanni, invece, è detto tale per il periodo di fioritura intorno al 24 giugno, festività dedicata al Santo.
In occasione di compleanni o onomastici il “galateo” prevede che il pensiero ricada sul fiore o il bouquet di fiori preferiti dalla persona festeggiata. Mentre, in occasione del matrimonio, i più ricorrenti, per la sposa che dovrà lanciare il bouquet, sono i fiori d’arancio, simbolo della fertilità. Ma sono “ammessi” anche gelsomini, rose bianche, violette, calle, fiordalisi, spesso con guarnizioni di foglie ed erbe decorative. Il garofano bianco o la gardenia accompagneranno invece la giacca dello sposo, del testimone e del padre che accompagnerà la figlia all’altare.
Il fiordaliso, insieme ai gerani, va anche segnalato tra i fiori virtuosi, dal punto di vista “biologico”, in quanto attira coccinelle, sirfidi e altri “insetti utili”, ovvero gli insetti entomofagi, che si nutrono di altri insetti dannosi per i fiori e le piante, evitando l’uso di trattamenti con prodotti di sintesi.
Ma come possono essere curati i fiori recisi, seppure di stagione, per durare di più? Alcune regole di base sono fondamentali, come quella di adottare un vaso della giusta capienza, evitando l’ammassamento e verificando che sia sempre presente il giusto quantitativo di acqua (che va comunque cambiata ogni tre giorni). In alternativa ai conservanti si può usare un cucchiaino di succo di limone per ogni litro d’acqua. Non male poi aggiungere un po’di zucchero all’acqua, visto che il fiore reciso, non compiendo più il ciclo della fotosintesi, necessita di un apporto esterno di sostanza nutritiva. Se, infine, il vaso è d’argento invece che di altri materiali, potremo godere anche di una preziosa azione battericida, che contribuirà a ridurre la formazione di batteri in acqua.
Redazione Greenews.info