Diteci intanto chi ha ragione. Intervista a Enrico Remmert
Il pianeta si sta surriscaldando o siamo vicini a una nuova glaciazione? Il florilegio di teorie e controteorie sul clima è l’ossessione che turba le rosse notti di Enrico Remmert, scrittore e sceneggiatore torinese, autore, nel 1997, del fortunato romanzo d’esordio “Rossenotti“, pluripremiato in Italia, tradotto in diverse lingue europee e diventato, negli Stati Uniti, un film per la regia di Stéphane Dumonceau.
D) Enrico, qual è, secondo te, il più urgente problema ambientale?
R) Capire chi dice la verità! Mi ricordo quando ero ragazzino, negli anni ’80, che ci parlavano di una nuova glaciazione in arrivo, poi di riscaldamento globale, adesso ho di nuovo letto, negli ultimi giorni, che 200 scienziati sostengono che avverrà una nuova glaciazione. Mi piacerebbe allora, prima di tutto, che questi illustri scienziati ci dicessero qual è la verità e non 80 teorie diverse! Altrimenti non capisci più chi ha ragione. L’ultimo inverno a Torino è stato sicuramente il più freddo che io mi ricordi. Meno 9 gradi alle 10 del mattino sul termometro della mia auto non ricordo di averli mai visti in città. E dato che il tema mi interessa mi sono documentato un po’. La Groenlandia, come suggerisce la radice stessa del termine, pare fosse una “Terra Verde“, addirittura piantata a grano, a quanto dicono i carotaggi, ma oggi è tutt’altro che tale. Anche le temperature a Londra nell’Ottocento pare che fossero molto diverse da quelle attuali. Dunque?
D) Qualcuno sostiene che chiamarla “Terra Verde” sia stata un’idea di marketing dei sovrani vichinghi, per renderla più appetibile agli emigranti… Altri che le gelate del Tamigi siano cessate nel 1835, semplicemente quando le campate del Ponte di Londra sono state allargate permettendo all’acqua di scorrere più agevolmente – senza connessioni con i cambiamenti climatici…
R) Sono teorie interessanti, approfondirò.
D) Tu ti consideri una persona attenta all’ambiente?
R) Assolutamente sì. Da quando ho lavorato ad una campagna per il Conai, sono estremamente attento al riutilizzo e allo smaltimento dei materiali trattati dai 6 consorzi aderenti: carta, legno, vetro, alluminio, acciaio e plastica. Vado in bici ogni giorno e la mattina, se c’è bel tempo, porto le bambine a scuola a piedi. Loro storcono il naso e fanno la faccia triste, ma quando spiego che una passeggiata di venti minuti fa bene se ne fanno una ragione. Non avessi figli girerei sempre in bici, o in Vespa, o con i mezzi pubblici.
D) Tu vivi a Torino. Come consideri l’attenzione che la città riserva alle questioni ambientali?
R) Media…Io ho la fortuna di abitare in centro, molto vicino al Parco del Valentino, che è il principale polmone verde. I parchi sono in fondo i veri “templi” delle città e Torino fortunatamente ne ha molti: la Colletta, le Vallere, la Pellerina, tutti i parchi della Collina, il Leopardi, la Maddalena… A Torino forse c’è un problema di traffico inferiore rispetto ad altre città, però quando poi si vedono i valori risulta sempre una delle 3/4 città più inquinate d’Italia! Forse è una città che “maschera bene”, o forse siamo noi piemontesi che, così precisini, facciamo sembrare il traffico meno caotico che da altre parti.
D) C’è qualche iniziativa in città che ti è rimasta particolarmente impressa per la sua utilità?
R) Sicuramente la metropolitana. Almeno per la parte della città che ne è toccata oggi. Percorrendo Corso Francia verso Collegno non si vedono quasi più veicoli in superficie. Credo siano 60/70.000 persone che vengono trasportate con mezzi diversi dall’auto. La metro è quindi la soluzione che meglio può cambiare il volto della città e il problema dell’inquinamento. Certo non siamo ancora come il Nord Europa. Qualche settimana fa ho visto un servizio di Report su alcuni casi in Germania e Svezia: quando vedi quelle città senza traffico, con i mezzi pubblici che funzionano, la gente in bici o a piedi – come i bambini raccolti dal “piedibus”, un serpentone per camminare tutti insieme verso la scuola - beh, sono cose fantastiche… E’ovvio però che si possono fare su dimensioni ristrette e non, purtroppo, nelle grandi città metropolitane che si estendono verso la provincia.
D) I protagonisti dei tuoi romanzi sono spesso personaggi “picareschi” che conducono uno stile di vita non particolarmente salubre. Hai mai inserito riferimenti all’ambiente nei tuoi libri o tratto ispirazione da eventi o elementi naturali?
R) Nella Ballata (La Ballata delle Canaglie, NdR) c’è una sorta di elogio della campagna. Mentre il nuovo libro al quale sto lavorando, Strade Bianche, in uscita a settembre, è un viaggio in auto attraverso il paesaggio italiano, da Torino a Bari, percorrendo unicamente strade statali e secondarie. Qui la natura ha un’importanza grandissima.
D) Avere figli ha accresciuto la tua sensibilità ecologica?
R) Di sicuro. Saremo noi a lasciargli questo mondo. E siamo tutti a riempirci la bocca, ma poi…Fino ad ora non è che gli stiamo lasciando un granché!
Andrea Gandiglio