Elogio dell’eterno terzo. Un editoriale per l’informazione indipendente
Essere sempre terzi. Per un agonista potrebbe non essere la prospettiva migliore. Ma quando si parla di informazione, in un paese come l’Italia, dove vige, in tutto e sempre, la logica del derby, della contrapposizione duale tra chi arriverà primo e chi secondo (alle elezioni, nel campionato, nella vita), è cosa buona. La terzietà è quella che dà il giusto distacco, la distanza prospettica per guardare e valutare le cose in maniera più imparziale. I primi due sul podio sono accecati dalla rivalità diretta, il terzo, dal suo gradino più basso, li può studiare e, al tempo stesso, dialogare con il pubblico, al quale è più vicino. Il terzo è forse meno campione, ma più umano e capisce meglio “gli umani”.
Per questo credo che ieri, alla Triennale di Milano, si sia celebrato un evento importante per l’editoria indipendente, nella sordina della modestia e nell’indifferenza dei (due) grandi poli televisivi. Ieri è stato presentato, a pochi spiriti lungimiranti, un progetto (ambizioso e visionario) che si chiama L’Indro, un media terzo di cui l’Italia (terza, non quella dei derby) sente da tempo la necessità. ”L’Italia che tira avanti, produce, pensa, ama, inventa, innova, si muove e, spesso, primeggia nel mondo, e però non ha soggettività comunicazionale“, come recita l’editoriale di apertura. Un’Italia stimata in 16 milioni di “insoddisfatti” dei media tradizionali, il 33% della popolazione.
L’Indro – oggi ancora un cantiere in costruzione – vuole ridare dignità a questo Lettore, che sarà anche azionista ed editore della testata: un quotidiano multicanale o cross platform (web, tv, mobile, iPad e ogni altra piattaforma tecnologicamente possibile) estremamente innovativo, nato paradossalmente da un’idea di Maria Margherita Peracchino, giornalista “tradizionalista” (quando questo significhi qualità, confronto e verifica delle fonti, di contro al proliferare di blog monologanti e media istituzionalizzati) e di Carlo Fuscagni, un tempo numero uno di Rai 1, fondatore di Rai 3 (la terza rete) nel 1979, pioniere di Canale 5 nel 1980, oggi intenzionato a ripartire dalla terza via con il coraggio e l’umiltà di un neofita, all’età di 77 anni, quando molti dei suoi coetanei non riescono psicologicamente a scollarsi le poltrone del potere dal vetusto deretano.
“Oggi i media non raccontano il Paese reale, e la cosa è talmente vera che tutti i dati ci dimostrano che almeno 15 milioni di italiani non accedono all’offerta informativa. Non sappiamo nemmeno più cosa c’è lì fuori. Abbiamo perso il contatto con la realtà”, dice Fuscagni. L’Indro si propone di raccontare agli Italiani cosa succede veramente nel mondo, ma anche l’eccellenza italiana al mondo. “L’Indro – scrive la Peracchino nell’editoriale - guarda anche all’audience Italy-oriented oltre confine: i quasi 350 milioni tra italiani all’estero, italo-esteri, italofili, i consumatori del Made in Italy nel mondo. L’Italia, conviene ricordarlo, è il 7° Paese esportatore al mondo e 5° nel ranking mondiale delle destinazioni turistiche. Eppure, non esiste oggi un media che sia espressione di questo commonwealth“.
Un “bene nazionale” fatto anche dalle aziende che in questo progetto coraggioso hanno creduto da subito e ne sono divenute partner. Come la Neos di Brescia, che dopo aver sviluppato (attrvaerso ricerca e tecnologia tutta italiana) la piattaforma MobC3 – per risolvere i problemi di incompatibilità dei vari sistemi operativi mobile - ed aver portato sugli smartphone Il Sole 24 Ore, il Corriere della Sera, Libero e molti altri, oggi ha deciso di sostenere, anche finanziariamente, questo progetto indipendente e ”fuori dal coro”. O come TK Soluzioni, di Legnano, e DGK, di Sant’Angelo Lodigiano, che hanno fornito le soluzioni web, Miller Srl, di Milano, per la tecnologia Streamit – che consente di portare in rete la tv ad alta definizione - o, ancora, la società di “videoevoluzione” milanese Prodotto, che firmerà la produzione per la web tv. Una “filiera corta” di talenti innovativi, tutti italiani, alla quale anche Greenews.info ha accettato di contribuire con la fornitura di contenuti sulla green economy e il green thinking, affiancandosi ad altre note realtà editoriali come Giudizio Universale, che curerà il blog.
Al lettore il compito e la libertà di valutare la qualità del progetto e dell’informazione, anche attraverso una figura – assolutamente inedita nel panorama italiano - come il Garante dei Lettori, eletto dai Lettori stessi contestualmente alla sottoscrizione dell’abbonamento e da essi retribuito (attraverso la destinazione di una percentuale del costo di abbonamento) per tutelare i propri interessi, in Redazione e negli organi di governo della società editrice.
Andrea Gandiglio