Elezioni europee. Chi ha paura dei “Greens”?
Oggi, dopo l’ufficializzazione delle liste, avrei voluto pubblicare un articolo per comunicare ai lettori di Greenews.info le ragioni della mia accettazione della candidatura alle elezioni europee per Green Italia - Verdi Europei, il movimento nato il 1° marzo scorso con l’ambizione di affermare, in Italia e in Europa, un “green new deal“, per uscire dalla crisi attraverso la concretizzazione della green economy e la valorizzazione di quell’immensa ricchezza incompresa che sono le risorse naturali e culturali, il paesaggio, la biodiversità.
Ieri mattina è però successo un fatto molto grave. Le liste, regolarmente presentate da Green Italia in tutte e 5 le Circoscrizioni, sono state ricusate. Gli uffici elettorali hanno infatti deciso di applicare una circolare del Ministero dell’Interno che limiterebbe l’esenzione dalla raccolta delle firme ai soli partiti che già dispongano di parlamentari eletti in Italia (e non in Europa, nonostante si tratti di elezioni europee).
Eppure la legge è chiara a riguardo: l’art. 12 comma 4 della legge 18/1979, precisa che sono esenti dalla raccolta delle firme quei partiti politici che hanno una rappresentanza “nel Parlamento Europeo”. E, per l’appunto, nel Parlamento Europeo siede il gruppo parlamentare degli “European Greens“, il Partito Verde Europeo, al quale Green Italia aderisce (insieme ai Gruene tedeschi e agli ecologisti francesi) e di cui è l’unico rappresentante in Italia.
La questione era già stata chiarita, per altro, dal Tar del Lazio, che, interpellato il 21 marzo scorso, aveva risposto al ricorso di Green Italia emettendo un’ordinanza che affermava esplicitamente che “l’art. 12 comma 4 della legge n.18/1979 ha caratteristiche d’immediata applicazione che non rendono necessarie disposizioni di dettaglio”. In sostanza, ribadiva il Tar, una circolare ministeriale (disposizione di dettaglio) non può modificare la legge!
“Una disparità di comportamento inspiegabile – spiegano Monica Frassoni e Fabio Granata, di Green Italia, insieme a Angelo Bonelli e Luana Zanella, dei Verdi – visto che sono state accettate altre liste che erano nelle stesse nostre condizioni, come il Centro Democratico di Tabacci o Fratelli d’Italia”.
Due pesi e due misure, dunque? Paura dell’unica lista ecologista che si è presentata in Italia per le europee? Fatto sta che le ragioni della green economy e dell’ambientalismo più innovativo e promettente rischiano di nuovo, per un cavillo burocratico, di non essere rappresentate nel Parlamento Europeo e – se l’Italicum verrà definitivamente approvato – di incontrare enormi difficoltà anche nelle prossime politiche italiane, per l’innalzamento delle soglie di sbarramento. Tutto questo mentre i 600 scienziati dell’ultimo report IPCC ribadiscono l’urgenza di intervenire sulle cause dei cambiamenti climatici e il Prof. Veronesi confessa la sua tragica previsione che, nei prossimi anni, un italiano su due si ammalerà di tumore. Tutto questo proprio mentre cresce, nella popolazione, la sensibilità verso la tutela dell’ambiente e negli imprenditori e amministratori più illuminati la consapevolezza che la sostenibilità ambientale non è un costo, ma una via per aumentare la competitività e uscire dalla crisi, creando nuovi posti di lavoro.
Una lettera di protesta dei presidenti dei Verdi Europei è già partita all’indirizzo del Presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica. Ma è desolante pensare che, in Italia, ogni buon progetto, ogni iniziativa lungimirante debba sempre scontrarsi non sul merito e sull’approvazione (o meno) dei cittadini, ma nei meandri di una burocrazia e di un impianto normativo medievali, in grado di esasperare anche i meglio intenzionati. E che quasi tutto venga ormai deciso “per imposizione” di segreterie di partito e forzature legislative dei Governi, senza il minimo rispetto delle regole elementari della democrazia.
Entro il 25 aprile si saprà se l’avventura di Green Italia – Verdi Europei potrà continuare, nell’arena elettorale, per cercare di portare al Parlamento Europeo tutti quei temi che i partiti tradizionali continuano vergognosamente a ignorare.
Andrea Gandiglio
Aggiornamento: il 19 aprile 2014 la Suprema Corte di Cassazione ha ammesso le liste di Green Italia – Verdi Europei alle elezioni europee con le motivazioni descritte nella sentenza n. 2/2014 RIC.