Come i pellegrini medievali
Dopo aver attraversato il Pacifico a bordo di una barca a remi per battersi contro l’innalzamento del livello di Co2, Roz Savage è ripartita per percorrere, questa volta a piedi, la distanza che separa Londra da Bruxelles. Ma la Savage non sarà sola nei suoi 322 km di cammino: ad accompagnarla la campionessa mondiale di sci estremo, Alison Gannett che porterà con sé i suoi sci e il messaggio della “Save our snow Foundation”, per mettere in guardia contro la progressiva scomparsa della neve.
“Faccio questo – ha scritto la Gannett all‘Unep – per accrescere la consapevolezza sull’importanza di salvare la neve, sia per gli sport di divertimento come lo sci, ma soprattutto perché metà del pianeta dipende dalla neve e dallo scioglimento dei ghiacci per l’acqua potabile e l’irrigazione”.
Le due ambientaliste, arriveranno alla stazione ferroviaria di Bruxelles il 5 dicembre per unirsi ai 400 attivisti e negoziatori a bordo del “Clima Express” diretto a Copenhagen.
Nel frattempo, altri esperti e ambientalisti percorreranno in treno 9000 km, da Tokyo alla capitale danese, passando per la Russia, con lo scopo di documentare l’impatto dei cambiamenti climatici e incontrare le autorità locali. Scegliere come mezzo di trasporto il treno non è casuale: equivale a produrre 10 volte meno di anidride carbonica rispetto all’auto o all’aereo. Le ferrovie, infatti, pur possedendo una quota del mercato del trasporto compresa tra il 7% e il 10% contribuiscono solo al 2% delle emissioni.
Pellegrinaggi a parte, grandi passi avanti sono stati compiuti, negli ultimi giorni, anche sul fronte istituzionale. L’Europarlamento ha approvato con larga maggioranza la risoluzione “Preparazione al summit di Copenhagen sul cambiamento climatico”, che richiede ai Paesi membri un impegno di 30 miliardi di euro all’anno (sui 100 complessivi) a favore dei Paesi in via di sviluppo fino al 2020, mentre dall’agenzia Reuters trapela oggi la bozza di un documento preparatorio del governo danese che propone una riduzione del 50% delle emissioni inquinanti entro il 2050 (rispetto ai livelli del 1990) e l’onere di tagliare l’80%delle emissioni inquinanti a carico dei paesi ricchi.
Ilaria Burgassi