Alle Olimpiadi non è tutto oro quello che luccica
Quest’anno, i campioni olimpici che avranno l’onore di salire sul podio delle XXI Olimpiadi Invernali porteranno a casa qualcosa di più di una semplice medaglia e potranno dire di aver collaborato allo sforzo del Canada nel combattere i “rifiuti elettronici”.
Gli ori, gli argenti e i bronzi delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Invernali di Vancouver, infatti, sono stati prodotti utilizzando, in parte, scarti “elettronici”, come vecchi tubi catodici o schede madri di computer in disuso.
Le oltre mille medaglie che verranno assegnate tra giochi Olimpici e Paraolimpici contengono in totale 2,05 Kg d’oro, 1950 grammi d’argento e 903 di rame. L’azienda produttrice, la canadese Teck Resources, ha infatti impiegato nella preparazione anche piccoli quantitativi (circa l’1% in quelle d’oro e bronzo, meno per quelle d’argento) di metalli recuperati dalla cosiddetta ‘spazzatura elettronica’ conosciuta anche come e-waste.
L’azienda canadese, spiega in un comunicato stampa, ricorre a diverse tecniche di riciclo. In primis, i computer, monitor, stampanti vengono smontati per ricavare acciaio, alluminio, bronzo, vetro e altri materiali utili, dopodichè, le componenti che non possono essere ulteriormente smantellate sono messe in una fornace a 1200°C recuperando così altri metalli.
E’ la prima volta che le medaglie olimpiche sono così “verdi”, un segno dell’attenzione degli organizzatori dei Giochi a far sì che queste siano considerate le Olimpiadi più eco-compatibili della storia.
Giulia Novajra