Una tassa per sostenere le politiche sociali e ambientali. La proposta di Terra Futura
Si può davvero parlare di economia e sostenibilità senza una adeguata coesione sociale e senza una tensione etica che animi l’agire politico ? Le tensioni sociali che nelle ultime settimane hanno scosso la Grecia, fortemente colpita dalla crisi economica e finanziaria, sembrerebbero suggerire una riposta negativa.
Per evitare che situazioni analoghe possano contagiare, in futuro, altri paesi gravando sulle fasce più deboli della popolazione, basterebbero alcune semplici misure, seco0ndo quanto emerso nel weekend a Terra Futura, la mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità, tenutasi a Firenze (Fortezza da Basso) dal 28 al 30 maggio.
Da Firenze, infatti, BancaEtica, Cisl, Acli e Arci hanno lanciato una proposta concreta: una mini tassa dello 0,05% su tutte le transazioni finanziarie, in grado di produrre un gettito stimato, su scala mondiale, di 655 milardi di dollari a cui i Governi nazionali (messi a dura prova dai salvataggi delle banche negli anni 2009 e 2010) potrebbero attingere per rilanciare le politiche sociali, ambientali e di cooperazione allo sviluppo.
Gli organizzatori di Terra Futura, insieme alla Regione Toscana, lanciano dunque una petizione, una raccolta di firma per introdurre la tassazione sulle transazioni ed intendono portare le firme e la proposta direttamente sul tavolo del Ministro Giulio Tremonti .
La campagna per l’introduzione della tassa è promossa a livello internazionale e si rivolge a tutti gli esponenti dei Governi dei Paesi membri del G8 e del G20 ma l’Italia, sostiene Andrea Baranes, ricercatore della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale e della Fondazione Culturale di Banca Etica, “potrebbe essere l’ago della bilancia”. Pare, infatti, che sia Obama che la Merkel e Sarkozy, insieme ad altri capi di stato, abbiano dimostrato interesse alla proposta, e l’Italia, con il Ministro Tremonti, potrebbe aiutare concretamente a favorire l’approvazione della proposta in sede internazionale.
A detta di Baranes la proposta di una simile tassazione, sostenuta in maniera trasversale anche dalle principali associazioni ed organizzazioni non governative, come WWF, Legambiente, Social Watc , Focsiv, Adiconsum, Cittadinanza Attiva, Azione Cattolica e Manitese, “non scoraggerebbe gli investimenti e non andrebbe a discapito dei consumatori, ma sarebbe un valido deterrente per chi ha operato nella finanza con troppa leggerezza, unicamente con scopi speculativi, come coloro che, comprando e vendendo gli strumenti finanziari centinaia e migliaia di volte al giorno, rendono i mercati instabili e volatili. Con la tassazione che proponiamo, invece, sarebbero costretti a pagare lo 0,005 % per ogni singola operazione”.
Ma quali sono le dimensioni minime perché una tassa del genere, concepita per operare sui scala internazionale, possa essere efficace e dispiegare i propri effetti?. “Un obiettivo minimo potrebbe essere l’applicazione anche soltanto alla zona dell’ Euro” - continua Baranes. “Del resto la tassazione che noi proponiamo è estremamente semplice e potrebbe essere concretamente applicabile, basti pensare che alcuni dei più avanzati mercati finanziari del mondo, come quello inglese ed americano, prevedono un meccanismo analogo di tassazione, pur con percentuali e modalità diverse e legate solo alla transazione delle azioni”.
A Baranes fa eco il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, che ritiene i tempi maturi per un’operazione di questo genere. Il ruolo dell’ Italia, a suo avviso, potrebbe essere particolarmente significativo: “Molti Capi di stato , ma anche il Consiglio d’ Europa e la Ue vedono di buon occhio questa iniziativa, perorata anche da illustri economisti e premi Nobel come, ad esempio, Joseph Stiglitz. Serve una regolamentazione, la crisi economica ha messo sotto gli occhi di tutti gli effetti devastanti della finanza speculativa”.
Giacinto Palladino, di FIba/Cisl, Paolo Beni, presidente nazionale Arci e Soana Tortora, Responsabile Pace e Stile di Vita di Acli, sottolineano come sia essenziale recuperare il ruolo etico dell’economia: il ricorso prevalente alla finanza speculativa da parte delle banche d’affari ha sopravanzato di gran lunga, denunciano, il ruolo del sostegno al lavoro, alle famiglie, allo sviluppo sostenibile, con evidenti squilibri e rischi per le comunità. La tassa sulle transazioni, invece, sarebbe una sorta di assicurazione sociale per tutti, da reinvestire nella coesione sociale, nel lavoro , nella lotta alla povertà e nella salvaguardia dell’ambiente.
La petizione, ricordano gli organizzatori di Terra Futura, può essere sottoscritta anche on line all’indirizzo www.zerozerocinque.it
Andrea Marchetti