Stop alle barche a motore: a Venezia la prima domenica ecologica
Di domeniche ecologiche ce ne sono tante ma quella che si terrà a Venezia il 14 aprile è davvero unica. A fermarsi, per la prima volta nella storia, non saranno solo le auto di Mestre in terraferma, ma anche le barche a motore tradizionale che solcano quotidianamente il Canal Grande.
La città più suggestiva del mondo per un giorno tornerà silenziosa e sostenibile. Il fermo dalle 10 alle 15 riguarda tutte le imbarcazioni a motore (esclusi i mezzi del trasporto pubblico locale come i vaporetti e di soccorso) dal Ponte degli Scalzi alla Punta della Dogana e in Canale di Cannaregio. Gratuito il servizio traghetti con le gondole, grazie alla collaborazione dell’Associazione dei Bancali. Dalle 11 sfileranno in corteo acqueo verso il Ponte di Rialto barche ibride, elettriche e a remi, e alle 12 a Ca’ Farsetti, sede del Comune, si farà il punto sulle tecnologie che si stanno sperimentando e sui finanziamenti per imbarcazioni a ridotte emissioni, come motori ibridi, elettrici e a idrogeno.
L’iniziativa ha, come quasi sempre in questi casi, un valore simbolico e di sensibilizzazione, ma per Venezia è anche qualcosa di più. Forse per chi la visita per la prima volta, incantato dalle bellezze monumentali e artistiche della città e da romantiche attraversate in gondola, il problema del traffico passa in secondo piano. Anche a Venezia però raggiunge livelli di gravità e pericolosità simili alle altre città fortemente urbanizzate. L’unica differenza è nel mezzo di trasporto: barche a Venezia, autoveicoli nel resto d’Italia e del mondo.
L’aumento dei flussi turistici, cuore dell’economia dell’antica Serenissima e dell’intera regione, causa l’incremento esponenziale del traffico acqueo, col corollario di conseguenze che esso comporta, in primis l’inquinamento dell’aria e acustico. Ma Venezia è sempre Venezia, per cui qui traffico significa anche inquinamento delle acque interne delle calli e della laguna (con ricadute sull’itticoltura), oltre al famigerato fenomeno del moto ondoso. Secondo Assonautica Venezia, da almeno un decennio in prima linea sul fronte della mobilità sostenibile della nautica lagunare e tra i promotori insieme al Comune di Venezia della ecodomenica, “il trasporto dei passeggeri mediante taxi (300 quelli regolari più tutti quelli degli enti) e quello delle merci con mototopi (1.800 tra quelli in conto terzi e quelli a uso privato) aggiunto a quello dei servizi di linea e, al mattino della nettezza urbana, sta letteralmente intasando i canali interni alla città”. La programmazione della circolazione con fasce orarie per il trasporto merci e il controllo delle velocità in Canal Grande con il sistema di telesorveglianza Argos, voluti dall’amministrazione comunale, sono ancora palliativi.
Le emissioni dei motori endotermici, non sempre a norma non esistendo obblighi a riguardo, provocano la solfatazione delle pietre dei monumenti, mentre il moto ondoso dovuto allo spostamento veloce delle imbarcazioni erode fondamenta e rive dei canali. “Dieci anni fa abbiamo iniziato a contattare cantieri navali per sperimentare nella nautica le tecnologie esistenti per i motori automobilistici, come l’elettrico e l’ibrido – commenta soddisfatto il presidente di Assonautica Venezia Roberto Magliocco – Oggi siamo in grado di dire che le tecnologie ci sono anche per i diportisti, comprese i motori elettrici da fuori bordo, e che il corteo acqueo di domenica sarà la festa di chi, come noi, ha scommesso sul futuro ecologico della nautica. Resta il problema però che le risposte da parte di chi le deve dare ai cittadini sono ancora lacunose”.
Fuor di metafora, il presidente snocciola cosa manca perché la mobilità nautica veneziana sia davvero “green”: punti di rifornimento del gpl, fondi comunali per incentivare l’uso di motori ibridi ed elettrici, restrizioni per le imbarcazioni che non se ne dotano. Mentre il Comune attraverso l’assessore alla mobilità Ugo Bergamo ha rinnovato “l’appello al prossimo governo affinché siano stanziati dei fondi per la riconversione dei motori delle imbarcazioni in modo da ridurre le emissioni inquinanti”, su proposta della locale Assonautica, la Camera di commercio veneziana ha dedicato una parte del “Bando Green Economy” alla nautica, stanziando per il secondo anno 50.000 euro per piccole e medie imprese che intendono trasformare il proprio natante da propulsione endotermica a quella ibrida o elettrica (nella foto il barchino promozionale). Il contributo singolo è di 5.000 euro a impresa.
Qualcosa sta effettivamente cambiando anche se lentamente. Se, targhe alla mano, le imbarcazioni a motore endotermico sono complessivamente 50.000, le barche a trazione ibrida o elettrica sono una ventina. Due i taxi nautici ecosostenibili, uno elettrico della Provincia di Venezia e uno ibrido di una cooperativa di tassisti. Lo scarto resta ancora notevole ma non è stato semplice superare lo scoglio del cambio di mentalità.
Dal canto suo il Comune, con l’assessorato al Piano strategico, sta puntando su una mobilità smart che unisca sostenibilità e nuove tecnologie nell’intera area lagunare coinvolgendo il mondo della ricerca pubblica universitaria. È il caso del progetto “Elettrosmart boat” coordinato da Corila (Consorzio per la attività di ricerca della Laguna di Venezia), che ha superato la prima tappa di selezione a un bando del Miur per le Smart city. “Prevede la sperimentazione e la realizzazione su tutta la Laguna di flotte prototipo e stazioni di ricarica per barche a motore elettrico di dimensioni e usi diversi, privati e non, e un servizio di boat sharing con venti imbarcazioni utilizzabili come le bici da punto a punto – racconta il direttore del consorzio Pierpaolo Campostrini – Le flotte saranno equipaggiate con sensori ambientali sviluppati dal Cnr per monitorare la qualità dell’aria, dell’acqua, il risparmio di CO2”. Se il progetto sarò approvato, la sperimentazione potrebbe partire già dall’estate.
Intanto in questi giorni al Salone Nautico di Venezia (fino al 14 aprile a Mestre, nell’area del Parco San Giuliano), è stata presentata da Hydrogen Park e Veneto Innovazione Accadue, prototipo di vaporetto a celle a combustibile a idrogeno realizzato da Venezia Tecnologie spa, grazie ad un progetto finanziato da Regione Veneto e ministero dell’Ambiente. Mentre oggi pomeriggio, 12 aprile, un convegno farà il punto sulla mobilità ecosostenibile acquea attraverso l’uso di imbarcazioni elettriche o a idrogeno.
Ma, ironia della sorte, nella ecodomenica il fermo delle imbarcazioni non ecologiche non si estenderà al Canale della Giudecca sul quale il Comune non ha giurisdizione. Le grandi navi da crociera perciò potranno transitare davanti a San Marco per raggiungere il porto dopo il cosiddetto “inchino”. Un fenomeno, questo dell’ingresso in laguna di navi imponenti, che ha suscitato proteste tra i cittadini e la dura presa di posizione del Comitato No Grandi Navi (che per contrastare questa prassi ha indetto una manifestazione per l’8 e 9 giugno) e della sezione locale di Italia Nostra.
Alessandra Sgarbossa