Sardegna: non solo Alcoa e Carbosulcis. Inizia Ichnos, il Festival dei Fiumi
Giuseppe Ungaretti aveva ripercorso, in una celebre intervista, la sua vita attraverso i fiumi che ne avevano segnato il difficile percorso. Dall’Isonzo al Serchio, dal Nilo alla Senna, acque che gli avevano segnato l’esistenza. Con lo stesso spirito poetico, ma allo stesso tempo ambientalista, ritorna in Sardegna il Festival Ichnos.
Un’edizione rinnovata: quattro giornate (da giovedì 13 a domenica 16 settembre attorno al Lago Omodeo ad Oristano) in sei piccoli comuni della Sardegna. E’ una riflessione sulla gestione dell’acqua che ha cambiato, in questo caso, il volto del territorio, in occasione dei novant’anni della costruzione della diga di Santa Chiara. Il tema di quest’anno, “Il silenzio dei fiumi”, appunto, viene da un libro di Patrick McCully, impegnato nel movimento per la riforma delle logiche che guidano le grandi opere pubbliche. “Le dighe che ho analizzato nel corso della mia ricerca dimostrano che spesso i benefici vengono gonfiati a dismisura in fase di progettazione e di finanziamento, mentre i costi di costruzione e manutenzione vengono calcolati in modo grossolano”, scriveva McCully. “Alcuni costi – raccontano gli organizzatori – non vengono poi calcolati per nulla, come le terre sommerse, i villaggi, le strade, le vie di comunicazione, le specie animali scomparse, i siti archeologici distrutti”.
Insomma un mondo intrappolato dalle scelte di un’ingegneria “civile” schiava del business, un pianeta stravolto dalla superficialità e dalla hybris degli uomini. Le immagini saranno al centro della kermesse. A Zuri “Dighe”, la mostra fotografica di Roberto Salgo, l’installazione “Zuri Bye Bye – Progetto per una fontana” di Barbara Pinna e “Terra d’acqua” di Giancarlo Cao, che dipinge la bellezza delle acque interne dell’isola, a Sedilo “Liquidi”, esposizione collettiva di Francesca Truddaiu, Barbara Piccia e Giuseppe Peralta, a Ula Tirso, alla Diga Santa Chiara, “Adiosu Diga Addio”, il documentario di Franco Taviani. E i versi con le gare poetiche a Busachi, i reading con la passeggiata letteraria a Neoneli con i volumi “L’urlo dell’alba” di Marc Porcu e “La donna delle sette fonti” di Diego Manca con Dimitri Porcu, Alessandro Melis e Roberta Balestrucci. Tanti i laboratori, dalla cardatura della lana di pecora alla fotografia, e i concerti.
Tra tavole rotonde e proiezioni, letteratura e natura, si potranno ascoltare i protagonisti sardi della musica di oggi: Gavino Murgia, Elena Ledda, Sandro Fresi, Francesca Corrias e il progetto della contrabbassista Silvia Bolognesi, “Acqua”, che prenderà forma direttamente sul lago. A completare il calendario, numerosi altri eventi fra cui spicca il Premio Ichnos 2012. Quest’anno sarà consegnato alla Ong CISP, per il Progetto Rifugiati Saharawi, che ha visto impegnata per lungo tempo la cooperante di Samugheo Rossella Urru, di cui il mondo intero ha seguito le vicende con il fiato sospeso fino alla liberazione. Il Festival Ichnos è ormai un pezzo di storia dell’isola: l’evento (fondato nel 1993 da Leonardo Marras e Giacomo Serreli) è organizzato dal Comune di Sedilo, insieme con Busachi, Ghilarza, Neoneli, Tadasuni e Ula Tirso. Ed è proprio qui che si ripropone l’idea portante del festival: la musica come confronto, la parola come strumento di unione. Ed è proprio l’unione, la condivisione, lo scopo dell’incontro di sabato 15 a Tadasuni. “Il lago, i diritti e le comunità” vuole analizzare responsabilità e prospettive con uno sguardo d’insieme. Un modo per “elaborare il lutto”, lasciarsi alle spalle le decisioni imposte dall’alto e progettare una nuova fase a livello politico, economico e sociale, proprio mentre l’isola è scossa dalle vicende Carbosulcis e Alcoa. A discuterne ci saranno rappresentanti delle istituzioni, docenti universitari, ricercatori, studiosi e sindaci di molti centri della zona.
Francesca Fradelloni