Prestigiacomo a Marcegaglia: creiamo la “moda” degli investimenti ambientali
Parlando agli imprenditori di Confindustria in occasione della sesta edizione del Premio Areté per la Comunicazione Responsabile il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha ricordato che la battaglia sul clima che si terrà a Copenaghen “non é una battaglia di target di emissioni, la sfida è quella di un modello di sviluppo”, i cui costi dovranno essere equamente ripartiti, poichè “l’Italia non vuole ripetere una situazione simile a quella verificatasi col Trattato di Kyoto quando alcuni Paesi hanno assunto impegni gravosi e vincolanti e altri hanno sottoscritto dichiarazioni politiche”. Basta quindi ai due pesi e due misure, per evitare distorsioni alla libera concorrenza.
D’altro canto “l’impresa – ha detto il ministro - non deve vivere i vincoli come un peso. L’ambiente è una sfida etica e le imprese devono invertire il rapporto con questi temi”. “Occorre investire di più perché questi temi entrino in testa agli imprenditori”.
La dichiarazione giunge in risposta alle preoccupazioni avanzate nei giorni scorsi, in sede europea, dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e dalla Confindustria tedesca circa gli oneri aggiuntivi che un’intesa al vertice di Copenhagen potrebbe far ricadere sulle imprese.
“L’Europa” ha proseguito Prestigiacomo, “ha sostenuto un grande sforzo impegnandosi in maniera autonoma a un taglio delle emissioni del 20% e, in prospettiva, del 30%, ma una assunzione di responsabilità così forte ha una logica compiuta solo a fronte di un’assunzione di responsabilità corrispondente degli altri Paesi, cominciando dagli Stati Uniti”.
Il Ministro dell’Ambiente ha anche ricordato con soddisfazione l’allargamento in corso del “Patto per l’Ambiente”, sottoscritto a luglio scorso da 11 grandi gruppi industriali italiani. “Oggi siamo alle battute finali del lavoro per l’allargamento di questa intesa ad altre 17 grandi aziende, fra cui Finmeccanica, Eridania, Acea, A2A, Eon“. ”Si amplierà così anche il valore degli investimenti” che già oggi prevedono 12 miliardi di euro di interventi ”per abbattere del 25% il nostro gap nazionale nei confronti degli impegni di riduzione previsti dal Trattato di Kyoto”.
“Occorre far diventare di moda gli investimenti ambientali” ha chiuso il ministro. “Bisogna mettere il tappeto rosso a tutto ciò che è sostenibile e superare la condizione di nicchia”. Sperando che questa moda diventi così classica da costituire un ever green.