Posterheroes 2013: la smart city spiegata ai cittadini
Sarà visitabile fino al 5 maggio in piazza Carlo Alberto a Torino la mostra che raccoglie i lavori più rappresentativi sul tema “Smart City” del concorso internazionale di comunicazione sociale Posterheroes.
Un’esposizione all’aperto, inserita all’interno degli eventi di Biennale Democrazia e curata dall’associazione PLUG Creativity con la collaborazione della Fondazione OAT e il contributo della Camera di Commercio di Torino, che presenta 60 poster selezionati tra i partecipanti alle tre passate edizioni del contest, per raccontare ai visitatori l’importanza del dibattito su ambiente e partecipazione civica nella trasformazione delle città.
I lavori toccano tutte le tematiche ambientali più significative, dall’approvvigionamento e recupero delle risorse al km zero, fino alla bioedilizia. Una particolare attenzione è dedicata a mobilità sostenibile, fonti energetiche alternative e pulite, recupero e riutilizzo di rifiuti.
Con oltre 2.400 poster provenienti da 73 nazioni, Posterheroes ha affrontato le tematiche trasversali di mobilità, produzione, salute e società: dal futuro della produzione di energia, al centro della prima edizione, al consumo critico l’anno successivo, fino alle Smart city, protagoniste dell’edizione 2013.
I lavori esposti sono molto vari e mostrano perfettamente come nel concetto di “Smart City” converga la tendenza alla sostenibilità in atto in tutte le sfere del vivere umano, di cui le città sono, e sempre di più diventeranno, un contenitore importantissimo.
E’ sull’onda di questa tendenza che il boliviano Bruno Rivera ci ricorda con il suo lavoro di non dimenticare Chernobyl. Lo statunitense Benjamin Chemelski, attraverso un poster che rappresenta il tipico involucro di carta assorbente per cibi fritti, con scritte formate da macchie di unto, ci racconta invece che più di 40 milioni di bambini sotto i 5 anni nel mondo sono in sovrappeso. L’italiana Elisa Baldissera ci dice di porre attenzione alla crescita in ottica sostenibile delle nuove generazioni, mentre la belga Marie Joveneau mette a confronto nel suo poster le differenze tra 50 persone che vanno al lavoro in auto, e 50 che usano la bicicletta.
Anche le tecniche e i rimandi culturali usati sono i più disparati, come l’istogramma sull’edilizia sostenibile della statunitense Karla Sanders, o il famoso tabellone del monopoli che diventa “Smartropolis” nel poster della tedesca Christina Franken, o lo stile decisamente 80’s, ispirato al famoso space invaders, della croata Katarina Cendak Ljubic. Non mancano le citazioni – la frase “the medium is the message” dello studioso Marshall McLuhan viene applicata al tema del riuso dell’italiana Barbara Ermeti – o le rielaborazioni, come per “I have a Dream” di Martin Luther King, che diventa “I have a Tree”.
Il coinvolgimento di artisti e graphic designer, l’utilizzo del linguaggio iconico e del poster in particolare come mezzo per porre l’accento su tematiche sociali e ambientali non è nuovo. Già nel 2008 il progetto Power to the Poster mirava a raccogliere poster in PDF, scaricabili e utilizzabili da chiunque, per diffondere messaggi di utilità sociale. Molti dei lavori raccolti erano a carattere non solo sociale, ma anche ambientale, e toccavano temi come la pace, i diritti umani, il riscaldamento globale e l’attuale dipendenza dal petrolio. La raccolta di Torino rappresenta però un’interessante specchio di come le tematiche legate al mondo della sostenibilità si siano fatte strada, in questi ultimi anni, nella sensibilità collettiva di artisti e cittadini.
Alessio Sciurpa