Pisa vuole essere capofila delle smart cities
Quel che è certo è che il prossimo anno ci sarà una seconda edizione di Green City Energy.
La prima edizione della tre giorni pisana, infatti, si è conclusa sabato e ha visto la partecipazione di oltre cento relatori, nazionali ed internazionali, compresi rappresentanti delle istituzioni europee. Ma, soprattutto, ha visto la partecipazione di oltre mille iscritti.
Il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, ha espresso la sua soddisfazione intervenendo al convegno conclusivo, sabato mattina, dedicato alla Green Economy e alle sue possibili applicazioni nelle città italiane. “Se prima eravamo convinti che le città fossero il punto ideale di partenza ed il punto di arrivo delle politiche amministrative ambientalmente virtuose, adesso, dopo gli ottimi risultati di Green City Energy, lo siamo ancora di più e siamo pronti a fare da capofila – con le nostre iniziative e i nostri centri di ricerca - ad iniziative analoghe e ad una cordata di città verdi che vogliano investire con decisione nelle rinnovabili, un volano ideale per superare anche la crisi economica”.
“Le città sono il cantiere decisivo della Green Economy – ha sottolineato Filippeschi – e devono essere dei veri e propri induttori di domanda in questo settore, perché consumano molta dell’energia prodotta (2/3) e generano cambiamenti tecnologici e di abitudini di vita. Mobilità elettrica, produzione da rinnovabili, distribuzione intelligente, risparmio energetico in abitazioni e aziende, eolico, geotermia, idrogeno: tutto quello che a Pisa si sperimenta o si realizza é già il cuore di una nuova economia e di una visione differente delle città”. “Formazione, ricerca, aziende hi-tech“, ha concluso il sindaco, ”formano l’habitat ideale di un cambiamento che deve diventare concreto ed esemplare”.
Se, infatti, in precedenza gli ambientalisti erano visti come un ostacolo allo sviluppo economico, “adesso si registra un’inversione di tendenza”- ha constatato Titina Maccioni, presidente del consiglio comunale pisano. “L’ambiente e le energie rinnovabili sono l’unico settore in grado di dare un impulso all’economia in fase di stallo”. Ma bisogna partire dalle città e dal concreto, almeno secondo Graziano Turini, assessore alle attività produttive della Provincia di Pisa, specie in realtà di medio-piccole dimensioni, in cui il tessuto produttivo è fatto soprattutto da piccole e medie industrie del comparto tradizionale, che non possono fare massa critica per investire in ricerca e sono piuttosto diffidenti ad investire se non percepiscono un ritorno economico in tempi brevi.
“Nella Zona del Cuoio” – ha detto Turini-“abbiamo lanciato un’iniziativa concertata con dieci imprenditori, offrendo loro un servizio di monitoraggio sui consumi energetici e indicando loro come investire per risparmiare e rendere più competitivi i loro cicli produttivi. Ebbene, prima ancora che i risultati della nostra iniziativa fossero resi pubblici, gli imprenditori avevano fatto investimenti per il risparmio energetico, concepito come la chiave per essere più efficienti e competitivi sul mercato”.
Ma non solo economia. Nelle città investire nella green economy è anche un modo per creare coesione sociale. Lorenzo Bani, presidente di A.p.e.s. scpa di Pisa, ente che gestisce il patrimonio di edilizia residenziale pubblica dei 39 comuni della Provincia, sostiene infatti che “il green deve essere un paradigma, una nuova dimensione socio economica. Ma bisogna intervenire in maniera strutturale, come si è fatto nel quartiere pisano di Sant’ Ermete, in cui 256 appartamenti sono stati completamente ricostruiti secondo i criteri di edilizia sostenibile. Oltre il 70% degli immobili che gestiamo, infatti, sono stati costruiti negli anni ’60 e la manutenzione ordinaria diventa insostenibile. I nostri assegnatari spendono di più per l’energia e il gas che per l’affitto. Un paradosso a cui metteremo fine. In Italia il 38% degli immobili sono pubblici ed in affitto. Pensate, quindi, alla capacità di traino dell’economia che potrebbero avere gli investimenti pubblici nel rimodernamento, in senso ecocompatibile, degli immobili”.
La chiosa finale sul dibattito è lasciata ad Ermete Realacci, responsabile nazionale green economy del PD, eletto nel collegio di Pisa e presidente onorario di Legambiente. “Al momento attuale – ha detto Realacci – dobbiamo guardare a come difenderci dalla crisi evitando che la società di strappi. Dobbiamo rivolgere l’attenzione a chi ha perso o rischia di perdere il posto di lavoro, sostenere la piccola e media impresa, aiutare le famiglie a basso reddito”. “Ma dobbiamo anche imparare – ha continuato – come uscire dalla crisi. La green economy che punta su ricerca, innovazione e qualità, nei suoi vari settori rappresenta un milione di posti di lavoro in più per il nostro Paese. Pisa è un concentrato d’Italia, in questo senso, con i suoi centri di ricerca e le sue tre università. Da esperienze come queste bisogna partire con decisione e trovare la via italiana, fatta dal connubio di new economy e green economy”.
Andrea Marchetti