Parte Wave, il rally elettrico. Da Genova ad Amsterdam senza emissioni
La prima cosa che colpisce all’arrivo, è non sentire il rombo dei motori. Wave (World Advanced Vehicle Expedition), il rally internazionale che ha fatto tappa ieri a Torino, per poi proseguire, oggi, verso la Svizzera, è una gara automobilistica in piena regola, con una sola eccezione: sono ammessi a partecipare solo veicoli elettrici. Silenziosi, sostenibili e, in molti casi, anche spettacolari. Simpatiche macchinine a tre ruote, con portiere che si aprono dal basso verso l’alto; veicoli un po’ spaziali che uniscono tratti ultramoderni a un design che ricorda le auto guidate da Tazio Nuvolari.
Wave, giunto quest’anno alla terza edizione, è promosso da Louis Palmer, pioniere ed esperto di auto elettriche. Svizzero-ungherese, lui si definisce “a global environmental adventurer, event manager and an international conference speaker”, praticamente un “avventuriero dell’ambiente” (nel senso buono) con una spiccata propensione alla comunicazione. Tutto nasce qualche anno fa, da una sua pazzia ecologica: tra il 2007 e il 2008, in 18 mesi, fa il giro del mondo con un’auto elettrica solare, il Solartaxi, in grado cioè di ricaricarsi mentre è in moto grazie all’energia del sole. “53.451 chilometri attraverso 38 Paesi, ma questa è un’altra storia”, cerca di minimizzare lui.
Da lì nascono, nel 2010, Zero Race, un altro giro del mondo, questa volta in meno di tre mesi, con veicoli alimentati a energia rinnovabile, con lo scopo “dimostrare che le auto elettriche sono efficienti e affidabili, in grado di circumnavigare il pianeta attraverso deserti e montagne, su strade di condizioni diverse e in differenti condizioni meteorologiche”. L’anno scorso, ecco invece Wave, con un’edizione europea (Parigi-Praga) e una asiatica (Mumbai-Bangalore). Quest’anno il rally elettrico attraverserà invece il continente europeo, da Genova (la partenza domenica 9 settembre) attraverso la Svizzera (Mendrisio, Buchs, Interlaken, Berna e Basilea) e la Foresta Nera, per arrivare ad Amsterdam il 22 settembre. In tutto, fanno 2.674 chilometri. Le auto dovranno affrontare passaggi difficili, soprattutto nelle alpi svizzere, e coprire percorsi giornalieri che potranno raggiungere in certi casi anche 300 chilometri. I team partecipanti in tutto sono 16, a cui si aggiungono tre veicoli “di servizio”: l’auto del direttore della gara Luois Palmer e quella con i materiali per la ricarica dei mezzi, più un furgone per l’assistenza.
Wave, spiegano gli organizzatori, è il più grande e apprezzato evento dedicato alle auto elettriche. L’obiettivo è far crescere l’attenzione sulla ricerca nel settore della mobilità elettrica e dimostrare come si possa lavorare, viaggiare, fare le stesse cose di tutti i giorni con l’apporto delle energie rinnovabili. Ieri, all’arrivo delle auto nel centro di Torino, decine di persone incuriosite si sono riversate tra i veicoli: c’era chi dava un’occhiata all’interno, chi cercava di capirne il funzionamento, chi girava video e scattava foto con il telefonino. “Stiamo abbandonando il valore simbolico dell’auto elettrica e stiamo comprendendo che i limiti di questi veicoli sono stati superati. E’ importante comunicare l’importanza del lavoro che c’è dietro a questi progetti, a maggior ragione nella città dell’automobile”, spiega l’assessore all’Ambiente di Torino Enzo Lavolta. “Anche l’amministrazione comunale ha allo studio, nell’ambito del Progetto Torino Smart City, un sistema di consegna delle merci basato sulla mobilità elettrica. Iniziative come questa sensibilizzano l’opinione pubblica sulla necessità di un sforzo collettivo per migliorare la qualità urbana, che implica una svolta nelle abitudini personali. Anche a partire dalla mobilità privata”.
Ma accanto all’importante ruolo di educazione e sensibilizzazione dei cittadini, Wave mette in luce anche la mancanza in Europa, e ancor più in Italia, di infrastrutture adeguate per le auto elettriche. “Non è facile arrivare ad Asti o a Novara con 20 veicoli e trovare i luoghi di ricarica. I Comuni ci hanno offerto strutture di solito usate per sagre e mercati, mentre noi ci portiamo al seguito tutti gli adattori necessari per la ricarica”, spiega Simone Rambaldi, esperto di auto elettrica e responsabile delle tappe italiane di Wave. Le diverse auto in gara hanno autonomie diverse: “Quella più scarsa arriva a 140 chilometri, quello migliore a 500-600. Il percorso è organizzato in tappe intermedie di un centinaio di chilometri per la ricarica. Lunedì 10, per esempio, raggiungeremo Mendrisio, nel Canton Ticino, con soste a Novara e Monza”.
Veronica Ulivieri