Maturità: gli studenti preferiscono il cibo a Warhol
Il cibo piace più di Andy Warhol, almeno a vedere le scelte dei temi proposti quest’anno per la Maturità. A scegliere la traccia socio-economica “Siamo quel che mangiamo?” sono stati quasi il 43% degli studenti, contro il 26,4% che hanno preferito il tema sulla fama, argomento caro al grande artista della Pop Art. Segno che l’alimentazione, vuoi per il gran parlare che se ne fa sui media, vuoi per le ultime emergenze e per la crescita costante dell’agricoltura biologica, è oggi un tema attuale e affascinante.
La traccia, attraverso vari testi, propone ai maturandi i diversi aspetti dello stretto rapporto tra chi mangia e ciò che viene mangiato. In primo luogo, la stretta connessione tra cibo e salute: «Commettiamo troppi peccati di gola, trascuriamo la dieta mediterranea e gli alimenti cardine di una sana alimentazione. Pochissimi sanno davvero giudicare la salubrità di un alimento, molti si nutrono in modo disorganizzato», dice Massimo Volpe, presidente della Siprec (Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare), citato in un articolo di Adele Sarno, Repubblica. Ancora: «Secondo quanto riportato dalla rivista American Journal of Clinical Nutrition, chi mangia svolgendo altre attività, sia questa navigare in internet o sui profili degli amici su Facebook, è più propenso ad esagerare con le quantità in quanto non ha il senso delle calorie che sta realmente introducendo e inoltre ha più voglia di dolci», scrive Silvia Maglioni su Leonardo.it.
Perfetta declinazione del concetto di alimentazione salutare è la dieta mediterranea, esempio di intima comunione tra cibo, cultura e identità. «La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità», si legge nel testo diffuso dall’Unesco e riportato nella traccia. Un insieme di regole alimentari che però non si ferma al cibo e coinvolge tutti gli ambiti della società: «La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo».
Dunque, alla domanda del titolo, “Siamo quel che mangiamo?”, viene da rispondere convinti di sì. Ludwig Feuerbach, che lanciò quel concetto nel 1862, scrivendo che «l’uomo è ciò che mangia» voleva sottolineare come ci sia un legame inscindibile tra corpo e psiche. «L’energia primaria della vita è il cibo», gli fa eco, in un estratto di un articolo di Repubblica, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Che da quest’idea parte per riflettere sul sistema di produzione agricola e sul valore del cibo, spesso dimenticato: «Se il cibo è energia allora dobbiamo prendere atto che l’attuale sistema di produzione alimentare è fallimentare. […] Una visione meccanicista finisce con il ridurre il valore del cibo a una mera commodity, una semplice merce. È per questo che per quanto riguarda il cibo abbiamo ormai perso la percezione della differenza tra valore e prezzo: facciamo tutti molta attenzione a quanto costa, ma non più al suo profondo significato. […] Scambiare il prezzo del cibo con il suo valore ci ha distrutto l’anima. Se il cibo è una merce non importa se lo sprechiamo».
Oltre che agli studenti alle prese con l’esame, la traccia sull’alimentazione è piaciuta anche alle associazioni che rappresentano gli agricoltori italiani. «La traccia della Maturità strettamente correlata all’agricoltura, unita alla crescita delle iscrizioni alle facoltà di Agraria, è una bella presa di coscienza del ruolo economico e sociale del nostro settore – dicono dall’Anga, l’associazione che riunisce i giovani di Confagricoltura -. La campagna italiana è antica, “naturale”, scandita da ritmi millenari, ma al tempo stesso modernissima per l’innovazione e la competizione sui mercati. Vitale è continuare a dare l’attenzione e l’importanza, nell’insegnamento, nelle riflessioni politiche e sui media ad una visione completa dell’agricoltura».
Cia e Coldiretti ne approfittano per ricordare quanto sia importante, per gli italiani, la qualità del cibo. La Confederazione italiana agricoltori coglie l’occasione per anticipare alcuni dati di una ricerca sulla sicurezza alimentare: «Dopo gli ultimi allarmi alimentari (vedi il batterio killer), oltre il 90 per cento dei nostri connazionali sono per un’alimentazione genuina e di qualità e nelle scelte prevale il prodotto “Made in Italy” (91%), specialmente se tipico e tradizionale. Il 65% ritiene che il biologico sia più sicuro, l’85% è per un’etichetta chiara dove risulti soprattutto l’indicazione d’origine ». I consumatori sono in gran parte contrati agli alimenti Ogm: «Otto italiani su dieci sono contro il cibo “biotech” soprattutto per un problema etico. Quindi, “no” a coltivazioni e animali clonati che vengono ritenuti dannosi per la salute dal 55%, mentre il 78% degli “anti-Ogm” ritiene che siano meno salutari di quelli tradizionali. L’82% dichiara, invece, di non aver mai acquistato prodotti provenienti da manipolazioni genetiche». In linea con i dati Cia, quelli elaborati da Coldiretti su statistiche Eurobarometro: «Il 75 per cento degli italiani vede la clonazione degli animali con una preoccupazione maggiore rispetto alla media dei cittadini europei, tra i quali gli oppositori sono comunque il 65%».
Veronica Ulivieri