La “meglio gioventù” agli Oscar Green della Coldiretti
«Fare l’imprenditore agricolo è figo», dice Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale di Giovani Imprese Coldiretti aprendo la cerimonia di premiazione degli Oscar Green 2011. E, sentendo le storie di finalisti e premiati a questo concorso per l’innovazione in agricoltura, non si può dargli torto. C’è l’allevatore di maiali che segue i suoi animali con una webcam consultabile anche dall’Iphone, e l’apicoltore che invecchia il miele nelle barrique di rovere del vino. E ancora, il vivaista che, partendo da semplici sagome di metallo, crea sculture verdi, e il casaro che produce pecorino con caglio vegetale. Giovani che non rispondono più all’idea di agricoltore che ancora resiste nell’immaginario comune, ma la reinventano e la aggiornano, aggiungendo creatività, tecnologia, innovazione.
Vediamo più da vicino chi sono quest’anno i vincitori delle sei categorie degli Oscar. Per la sezione Stile e cultura d’impresa, il primo premio è andato a Manuele Ferri, che nella sua azienda di Montetortore, in provincia di Modena, alleva maiali della razza Mora Romagnola allo stato brado e con metodo biologico. È sua l’idea del primo grande fratello nella stalla, per seguire costantemente gli animali durante la crescita controllandone alimentazione e benessere. Nell’azienda Ca’ Lumaco c’è anche una sala parto attrezzata con le telecamere: le fattrici si muovono libere fino al momento della nascita dei maialini, mentre l’allevatore le può controllare “in remoto”.
Per la categoria Sostieni lo sviluppo è stato invece premiato Gianni Infantino dell’Azienda Agricola De Angelis, impresa itinerante tra il cuore di Tolve (Potenza) e le vette della Basilicata dove si trovano le arnie. Il suo miele unisce bontà e sensibilità sociale: sulle etichette è utilizzato il linguaggio Braille, lo stesso usato anche nel libro La città perfetta, che accompagna i barattoli e racconta con le illustrazioni tattili il magico mondo delle api. L’azienda oggi conta 100 arnie per 30 quintali di miele all’anno, tutto certificato biologico.
Erika Pedrini, trentina, ha preso in mano l’azienda vitivinicola di famiglia, facendo arrivare le sue bottiglie nelle cantine di Giappone, Inghilterra, Germania. A lei è andato il premio della sezione Esportare il territorio. La particolarità dell’azienda Pravis risiede nell’aver recuperato i vitigni dell’impero Austro-ungarico, dal Negrara al Franconia, al Groppello. Erika ha anche modernizzato la cantina: grazie ad un “progetto verticale”, viene scomposta su tre livelli, cosicché i passaggi del vino possano avvenire per caduta e non attraverso pompe idrauliche. Il risultato è l’ottimizzazione delle risorse e il risparmio dell’energia.
Nella categoria Oltre la filiera, ha vinto il primo premio Filippo Tramonti, presidente del Consorzio Agrario di Forlì-Cesena-Rimini. A lui si deve la decisione di rilevare e rilanciare l’Antico Pastificio Ghigi, creando una filiera tutta italiana, distribuita su Toscana, Emilia Romagna e Marche, dal campo alla tavola. Oggi Ghigi rappresenta il sesto produttore nazionale con 500 mila quintali di pasta all’anno, rigorosamente Ogm free.
Il premio della sezione Campagna amica se l’è aggiudicato Cristian Merlo dell’Azienda Agricola Ciucolandia di Capestrano (L’Aquila). Questo giovane imprenditore è riuscito a produrre il primo yogurt di latte d’asina, un alimento molto apprezzato anche da tutti i bambini allergici al latte vaccino. Molti studi scientifici dimostrano che il latte di asina è l’alimento naturale di origine animale con le caratteristiche più vicine al latte materno. Ha un sapore dolce ed è un’ottima base per preparare lo yogurt. L’azienda, certificata biologica, produce anche biscotti e cosmetici a base di questo latte e olio d’oliva. È possibile anche fare trekking someggiato, ossia accompagnati dall’asino che porta i bagagli.
La Cooperativa Agricò Pecetto, di Pecetto (Torino), è stata premiata nella sezione In-generation. L’ha fondata Elena Comollo, insieme a Renato ed Emanuele. Un progetto molto attento al sociale e all’integrazione di persone svantaggiate, retto da giovani produttori piemontesi che operano nel rispetto di un’agricoltura eco-compatibile, privilegiando la filiera corta e promuovendo il consumo di prodotti agricoli di stagione, i gruppi di acquisto e soprattutto il chilometro zero. La cooperativa offre anche percorsi di formazione come fattoria didattica, con programmi specifici per far conoscere a grandi e piccini la vita in campagna e la ciliegia di Pecetto.
Nell’ambito di Oscar Green è stato premiata, nella categoria Paese amico, anche una società composta dalle Asl di Cuneo, Asti e Alba. Attraverso Amos, l’ospedale si è impegnato in un progetto di pasti a chilometro zero, con le primizie del territorio e le ricette tipiche della tradizione piemontese. I numeri parlano da sé: quattro miliardi di pasti in quattro anni per un milione di euro di prodotti acquistati dalle imprese agricole del territorio.
Un affresco composito di quella che, forse con un luogo comune, si definisce “l’Italia migliore”. Il presidente di Coldiretti Sergio Marini non ha dubbi: «Sono questi i giovani talenti sui quali il presidente del Consiglio Mario Monti può fare affidamento per il rilancio dell’economia italiana».
Veronica Ulivieri