Green Light for Business: terzo giorno
Si è conclusa ieri a Milano all’Università Commerciale Luigi Bocconi la terza e ultima giornata della ricca rassegna di conferenze “Green Light for Business”, organizzata dall’omonima associazione, fondata nel 2008 da un gruppo di giovani e illuminati studenti bocconiani.
Come da programma, tutti gli interventi sono stati condotti seguendo il taglio ”particolaristico” previsto dalla terza giornata: il green business visto e raccontato secondo una dimensione “personale” dai protagonisti del settore.
Si è parlato di sviluppo urbano, inquinamento, trasporto pubblico e del progetto milanese Ecopass con Edoardo Croci, Direttore di Ricerca presso lo IEFE Bocconi; del progetto di mitigazione dell’area di Porto Marghera e del problema del reimpiego delle aree già bonificate con Alberto Bernstein, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Ambientale presso il Consorzio Venezia Nuova; di architettura sostenibile, con Benno Albrecht, Direttore del Master in Architettura Sostenibile presso lo IUAV di Venezia. E ancora: dell’attività del Kyoto Club e delle NGOs nel business per la sostenibilità ambientale e di management dei sistemi di riforestazione per il controllo e l’abbattimento dell’inquinamento da emissioni.
Come è facile immaginare, le testimonianze di opere di studio, ricerca, progettualità e iniziativa provenienti da realtà diverse tra loro – accademiche, aziendali e istituzionali – hanno suscitato ampio interesse tra i giovani ascoltatori, studenti e neolaureati, per cui la ricerca di un posto di lavoro soddisfacente e adeguato alle proprie aspettative è la priorità immediata.
Ai relatori della giornata va il merito di aver saputo cogliere e corrispondere generosamente alla voglia di conoscenza dei presenti e in particolare alla necessità di orientamento rispetto al mercato del lavoro.
La nascita del green business e di una cultura della sostenibilità ambientale hanno fatto sì che negli ultimi vent’anni, in Italia come in altri paesi, nascessero nuove figure professionali e che – dato particolarmente rilevante – venissero create diverse migliaia di posti di lavoro. Recentemente, il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha dichiarato in pubblico, con una certa soddisfazione, che in America la green economy ha già fruttato al paese oltre 700 mila nuove assunzioni nel settore delle energie rinnovabili e che l’obiettivo è raggiungere nel settore i 2 milioni di occupati entro il 2030.
Anche in Italia, come ha spiegato Alessandro Marangoni, CEO di Althesys Strategic Consultants, pur con tutte le difficoltà a cui è soggetto il mercato interno del lavoro (in particolare in tempi di crisi economica internazionale), i cosiddetti green jobs hanno conseguito buoni risultati e nei prossimi due decenni ci si attende un ulteriore incremento compreso tra i 100 mila e 175 mila posti di lavoro. Questi dati, ha commentato Marangoni, rendono very fashionable gli incarichi nel settore, ma è opportuno distinguere le buone opportunità d’ingaggio dalle cattive, dal momento che non tutti i business, tra energie rinnovabili, efficienza energetica, produzione sostenibile e mitigazione dell’inquinamento, porteranno a buoni risultati.
Uno dei timori diffuso tra gli studenti, è che moltissime persone ambiscano ormai a un “incarico verde” e che, nonostante la preparazione acquisita durante i master post-laurea in management ambientale, solo i diplomati in materie tecniche e scientifiche riusciranno a raggiungere posizioni di vertice.
La risposta, fornita oltre che da Marangoni, da Carlo Soresina, fondatore della piattaforma Skipso e da Elena Jachia, Manager Environmetal Sector per Fondazione Cariplo, è apparsa rassicurante: la green economy, pur avendo una giovane età, ha già concesso a molti esperienze pionieristiche, come testimoniato dai percorsi professionali dei relatori stessi. Quanti sono divenuti oggi protagonisti del settore hanno seguito un percorso individuale di successo e lo sviluppo atteso fa sperare che ciò possa, a maggior ragione, avvenire in futuro.
Caterina Tripepi