Green City Energy: a Pisa l’energia per le auto elettriche viene dalla geotermia
Si chiamano Fiore Lorini, Alessandro e Leonardo Cartacci, Stefano Virgili e Federico Felici. Sono i cittadini di Pisa che hanno contribuito all’avvio del progetto di mobilità sostenibile E-Mobility, in partenza ufficialmente a settembre a Pisa, Milano e Roma. Venerdì, infatti, nel corso della manifestazione Green City Energy chiusasi sabato nella città toscana, sono stati firmati i primi contratti di noleggio, a livello nazionale, dei veicoli elettrici Smart ForTwo Electric Drive.
Già nella giornata inaugurale di Green City Energy, del resto, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi aveva dato il buon esempio guidando un corteo di auto elettriche che, dalla celebre Piazza dei Miracoli, aveva raggiunto il Palazzo dei Congressi, sede della manifestazione. Segno evidente che per l’Amministrazione Comunale il progetto E-Mobility è un fiore all’occhiello. “Una sperimentazione di grandissimo valore - ha detto il sindaco - che dimostra la sensibilità dei cittadini. Le 56 colonnine di ricarica che verranno installate a Pisa possono supportare una sperimentazione ancora più ampia, per la quale spero che Enel e Mercedes continuino ad investire sulla nostra città”. “In Europa - ha concluso Filippeschi – c’è una notevole crescita della domanda di mobilità elettrica. Speriamo che questo spinga le aziende produttrici ad abbassare i costi e passare dalla sperimentazione alla produzione in serie”.
Ma perché é una città come Pisa a sostenere questo progetto, rispetto a città di ben più grandi dimensioni e “peso specifico”? Per le peculiarità stesse della città, “a misura d’uomo”, che la rendono un punto di riferimento per le città di medie e piccole dimensioni. Pisa, infatti, è sede di una prestigiosa università pubblica, del Sant’ Anna e della Scuola Normale Superiore, di una sede del CNR, ha il più grande centro ricerche italiano di Enel, ha un polo tecnologico importante nella vicina Navacchio ed una primaria azienda produttrice di veicoli a pochi chilometri, la Piaggio di Pontedera.
Negli ultimi tempi, poi, il Comune ha investito molto nel green: basti pensare al regolamento edilizio per promuovere l’installazione del fotovoltaico, oppure alle innovative isole ecologiche itineranti. Il resto è dato dal territorio della provincia, quasi interamente “geotermico”. Non a caso proprio l’Università di Pisa ha sviluppato il mini elicottero Poseidon, che sorvola la regione alla ricerca di giacimenti geotermici. La Toscana, infatti, è l’area geotermica per eccellenza, in particolare nel triangolo Pisa – Siena – Grosseto. Se n’è parlato nella seconda giornata di Green City Energy.
“La produzione geotermoelettrica complessiva in tutta la Toscana è oggi pari a circa 5,5 miliardi di kWh all’anno – ha dichiarato Giancarlo Passaleva presidente Ugi (Unione Geotermica Italiana , associazione nata per promuovere la geotermia in Italia, presso il pubblico e i politici) – e consente di risparmiare circa 1,1 milioni di Tep(tonnellate equivalenti di petrolio) all’anno”.”Si può ragionevolmente prevedere – ha continuato Passaleva - che al 2020 l’energia geotermoelettrica possa raggiungere in Italia un valore da 7 a 7,5 miliardi di kWh, corrispondente a quasi il 150 % del valore attuale. È importante ricordare, che sono di grande rilievo anche gli usi diretti del calore geotermico, per i quali sono sufficienti temperature molto più basse, facilmente reperibili. Non solo in Toscana, ma anche in molte altre aree e a profondità modeste. Anche nel nostro Paese, infatti è in atto un notevole sviluppo di questa risorsa per usi civili e industriali”.
Tutto è iniziato con lo sfruttamento dei soffioni boraciferi di Larderello, in provincia di Pisa, a partire dall’inizio del XIX secolo, prima per uso chimico-farmaceutico, poi, dai primi del ‘900, con lo sviluppo dell’ industria elettrica, tuttora la più importante della zona. Ma la geotermia è destinata a crescere ancora. Come rivelato dal dottor Giorgio Buonasorte, infatti, Enel ha presentato oltre venti richieste per dare inizio ad attività di esplorazione del sottosuolo in varie zone della Toscana. E proprio l’ingegner Marco Paci di Enel Ricerche ha parlato della nuova tecnologia a ciclo binario che Enel sta sperimentando a Livorno, per la quale è stato anche firmato un accordo con il Politecnico di Milano e con il MIT di Boston: negli USA Enel sperimenterà infatti un impianto ibrido, in grado di produrre elettricità unendo l’uso della geotermia e di pannelli fotovoltaici.
Walter Picchi, Assessore all’Ambiente della Provincia di Pisa, ha sottolineatopoi i molteplici valori della fonte geotermica: “E’ importante unire la produzione di elettricità agli usi tradizionali, anche al fine di rassicurare la popolazione che, spesso, non riesce a vedere concretamente, in loco, i benefici della geotermia” “La Provincia di Pisa ha puntato molto sulla geotermia e speriamo che, oltre ad Enel, si creino importanti sinergie tra imprenditori privati e aziende pubbliche per investire e fare ricerca in questo settore” .“Vogliamo – ha concluso l’assessore – che la geotermia arrivi nelle città, con l’uso sempre più massiccio dei sistemi a pompa di calore. A Pisa addirittura, avremo l’ospedale di Cisanello raffrescato grazie alla geotermia”.
Diventa dunque fondamentale la formazione degli installatori. Ma, come ha sottolineato da Buonasorte, l’Italia è in ritardo nella applicazione delle normative europee che prevedono la creazione di un sistema di formazione e certificazione specifica per gli installatori di impianti geotermici per uso casalingo. Se non provvederemo presto in tal senso corriamo dunque il rischio di essere scavalcati da aziende di altri paesi, in un settore fondamentale per lo sviluppo della green economy e la salvaguardia dell’ambiente. Nihil sub sole novum.
Andrea Marchetti