EcoEthic, l’angolo “green” di Pitti Immagine Bimbo
Si è chiusa sabato 21 gennaio alla Fortezza da Basso di Firenze l’84° edizione di Pitti Immagine Bimbo, uno dei più noti saloni internazionali del childrenswear, per presentare, attraverso 500 collezioni, le nuove tendenze legate alla moda bimbo a circa 6.700 buyers e 10.000 visitatori da tutto il mondo.
In mezzo a tante suggestioni di “natura” alle quali non corrisponde però una ricerca concreta sulla sostenibilità dei materiali (grafiche con animali, boschi, elementi naturali ecc.), la sezione EcoEthic ha raggruppato invece una selezione di brand più seriamente impegnati nella riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni e nel miglioramento della salubrità dei capi di abbigliamento destinati ai piccoli.
Si tratta di aziende – prevalentemente straniere quelle in fiera (ma sul mercato non mancano le italiane) – che utilizzano filati come cotone, lana, lino e altri e materiali organic (biologici) e investono per cercare di costruire una filiera non solo più ecologica, ma anche “etica”, privilegiando forniture da piccole comunità, artigiani o realtà locali.
Tra queste le svizzere Frilo, Jooseph e Virus, l’olandese Gray Label, le francesi Kidiwi e Risu Risu, la lussemburghese Mamie et Moi, la portoghese Naturapura e, come distributore, l’italiana Tatanatura, impresa famigliare marchigiana presente con i marchi commercializzati Agunga (pannolini lavabili), Wooly Organic (produttore lettone di tutine, body e giochi in tessuto biologico certificato GOTS - Global Organic Textile Standard) e Oil & Carol (azienda di Barcellona che produce giocattoli di gomma realizzati in puro lattice naturale dagli alberi di Hevea).